Il contest fotografico, lanciato dal progetto Elife lo scorso marzo, si è concluso con la proclamazione dei tre scatti vincitori. Il progetto "Life Elife" è stata un’occasione per sensibilizzare i fotografi, professionisti e non, sui rischi che minacciano squali e razze, invitandoli a documentare e raccontare la presenza delle specie di elasmobranchi nel Mar Mediterraneo.
La giuria, presieduta da Alberto Luca Recchi, esploratore e fotografo del mare, e composta da fotografi e giornalisti professionisti italiani e ciprioti e dai partner del progetto "Life Elife", ha proclamato le foto vincitrici, pubblicate e visibili sul sito ufficiale e sulla pagina Facebook.
Al primo posto un esemplare di Squalo Gattopardo Scyliorhinus stellarisfotografato da Piero Mescalchin, al secondo un Gattuccio Scyliorhinus caniculadi Giovanni Roppo Valente e sul terzo gradino del podio un'Aquila di mare, Myliobatis aquiladi Giancarlo Torre
I vincitori si sono aggiudicati, rispettivamente, una action camera, una borsa fotografica e una fotocamera compatta. Inoltre, in omaggio agli autori di altre due foto selezionate, perché considerate meritevoli dalla giuria, un biglietto per visitare l’Acquario di Genova.
Lo squalo Gattopardo, Scyliorhinus stellaris
Secondo lo Iucn, Unione mondiale per la conservazione della natura, questa specie che è in declino per l'impatto antropico e le attività di pesca, è distribuita in tutti i mari italiani, frequente nel bacino Adriatico e Ionio. La popolazione è piuttosto rara, la sua presenza è costante in tutte le acque italiane, ma con pochissimi esemplari provenienti dalle campagne scientifiche a strascico. Predilige i fondali rocciosi ed è potenzialmente minacciata, dalle attività di pesca esercitate lungo la fascia costiera e dal forte impatto antropico.
Questo squalo presenta un corpo molto allungato, di forma quasi cilindrica, piuttosto compresso sul dorso. Gli occhi sono sporgenti e posti verso la parte alta del capo. Il muso è appuntito. Le due pinne dorsali sono molto arretrate sul dorso, le pettorali sono ampie, le ventrali più piccole, così come la pinna anale. La coda presenta il lobo superiore più sviluppato di quello inferiore. La livrea si presenta con un colore di fondo variabile dal grigio al beige (con ventre bianco), maculato da chiazze marroni. Raggiunge una lunghezza di 170 cm.
Lo squalo Gattuccio, Scyliorhinus canicula
La specie è comune in gran parte delle coste italiane, maggiormente sulle coste sarde, mentre è in leggero declino nell'Adriatico; ciononostante non sembra raggiungere le condizioni per essere classificata entro una delle categorie di minaccia e viene pertanto classificata a "minor preoccupazione". La popolazione è stabile e più comune nel Mar Tirreno e nelle acque della Sardegna, si riscontra invece un declino nell'Adriatico. Sono presenti diverse aree di nursery lungo le coste sarde e livornesi. Vive su fondali ghiaiosi, sabbiosi e fangosi. Depone le uove su qualsiasi superficie sporgente; la femmina può deporre fino 100 uova all'anno. Frequenta un ampio intervallo di profondità.
Il corpo è allungato e poco compresso ai lati, con testa appuntita, occhi dal taglio allungato e lungo peduncolo caudale. Le pinne dorsali (pressoché uguali) sono arretrate, la prima è dietro la ventrale, la seconda dietro l'anale; la coda è formata da due lobi, quello superiore più sviluppato dell'inferiore. Difficilmente raggiunge lunghezze superiori a 100 cm. Presenta 5 fessure branchiali laterali. La livrea è simile a quella di S. stellaris, con fondo beige puntinato di bruno e giallastro, ma presenta macchie più fitte e minute
Lo squalo Aquila di mare, Myliobatis aquiladi
La specie presenta un trend con forti oscillazioni e potrebbe essere in declino per l'impatto della pesca, tuttavia questo status non è sufficiente per includerla in una categoria di minaccia. Per qusto motivo la specie viene valutata a "minor preoccupazione". Le poche informazioni disponibili mostrano una tendenza con forti oscillazioni con apparente declino. Ciò è dovuto sia allo stile di vita, sia al tipo di campionamento. Infatti, questa specie vive in aree poco strascicabili.
Predilige fondali sabbiosi e fangosi, fino a 200m di profondità, Il suo corpo ha la classica forma discoidale, con il diametro orizzontale più largo di quello verticale; misura fino a 1,5 m di larghezza e 2,5 m di lunghezza. La testa sporge dal muso e la coda, a forma di frusta, è lunga più del doppio del corpo e presenta una spina dorsale munita di ghiandola velenifera. La pelle è liscia e ricoperta di muco scivoloso. Come le razze possiede due pinne laterali molto ampie e appuntite, leggermente arcuate, la cui forma ricorda delle ali falcate (da cui il nome scientifico).
Il progetto dell'Unione Europea
Il contest è stato promosso nell’ambito del progetto Life Elife, cofinanziato dallo strumento finanziario Life dell’Unione Europea, con l’obiettivo di migliorare la conservazione delle specie di elasmobranchi (squali e razze) nel Mar Mediterraneo promuovendo le migliori pratiche di conservazione nel contesto della pesca professionale.
Dalla metà degli anni ’80, nel Mediterraneo, sono stati proprio i pesci cartilaginei a subire un forte impatto, soprattutto a causa della pesca accidentale. Molte catture si verificano infatti durante le attività di pesca costiera, indirizzate verso altri stock commerciali. Nella sola Unione Europea si calcolano 42mila tonnellate di esemplari pescati nel 2018 (dati Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine).
Per questo il progetto sostiene anche la corretta informazione su queste specie e contribuisce alla loro salvaguardia non solo promuovendo l’applicazione di strumenti alternativi di pesca, che consentano di limitare le catture accidentali, ma anche sensibilizzando gli stakeholders sull’importanza e il ruolo che gli squali svolgono nei nostri mari.
Il progetto Life Elife coinvolge dieci partner in Italia, Grecia e Cipro: la Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia, Ecologia e Biotecnologie Marine, coordinatore del progetto, l’ Area Marina Protetta delle Isole Pelagie (Lampedusa e Linosa) e quella di Tavolara-Punta Coda Cavallo (Sardegna), Costa Edutainment, con particolare riferimento agli Acquari di Genova e Cattolica, il Consorzio Mediterraneo, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, Legambiente, Marine & Environmental Research (MER) Lab, Algowatt, l’Università degli Studi di Padova.