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6 Novembre 2022
18:03

Genova, non cura il suo cane che muore infestato da larve

Il responsabile accusato di maltrattamento e crudeltà dalle guardie zoofile dell'Oipa. L'animale era malato da un mese e non era mai stato visitato.

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Lasciato morire divorato dai parassiti. Le guardie zoofile dell'Oipa di Genova sono intervenute, nei giorni scorsi, nella delegazione di Cornigliano per tentare di salvare un cane in condizioni disperate. Purtroppo il Rottweiler di 12 anni non ce l'ha fatta ma la persona con cui viveva (non si può parlare di pet mate in questo caso) è stato denunciato per non avergli prestato le cure necessarie e averlo lasciato a se stesso tra atroci sofferenze.

La segnalazione del cane malato in casa è arrivata dagli agenti della Polizia locale, che hanno subito allertato le guardie zoofile dell'Oipa. Da lì il sopralluogo nella casa del proprietario, un 44enne, che ha opposto anche qualche resistenza al sequestro della carcassa del cane ormai deceduto.

Il molosso era arrivato a pesare appena 18Kg, non mangiava da giorni, forse settimane. Il responsabile ha dichiarato alle guardie che stava aspettando che morisse da solo perché è contrario all'eutanasia e di non avere i soldi per portarlo dal veterinario. Il cane, pieno di larve di mosca dentro la bocca, e probabilmente in tutto il corpo, è stato trasportato d'urgenza in una clinica dove la veterinaria ha deciso di procurargli la "morte dolce".

Gli agenti dell'Oipa intervenuti, guidati da vice-coordinatore regionale Gerardo Latina, hanno informato il pm di turno e hanno disposto il sequestro della carcassa del molosso oltre a chiedere all'Asl di procedere con l'autopsia. Il magistrato farà luce sulle condizioni in cui il 44enne ha sottoposto il cane negli ultimi mesi per valutare un eventuale inasprimento della pena. Pare, infatti, che l'animale fosse malato da tempo e, nonostante questo, che l'uomo non l'abbia mai fatto visitare da un medico.

Per ora al proprietario è stato contestato l'articolo 727 comma 1 del Codice Penale per aver abbandonato il  cane a se stesso e il 544 ter in quanto con crudeltà o senza necessità ha causato la morte dell'animale sottoponendolo a sofferenza. Il maltrattamento ai danni degli animali è ancora oggi una piaga diffusa nel nostro Paese e si manifesta in diverse forme. Vediamo il dettaglio del caso in questione.

I primi due articoli (544 bis e ter) esplicitano come la tutela degli animali non sia garantita in senso assoluto, ma solo in presenza di determinate condizioni quali la “crudeltà e l'assenza di necessità” della condotta. ​I due articoli citano rispettivamente: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni” e “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre mesi a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”. Inoltre, il 544 ter prevede la stessa pena per chi somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate o trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena per il maltrattamento aumenta della metà se dalla condotta ne deriva la morte dell’animale.

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Annissa Defilippi
Giornalista
Racconto storie di umani e animali perché ogni individuo possa sentirsi compreso e inserito nella società di cui fa parte a pieno diritto. Scrivo articoli e realizzo video mettendomi in ascolto dei protagonisti; nascono così relazioni che, grazie a Kodami, possono continuare a vivere.
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