Una ventina di esche avvelenate, probabilmente contenenti topicida, disseminate nell’area cani da una mano assassina. È successo a Jesi, in provincia di Ancona, nell’area cani di via del Burrone.
L’allarme è partito dai social, quando alcune persone hanno condiviso sui gruppi la foto delle esche spiegando di avere visto un uomo arrivare in auto – una Panda grigia – scendere e lanciare qualcosa nell’area cani ricavata dietro gli impianti sportivi. Poi l’uomo è risalito in auto e se n’è andato. I testimoni hanno subito avvisato la Polizia Locale, che ha rimosso le esche e avviato gli accertamenti per capire che cosa contengano esattamente, mentre sui social è partito il tam-tam per mettere in guardia le persone che frequentano l’area con i cani e chiedere a eventuali altri testimoni di farsi avanti.
Anche l’associazione 4 Baffi ha rilanciato l’appello: «Intorno alle 20.30 del 18 agosto è stato visto un uomo gettare le esche velenose e poi allontanarsi a bordo di una Panda grigia – hanno scritto su Facebook – massima attenzione».
Fortunatamente la segnalazione tempestiva ha impedito che qualche animale potesse incappare nelle esche, ma l’uomo – su cui stanno indagando gli agenti della Polizia Locale – rischia la denuncia: la Legge 189/04 e relativo Titolo IX bis del Codice punisce il reato di uccisione e maltrattamento di animali, e agli articoli 544 bis e ter si indicano le pene per l’uccisione (reclusione da quattro mesi a due anni) e maltrattamento (reclusione da tre a diciotto mesi o multa da 5.000 a 30.000 euro, pena aumentata della metà se dal maltrattamento deriva la morte dell’animale). Alle sanzioni per chi arreca lesioni o causa la morte di un animale tramite avvelenamento e per chi prepara, detiene e utilizza esche e bocconi avvelenati si aggiungono poi le sanzioni previste dal codice penale in caso di configurazione dei seguenti reati: “Uccisione e danneggiamento di animali altrui” (art. 638); “Getto pericoloso di cose” (art. 674 ); “Adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari” (art. 440).