Il gatto può manifestare dei comportamenti aggressivi nei confronti di altri gatti per motivazioni molto diverse tra loro e non sempre immediatamente identificabili.
L’aggressività nel gatto si accompagna ad un serie di segnali fisici e coreografie comportamentali abbastanza variegate ma tutte di solito ben riconoscibili, come ad esempio la schiena che tende ad arcuarsi, il pelo dritto, le orecchie abbassate, la muscolatura tesa, le pupille dilatate, la presenza di soffi e in alcuni casi anche di vocalizzi specifici.
Un gatto può mostrarsi aggressivo se non si sente bene, per difendersi oppure se si sente minacciato all’interno del suo territorio.
Aggressività da dolore
Un gatto in natura è nello stesso tempo un predatore ma anche una preda: questo lo ha portato, nel corso dell’evoluzione, a imparare a nascondere la propria vulnerabilità e il proprio dolore. Il dolore cronico nel gatto infatti è molto spesso difficile da identificare: il gatto non si lamenta, non si mostra in difficoltà. Accade invece molto più frequentemente che tenda ad isolarsi, a smettere di giocare e, se toccato o avvicinato da altri gatti a mostrare aggressività, con lo specifico intento di allontanarli.
In questi casi il comportamento aggressivo del gatto non ha una motivazione psicologica o ambientale bensì deriva da una causa organica.
Aggressività da paura
Un gatto che si sente minacciato, ad esempio da un’altro gatto, può reagire mostrando un atteggiamento di sfida, di attacco e anche di aggressività.
Le sequenze comportamentali tipiche di un gatto aggressivo per la paura sono il corpo raccolto, la piloerezione, i padiglioni auricolari abbassati e rivolti all’indietro, la midriasi (ovvero la dilatazione delle pupille) e il soffiare (che è una richiesta di distanza).
Aggressività territoriale
Il gatto è un animale estremamente territoriale. La presenza di altri gatti all’interno del suo stesso territorio può in alcuni individui creare una condizione di ansia da coabitazione estremamente elevata che può manifestarsi attraverso diverse modalità: marcature inappropriate (ovvero fare i bisogni fuori dalla lettiera), comportamenti ossessivi come leccarsi compulsivamente ma anche irritabilità e comportamenti aggressivi nei confronti degli altri gatti.
Cosa fare in caso di aggressività nei confronti di altri gatti
Come prima cosa occorre identificare la causa del comportamento aggressivo del gatto: il primo step è senz’altro una visita veterinaria, che possa escludere le cause di dolore organico o eventuali patologie in atto.
Una volta appurato che il gatto gode di ottima salute, occorre focalizzarsi sulla relazione tra i gatti che coabitano e che sono costretti a convivere nello stesso territorio.
La prima regola, in un ambiente multicat, è l’abbondanza delle risorse: cucce, lettiere, tiragraffi e ciotole devono essere presenti in abbondanza e dislocate su tutto il territorio in modo da garantire a ciascun gatto il loro utilizzo senza dover competere per esse.
È fondamentale inoltre arricchire l’ambiente aumentando ad esempio la presenza di percorsi calpestabili all’interno della casa: l’ideale infatti sarebbe che ogni gatto potesse muoversi liberamente all’interno del suo territorio senza dover per forza incontrare un altro gatto.
Per ottenere ciò è fondamentale creare dei percorsi alternativi attrezzando le pareti della casa in modo da offrire dei camminamenti che si snodano in altezza: in questo modo daremo la possibilità ai nostri gatti di verticalizzare, di perlustrare il loro territorio dall’alto e di poter sostare in altezza, cosa che tra l’altro aiuta a farli sentire più sicuri e tranquilli.
Infine ricordiamoci sempre che sgridare, punire o intervenire sul gatto che mostra comportamenti aggressivi è un’azione non solo inutile, ma anche dannosa in quanto può aumentare il livello di irritabilità e di stress nel gatto stesso.
Meglio mettersi all’ascolto del gatto, del suo stato d’animo e delle cause che potrebbero scatenare in lui tale comportamento aggressivo: solo in questo modo riusciremo ad agire alla radice del problema.