Potrebbe trattarsi della prima testimonianza di un lupo in città a Genova. Così si esprimono gli studiosi della rete Limet sul primo avvistimento, che risale a mercoledì pomeriggio, dell'animale filmato nel greto in secca del fiume Bisagno, nel quartiere di San Gottardo, proprio alle porte della Superba. «È la conferma di come ormai, da anni, questo predatore stia tentando di ampliare i propri confini di caccia alle zone sub-costiere», spiegano i naturalisti di Limet, che ci tengono però anche a specificare: «A scanso di equivoci, la presenza del predatore, anche in aree fortemente urbanizzate come quella della periferia genovese, non costituisce un pericolo per l'uomo. Piuttosto si gioisca: quei due occhi ambrati dal taglio obliquo sono indice di buona salute dell'ecosistema locale».
Questo esemplare di lupo è stato di nuovo avvistato questa mattina, giovedì 2 agosto, nella stessa zona, e l'evento ha acceso il dibattito (per la verità già bollente a Genova) sulla convivenza tra fauna e selvatica e uomo. Di ieri il comunicato della Confederazione Italiana Agricoltori liguri (Cia) secondo cui con 40mila esemplari di cinghiali in Liguria la situazione sarebbe ormai fuori controllo. «Non si parla più di rinaturalizzazione, ma di allevamento monospecie – scrive il presidente Aldo Alberto – Quando mai in Liguria abbiamo avuto una presenza di selvatici così intensa? A questi aggiungiamo daini e caprioli e il quadro è completo».
Diverso il parere del "fotografo dei lupi" e documentarista Paolo Rossi che, tra l'altro, sui cinghiali avrebbe già la soluzione: «Le recinzioni funzionano benissimo», e sull'avvistamento del lupo: «È tutto naturale, alcuni selvatici si sono urbanizzati e i loro predatori, semplicemente, gli vanno dietro».
«I lupi seguono le tracce dei cinghiali che purtroppo ormai nel Bisagno sono quasi allevati dall'uomo – spiega Paolo Rossi – la verità è che non ci sono sanzioni adeguate per chi continua a dargli da mangiare e interviene danneggiando l'equilibrio naturale". L'urbanizzazione di diverse specie, tra cui il lupo, sarebbe poi, per il documentarista, conseguenza di come l'uomo gestisce il verde intorno alla città: «La montagna è abbandonata e anche i boschi collinari sono lasciati alla natura, le terre non sono più coltivate e il lupo che è un opportunista, uno dei più straordinari opportunisti del regno dei mammiferi, ne approfitta, perchè i selvatici vanno ad occupare quello che noi non sappiamo più gestire".
L'identificazione del lupo apenninico
Il colore del suo mantello, le guance bianche e la coda corta sono stati tra gli elementi che hanno portato all'identificazione di un esemplare di lupo appenninico (Canis lupus italicus). Appena apparso il video sui social si è diffuso, in parallelo, anche il dubbio che potesse trattarsi di un Cane Lupo Cecoslovacco, la razza canina che più di tutte ricorda l'antenato selvatico del cane ma sono proprio aspetto, colore e dimensioni a fare la differenza.
Il Canis lupus italicus, da adulto può pesare mediamente tra 25 e 35 kg, un cane lupo cecoslovacco adulto è generalmente più grande e più alto. A differenza, per esempio, dei lupi nord-americani, il cui manto può variare dal bianco al nero, passando per il grigio, il lupo appenninico presenta una colorazione abbastanza tipica che varia tra il grigio e il beige-marroncino, con tonalità tendenti al crema sulle regioni ventrali. È presente poi una fascia grigia più scura sul dorso, che prosegue nella coda, la cui punta è sempre nera e più corta, così come le orecchie sono più corte, di quella di un cane. Un altro tratto distintivo del lupo è la mascherina sul muso, bianca ai lati e sulle guance con i contorni sfumati e poco definiti, infine le zampe: nel lupo è presente una banda scura sugli arti anteriori invece nel Cane Lupo Cecoslovacco la colorazione degli arti appare uniformemente chiara.
«Non ci sono prove invece che si tratti di un esemplare giovane in "dispersione" cioè alla ricerca di un nuovo territorio da occupare – continua Paolo Rossi – perché non esistono studi ufficiali sulle popolazione di lupi in Liguria, quindi non conoscendo le famiglie non si può identificare un elemento che potrebbe esserne fuori uscito e comunque anche un adulto potrebbe essere approfittare dei cinghiali del Bisagno se c'è una famigli di lupi sulle alture, sarebbe un comportamento opportunista tipico anche degli esemplari adulti».
La reazione politica: avviare censimento selvatici
«Appena avvisato dell' accadimento ho subito contattato gli esperti del team di Angelo Ferrari, il direttore dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta che mi hanno confermato che trattasi di esemplare di giovane lupo», ha detto Matteo Campora assessore del Comune di Genova con delega anche all’ambiente e alla salute degli animali. «Ritengo opportuno avviare con la Regione e gli enti preposti un progetto di censimento degli animali selvatici presenti nel comune di Genova, è evidente che chi dovesse subire danni come la perdita di bestiame debba essere risarcito velocemente».
In foto di apertura un esemplare di lupo. Credit: Paolo Rossi