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13 Febbraio 2024
11:31

Gatto Siamese e gatto Thai: quali sono le differenze?

Molte persone usano il termine “siamese” per indicare qualunque gatto colorpoint e per questo confondono il Siamese con il Thai. In realtà, tra le due razze ci sono numerose differenze, tra cui la struttura del corpo.

Membro del comitato scientifico di Kodami
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Nel gergo comune si tende a chiamare siamese un qualunque soriano colorpoint e questo perché con questo termine, a livello popolare, si è sempre indicato un certo tipo di colorazione del mantello, ossia beige sfondo sfondo e con zampe, coda e muso colorati (tipicamente neri). In pochi sanno che a partire dal 1949 in Europa è stata avviata la selezione artificiale di una razza di gatti dalla colorazione colorpoint che è stata ribattezzata proprio “Siamese”. Da qui la confusione tutt’oggi esistente.

Quindi, volendo essere rigorosi dovremmo chiamare “Siamesi” i gatti di questa specifica razza e soriani colorpoint gli altri. Esistono poi i Thai, che rappresentano una seconda razza selezionata artificialmente, sempre colorpoint, che si differenzia dal Siamese soprattutto per la struttura morfologica: i siamesi sono allungati e filiformi con forme della testa estremizzate, i Thai sono più robusti e rotondi, e richiamano in modo più fedele l’immagine popolare del gatto “dalle punte colorate”.

Le origini del gatto siamese e del gatto thai

Il Siamese è un gatto che si presume essere di origine antichissima, collocata nel Siam thailandese. Come razza selezionata artificialmente, però, nasce in Europa nella seconda metà dell’800, come è accaduto per moltissime altre. In FIFé, una delle maggiori associazioni di allevatori europee, ne viene ufficializzato lo standard nel 1949. Da allora, la selezione ne ha stravolto la morfologia fino a farlo diventare uno dei gatti più “particolari” che si possano incontrare in una esposizione felina.

Il Thai è la riproposizione nostalgica del “siamese di una volta”. Questa razza, infatti, nasce per contrapposizione allo standard del Siamese che, nel tempo, si è andato estremizzando, facendo perdere al gatto le linee morbide e rassicuranti che tanto piacciono ad una certa fetta di estimatori. Così, negli anni ’90 alcuni allevatori russi hanno iniziato a lavorare al recupero della vecchia morfologia del Siamese, chiamando il nuovo progetto genetico “Thai”, in onore alle antiche origini del Siamese.

Chi è il gatto siamese

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Dal Dopoguerra in poi, il Siamese di selezione europea è cambiato moltissimo: è rimasto, come in origine, un gatto colorpoint ma è stato costruito un tipo con un corpo eccezionalmente filiforme, allungato, spigoloso nelle forme della testa allungata, con zampe lunghissime, un muso allungato, ampie orecchie laterali, occhi blu intenso e un miagolio gracchiante.

In USA, la Cat Fanciers’ Association ammette solo quattro colori (seal, blue, chocolate, lilac) – altre varietà quali rosso, cream, tartaruga, tabby, ecc. vengono chiamate Colorpoint Shorthair – mentre in Europa sono ammessi tutti i colori e tutte le sfumature, comprese la varietà tabby e le squama di tartaruga.

Chi è il gatto Thai, il "siamese tradizionale"

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La selezione del gatto Thai è piuttosto recente e risale, in via ufficiale, al 1998 quando un manipolo di allevatori tra Russia, Germania e USA ha deciso di riscoprire il “siamese vecchio tipo” che si era andato perdendo con le estremizzazioni nella morfologia promosse negli anni ’60 e ’70.

Oggi il Thai è un gatto di robustezza e grandezza media, muscoloso, con zampe medie, occhi azzurri e una testa ben proporzionata, triangolare, smussata agli angoli.

Per mantenere la purezza di razza, non sono ammessi incroci con altre gruppi genetici, men che meno con il Siamese, malgrado la comunanza di colorazione.

Le differenze tra gatto Siamese e gatto Thai

Sebbene molte persone tendano ancora oggi a definire “siamese” qualunque gatto – di razza o meticcio – che presenti la colorazione colorpoint, le differenze tra un meticcio colorpoint ed un Siamese sono abbastanza eclatanti, così come lo sono quelle tra un Siamese e un Thai.

La differenza più evidente tra le due razze è nella struttura del corpo, allungata e filiforme nel Siamese e di lunghezza e ossatura media nel Thai. Anche le teste sono molto diverse, stretta e allungata nel Siamese con enormi orecchie laterali, mentre è più arrotondata, proporzionata e triangolare quella del Thai. Entrambi presentano occhi blu (a mandorla i Siamesi, a forma di limone i Thai) e un mantello colorpoint in diverse varietà di colore (nero, blu, lilac, crema, rosso, blue/crema, blu/tortie, chocolate tortie, lilac tortie), con o senza disegno tabby.

Dal punto di vista temperamentale si tratta di gatti vivaci, attivi, partecipi alla vita famigliare e vocali, anche se i Siamesi conservano lo scettro di gatti più chiacchieroni, tendenzialmente invadenti ed estroversi dell’universo felino. Lo sviluppo sessuale è spesso precoce in entrambe le razze.

Dal punto di vista della salute, i Siamesi pagano l’intensa selezione subìta nella seconda metà del Novecento con una vasta gamma di problematiche genetiche che li rendono particolarmente vulnerabili. Sebbene con meno severità, anche i Thai si portano dietro alcune tare a causa della loro familiarità con il Siamese e, tra queste, hanno in comune la Gangliosidosi GM1 (un'alterazione metabolica che colpisce anche gatti di 2-3 mesi e morte giovanile), l'Amiloidosi epatica (una degenerazione del tessuto epatico dovuto a depositi proteici interstiziali) e la PRA (atrofia progressiva della retina).

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Sonia Campa
Consulente per la relazione uomo-gatto
Sono diplomata al Master in Etologia degli Animali d'Affezione dell'Università di Pisa, educatrice ed istruttrice cinofila formata in SIUA. Lavoro come consulente della relazione uomo-gatto e uomo-cane con un approccio relazionale e sono autrice del libro "L'insostenibile tenerezza del gatto".
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