Per mamma gatta era il nido perfetto: lontano da sguardi indiscreti e cani vaganti. Ma per uno dei suoi piccoli, di appena tre giorni, il rifugio all'interno di una volta ricavata in un muro a Sturla, nel levante genovese, si è rivelato un pericolo. Il micetto è precipitato in un'intercapedine dove non poteva essere raggiunto, se non attraverso un intervento umano.
La gatta ha fatto sentire il suo lamento di disperazione e i residenti si sono attivati chiamando il 112. Alla richiesta di soccorso hanno risposto i Vigili del Fuoco di Genova che con una scala sono saliti sul muro e da lì sono riusciti a prelevare il gattino che, per fortuna, era atterrato sul morbido. Nel frattempo, però, la mamma forse spaventata dal via vai di persone e mezzi, ha spostato gli altri fratellini e fatto perdere le sue tracce.
Il cucciolo, tutto nero con una sola macchia bianca su una zampa, è stato quindi affidato alla Croce gialla soccorso animali che lo ho lasciato nelle cure di una clinica del centro. La mattina dopo la gattara del posto è tornata a prenderlo e, dopo un biberon di latte in polvere, lo ha riconsegnato a mamma gatta che lo ha riportato insieme ai suoi fratelli.
La leggenda popolare vuole la mamma gatta girovaga, sempre pronta a spostare i proprio figli se "toccati" o visti troppo dall'uomo. Come in molti racconti di tradizione orale, una parte di verità c'è, ed è quella che vuole questi animali particolarmente infastiditi dalle incursioni umane e dalle minacce esterne, proprio per proteggere al meglio la cucciolata.
Capita anche, come nella notizia raccontata, che le gatte finiscano ad allattare i piccoli in posti impervi ma «dire che le gatte scelgono luoghi pericolosi è improprio perché significa non riconoscere la loro capacità di occuparsi correttamente dei piccoli, cosa che non è», spiega Sonia Campa, membro del comitato scientifico di Kodami come consulente per la relazione uomo-gatto. «Ma a volte, l'inesperienza o l'urgenza di trovare luoghi remoti dove gli esseri umani non arrivino con le loro mani, può portarle a scelte che non sono scevre da rischi. E poi c'è sempre l'elemento dell'imprevedibilità. Anche alle madri umane cascano figli di pochi anni dai balconi e dalle finestre e a nessuno viene in mente di ritenerla una loro scelta».