Così come tra gli esseri umani, anche nel mondo animale ci sono incontri fortuiti che cambiano la vita. È il caso del cucciolo di faina trovato da un gatto domestico, che lo ha portato al suo umano di riferimento senza fargli alcun male salvandolo da morte certa.
La storia è stata raccontata dagli operatori del centro recupero animali selvatici della Lipu di Roma. Il gatto ha trovato il cucciolo, piccolissimo, lo ha stretto delicatamente tra i denti e lo ha portato al suo umano, che ha immediatamente contattato il CRAS per chiedere come comportarsi. Una mossa fondamentale, perché qualsiasi altra iniziativa – come provare a nutrirlo o a svezzarlo – avrebbe potuto rendere vano il salvataggio compiuto dal gatto.
«Un errore, sebbene in buona fede, può causare danni irreparabili – confermano dal Cras – Svezzare i cuccioli di fauna selvatica è estremamente difficile, soprattutto perché non esiste un latte specifico. Vanno infatti adattati diversi alimenti in modo da arrivare a una sostanza che si avvicini al latte di un piccolo mustelide, come in questo caso. Da adulta, questa faina arriverà a misurare circa 40cm. Il suo corpo evolverà in una struttura snella e affusolata, efficace per essere agile nella cattura delle prede, dagli insetti ai topi, dagli uccelli ai pipistrelli fino ai conigli e alle galline».
Le faine e il "surplus killing"
Non è chiaro dove il cucciolo e il gatto si siano incontrati, anche se è probabile che umano e felino vivano in zone della campagna in provincia di Roma, territorio in cui le faine sono diffuse. E spesso questi animali si avventurano in cortili e giardini in cerca di cibo, in particolare se è presente un pollaio: «Anche se sembra un tenero cucciolo, da grande questo mustelide assume uno dei comportamenti predatori più “efferati”, se valutati in un’ottica umana – spiegano ancora dalla Lipu – il surplus killing, una strategia che consiste nell’uccidere un maggior numero di prede rispetto al fabbisogno immediato di cibo».
«Qualora entri in un pollaio – proseguono dal CRAS – il luogo del delitto che la faina si lascia alle spalle potrebbe far pensare a più predatori, piuttosto che a un solo piccolo cacciatore. In realtà, la predazione in eccesso rappresenta una strategia adattativa ottimale, forgiata nel corso dell'evoluzione, per assicurare al predatore le risorse necessarie ad una migliore sopravvivenza».
Il cucciolo salvato dal gatto è attualmente nelle mani degli operatori del Cras, che si stanno adoperando per fornirgli tutto il nutrimento di cui ha bisogno per crescere ed essere liberato in natura.