Un gatto libero è morto a Sannicola, in provincia di Lecce. Ad accorgersi di lui era stata una cittadina che, preoccupata per le sorti del felino, aveva provato immediatamente a chiedere aiuto. Il primo riferimento a portata di mano era quello di una Guardia Zoofila del NOETAA, il Nucleo Operativo Ente Tutela Animali e Ambiente. La volontaria della sezione di Taviano aveva messo in atto la procedura prevista allertando i Carabinieri del posto.
I militari, intervenuti dopo pochi minuti, avevano trasportato l’animale in uno studio veterinario del paese. Il gatto era comunque vigile, nonostante le ferite: «La collega ha messo in atto tutta la procedura prevista, allertando anche i Carabinieri del posto – hanno raccontato le Guardie Zoofile su Facebook – Ringraziamo la cittadina, che non si è girata dall'altra parte e che ha consentito di recuperare il gatto ancora in vita, e i Carabinieri della stazione di Sannicola, i quali non hanno esitato neanche un minuto a soccorrere il povero animale».
Purtroppo, nonostante i tentativi della veterinaria del posto, la dottoressa Daniela Mercuri, il gattino non è riuscito a farcela. Le lesioni alla colonna vertebrale rendevano impossibile ogni ulteriore tentativo di salvargli la vita, anche perché l’animale era probabilmente lì, a bordo strada, da molte ore.
Un episodio che ci porta a una serie di riflessioni su quello che dovrebbe avvenire in questi casi. Da un lato c’è da prendere il positivo della vicenda, e cioè l’impegno di una cittadina qualunque che si è preoccupata del destino di una vita, assieme a tutto il personale che ha partecipato all’intervento. Dall’altro si registra ancora una volta il comportamento di chi, investito l’animale, è scappato via senza prestare soccorso. A tal proposito ricordiamo che è la legge a imporre all’automobilista di chiamare i soccorsi, secondo i canali ordinari attivati, pur con molte difficoltà, da tantissimi comuni italiani. L’omissione di soccorso nei confronti degli animali è considerata dal nostro ordinamento un illecito amministrativo a tutti gli effetti, punibile con una sanzione pecuniaria che va dai 422 ai 1.694€. Il Codice della Strada, già dal 2010, contiene una disposizione specifica, in tal senso, che tocca l’utente della strada, sia esso automobilista, motociclista o ciclista. L’obbligo di prestare soccorso, peraltro, riguarda tanto il conducente quanto chi, in altro modo, assista all’incidente in quanto coinvolto nell’evento: per esempio i passeggeri a bordo del mezzo. Per loro la sanzione è compresa tra gli 83 e i 331€.
Il vero problema è che queste norme, pur affermando un principio importante, sono di difficile applicazione. Anche in presenza di telecamere nella zona, la mera violazione di carattere amministrativo rende complicata l’individuazione di chi si rende responsabile di queste condotte. Allo stesso modo, anche la fattispecie penalmente rilevante dell’uccisione di animale, astrattamente configurabile in caso di morte dello stesso, non facilita comunque il perseguimento della condotta.
Tradotto in parole semplici, occorre forse un ulteriore intervento per stimolare una presa di coscienza convinta degli utenti della strada. Questa è una cosa che può venire dal senso civico di ognuno ma soprattutto dall’applicazione di misure più efficaci. Esattamente come si sta cercando di fare, da anni, su tutto ciò che riguarda la sicurezza stradale. Non dimentichiamoci che, solo pochi giorni fa, una donna è stata vittima di un tragico incidente. Per una sfortunata coincidenza si trattava di una persona che si prendeva cura di tanti gatti che ora cercano una nuova casa.
Quanto alle emergenze degli animali liberi e vaganti, anche qui la legge prevede una procedura specifica per il pronto soccorso che non sempre trova applicazione. L’intervento del veterinario è subordinato a una serie di procedure che mal si conciliano con i tempi dell’emergenza. Non è questo il caso, visto l’encomiabile impegno dei Carabinieri, ma in molti comuni l’attività ordinaria mette spesso in secondo piano queste operazioni. Con il risultato di ritardare il soccorso dell’animale a discapito dell’efficacia dei soccorsi. L’intervento, inoltre, è subordinato a una serie di ulteriori passaggi che complicano nel nome della burocrazia la cura urgente. Infine molti comuni ritardano nel dotarsi di una convenzione per il soccorso di questi animali. Ogni intervento, dunque, finisce per fare storia a sé. È il caso proprio del Comune di Sannicola, per esempio, dove non sarebbe ancora prevista una convenzione con un centro veterinario, in assenza di una struttura pubblica dedicata. Sono tutti segnali di un sistema, evidentemente, ancora disordinato e disorganizzato, dove appellarsi alla buona volontà dei cittadini non può essere considerata una scelta sufficiente.