«La situazione per i gatti a Cipro è drammatica. Pochi giorni fa alcuni turisti ci hanno chiamato per comunicare che cinque mici vagavano in cerca di cibo trafitti dalle frecce». Questo è l'inizio del lungo racconto che Sara ha fatto a Kodami.
Sara è un nome di fantasia perché Kodami ha scelto di proteggere l'identità della volontaria dopo averne verificato il racconto. «Ho paura di ritorsioni – ammette – Ho già denunciato alcune persone in passato e per questo ho subito atti vandalici. La comunità è piccola e si capirebbe subito che si tratta di me».
La situazione sull'isola di Cipro è di fortissima tensione. «Si avvicina la stagione estiva e come ogni anno alberghi, ristoranti e complessi di case vacanze faranno la solita pulizia annuale, con bocconi avvelenati per uccidere i gatti», denuncia la donna.
La prima avvisaglia di questo sistema criminale si è verificato due sere fa, quando al gruppo di volontari di cui fa parte Sara è arrivata la segnalazione di alcuni gatti che vagavano con ancora i dardi nel corpo. Kodami ha visionato le foto di quel crimine fornite dall'attivista, ma ha scelto di non pubblicarle per non dare ulteriore visibilità a comportamenti del genere.
«Due siamo riusciti a catturarli e portarli dal veterinario. Uno è morto mentre altri due sono imprendibili e vagano ancora infilzati tra le case vacanza – racconta la volontaria – Facciamo quello che possiamo, sono tutti stranieri come me, provenienti da diversi paesi d'Europa, e ciprioti, ma non siamo abbastanza per fare fronte a tutto questo».
È successo nella località di Protaras, una delle più belle dell'isola, nota soprattutto come meta turistica. Spiagge di sabbia bianca e mare cristallino richiamano ogni anno, a partire dalla primavera, migliaia di turisti. È per loro che, secondo la denuncia inviataci da Sara, alcune attività del posto mettono in atto quelle che vengono definite le "pulizie stagionali": «L'anno scorso la colonia di un'altra attivista è scomparsa da un giorno all'altro. Si trattava di circa 20 che con grande sacrificio erano stati sterilizzati e nutriti. Tutti uccisi dal proprietario di un ristorante che si è vantato di aver messo il veleno nel pesce, e di aver portato via i corpi nella notte, per buttarli in mare o sulle montagne».
Davanti a una simile barbarie, viene da chiedersi quale sia stata la reazione delle Forze dell'Ordine sull'isola. «Nessuna – è la risposta di Sara – non sanno da dove partire e anche se esistono leggi contro abusi e maltrattamenti sugli animali in pochi le conoscono e le fanno rispettare davvero. Si vuole evitare di fare clamore quando succedono episodi di questo tipo per paura di scoraggiare i turisti».
In ragione della sua posizione nel cuore del Mediterraneo, Cipro ha vissuto una travagliata storia di contese internazionali. Oggi l'isola è divisa in due: la maggior parte del territorio è controllato da una Repubblica ufficialmente riconosciuta dalla comunità internazionale, un'altra è invece un'autoproclamata Repubblica turca.
L'instabilità che ha caratterizzato la piccola isola almeno fino agli anni Settanta ha fatto sentire i suoi strascichi anche in tempi recenti. Oggi Cipro è ufficialmente uno stato membro dell'Ue, e ciò ha permesso viaggi più agili dall'Europa, con la conseguenza che comunità locali hanno iniziato a basare la propria economia sul turismo.
La paura è che la popolazione di gatti liberi possa rappresentare un problema per i viaggiatori provenienti dal Nord Europa, la fetta più consistente di coloro che arrivano sull'isola in vista della bella stagione. «Qui ci sono 2 milioni di gatti liberi a fronte di poco più di 1 milione di residenti – spiega Sara – Perché non esiste la cultura della sterilizzazione, è un concetto sconosciuto da molti e considerato addirittura contro natura».
Un contesto che richiama immediatamente quello rievocato da Dorothea Friz nel corso della lunga video-intervista rilasciata a Kodami. La veterinaria e attivista è venuta in Campania dalla Germania negli anni Ottanta, portando la sterilizzazione e la reimmissione come strategia per la gestione degli animali liberi del Sud Italia. Una ricetta che secondo i volontari del gruppo di Sara potrebbe funzionare anche a Cipro.
«Se avessimo più aiuto da parte delle istituzioni si potrebbero fare molte più sterilizzazioni, e contenere i problemi sia per la popolazione residente sia per i gatti stessi, che si trovano in una situazione di sovrappopolazione». L'altra soluzione, accanto alle sterilizzazioni, è quella delle adozioni internazionali che Sara attua appoggiandosi all'associazione britannica Project Paw Cyprus. Ma non è sufficiente.
«Facciamo fatica a stare dietro a tutto. Seguo una colonia all'interno di un comprensorio di villette. Temo il giorno in cui inizieranno ad affittarle e i gatti cominceranno a sparire – dice Sara – Nel frattempo però li sterilizzo e do loro da mangiare, nel terrore delle ripercussioni da parte di chi vede queste azioni come un danno economico».
Perché quindi correre questi rischi per una missione che quasi nessuno riesce a comprendere? «Non posso vedere ancora gatti sparire nell'assenso generale. Siamo tutti esseri viventi e senzienti. Quello che sta accadendo, e questi eccessi di brutalità sono inaccettabili».
Protaras è nota anche come "la terra dei mulini a vento", un riferimento che alle orecchie di un europeo richiama subito l'immagine di Don Chisciotte impegnato nella lotta contro i mulini a vento. Così appaiono anche Sara e gli altri attivisti che a Cipro si battono contro ignoranza e crudeltà.