Dalla Liguria alla Sicilia, passando per il Salento, l'invasione nel Mediterraneo delle gazze marine continua. Dopo le prime segnalazioni registrate nel Mar Ligure e lungo le coste tirreniche, gli avvistamenti di questo uccello marino dall'aspetto simile a quello di un pinguino e che nidifica lungo le coste dei freddi mari del Nord, si stanno moltiplicando un po' in tutta Italia e purtroppo non sono sempre buone notizie.
Insieme agli avvistamenti stanno infatti crescendo anche le segnalazioni di esemplari rimasti impigliati in reti, lenze e ami da pesca. Nei giorni scorsi un individuo morto è stato recuperato in Campania, altri sono finiti al CRAS in Liguria e Toscana per aver ingerito un amo e un altro ancora è stato catturato e addirittura fatto dondolare da un pescatore in Calabria. L'autore del gesto ha persino realizzato un video mentre lo fa penzolare all'amo per un periodo di tempo prolungato mentre infligge enormi sofferenze all'uccello marino.
LIPU e WWF chiedono con forza che venga identificato l'autore dell'inqualificabile gesto di violenza e maltrattamento contro un animale selvatico e non è ancora chiaro se la gazza è stata infine liberata oppure no. «Quello che abbiamo visto nel video pubblicato sul web è sintomo di una scarsissima sensibilità e di una preoccupante incompetenza nell'approccio alla fauna selvatica – ha dichiarato Marco Gustin, responsabile Specie e Ricerca della LIPU – È scandaloso che ancora oggi ci siano personaggi, perlopiù dediti ad attività di pesca, che non sono in grado di sapere cosa occorre fare in caso di ritrovamento di uccelli feriti o in difficoltà».
Dalla gioia per i primi avvistamenti tirrenici e siciliani e per le segnalazioni che mancavano da quasi un secolo a Napoli o in Salento, si è passati presto a parlare dell'ennesimo caso di maltrattamento e delle tanto sottili quanto pericolose lenze da pesca, che ogni anno possono mutilare o uccidere un numero enorme di uccelli, talmente grande che è persino difficile da calcolare. Un problema fin troppo sottovalutato e che purtroppo abbiamo più volte affrontato sulle pagine di Kodami.
La gazza marina (Alca torda) è uccello pelagico che nidifica lungo le coste dell'Atlantico settentrionale, in Europa nord-occidentale, in Groenlandia e in America nord-orientale. Anche se sembra un pinguino, vola e come e in inverno abbandona le coste e le scogliere per disperdersi in mare aperto dall'Atlantico settentrionale al Mediterraneo occidentale e ancora più a Sud, fino alle Canarie.
In Italia sono solitamente pochi gli esemplari che vengono avvistati in inverno, quasi esclusivamente in Liguria, ed è molto difficile capire al momento come mai quest'anno questi uccelli abbiano letteralmente invaso le nostre coste. Potrebbe dipendere sia da condizioni climatiche estreme ma anche dalla mancanza di risorse ittiche di cui la specie si nutre.
Dopo aver affrontato in volo una lunga e faticosa migrazione ed essere entrate nel Mediterraneo attraverso Gibilterra, questi meravigliosi uccelli marini sono arrivati in Italia sperando di trovare un porto sicuro in cui svernare, ma purtroppo stanno facendo in conti con il mare di rifiuti legati alla pesca e con la scarsissima sensibilità e cultura naturalistica di una parte del nostro Paese.
Le osservazioni di gazze marine nelle prossime settimane potrebbero ancora aumentare e ornitologi ed esperti invitano perciò tutti i cittadini a segnalarle, soprattutto in caso di esemplari feriti o in difficoltà. Contattate il più vicino centro di recupero e le forze dell'ordine e aiutiamo questi rari e insoliti visitatori a trascorrere un inverno tranquillo prima che ritornino nei freddi mari del nord.
Kodami ha scelto di non mostrare il video perché nulla aggiunge rispetto a quanto scritto, per non mostrare gesti di violenza e maltrattamento verso un animale selvatico e per non contribuire alla diffusione di suddette immagini