Sono stati ritrovati in uno scatolone di cartone gettato in mezzo a un campo da un cittadino che, quando ha sentito quel miagolio, non se l’è sentita di girarsi dall’altra parte immaginando di cosa si trattasse. E, infatti, là dentro c’erano ben 7 gattini appena nati che chiedevano di essere salvati. Un destino che, a detta del veterinario che li ha visitati e che si è prestato di accudirli, è toccato a ben altri 42 gatti, tanti quanti sono stati i ritrovamenti in pochi mesi sul territorio di Paitone, in provincia di Brescia.
«È un vergogna oltre che un atto ignobile» ha commentato l’Amministrazione della cittadina su Facebook, raccontando la vicenda e invitando i pet mate «a scegliere la strada della sterilizzazione per evitare questi comportamenti inaccettabili», sottolineando peraltro che gli animali abbandonati e quindi non vaccinati «rischiano di diventare veicolo per molte malattie trasmissibili ad altri gatti e talvolta anche all’uomo».
Se non bastasse, c’è anche il fatto che in Lombardia, il Piano Regionale Integrato della Sanità Pubblica Veterinaria 2019-2023, ha reso obbligatorio il microchip per tutti i gatti nati o acquisiti a partire dal 1° gennaio 2020. Un passo in più della Regione, visto che dotare di microchip il proprio gatto non è obbligatorio a livello nazionale e, nonostante questa sorta di carta di identità del micio agevoli il ricongiungimento con il proprio pet mate qualora si dovesse smarrire e permetta un maggior controllo della popolazione felina contrastando l’abbandono, il dispositivo di riconoscimento continua a essere solo vivamente consigliato.
Naturalmente, oltre al microchip che sta alla base di un rapporto umano animale responsabile e consapevole, altro fattore di fondamentale importanza è la sterilizzazione grazie alla quale si possono evitare cucciolate come quelle ritrovate a Paitone, evidentemente non desiderate, ma che hanno come conseguenza tragica tanti abbandoni indiscriminati. Gatti che vanno ad accrescere sempre di più gattili e rifugi che, come i canili, non sanno più come fare, visto che la gestione dei cuccioli è, oltretutto, ancora più impegnativa e richiede la presenza di più volontari avendo bisogno di essere allattati.
Naturalmente, non è solo un motivo pratico quello che dovrebbe far smettere questi comportamenti superficiali, ma ce n'è anche uno più etico: abbandonare dei cuccioli in tenerissima età senza averli lasciati insieme alla propria madre per quel minimo di svezzamento indispensabile, significa condannarli a un destino incerto e pericoloso per la loro la sopravvivenza.