Una marcia silenziosa con in alto le luci a led dei propri cellulari. Una protesta per dare un segno tangibile di rifiuto verso crimini come quello avvenuto durante le ferie estive nella scuola “Rodari-Catalano”. A Terlizzi, in provincia di Bari, non si placa lo sdegno per il terribile ritrovamento avvenuto alla riapertura di uno dei plessi scolastici del paese. Una mamma gatta con i suoi due cuccioli, tutti e tre facenti parte di una colonia felina regolarmente censita, sono stati arsi vivi in un gesto di gratuita crudeltà compiuto da ignoti.
Decisi ad andare a fondo della vicenda i volontari dell’ANPANA di Terlizzi hanno scelto di organizzare un corteo per il prossimo 10 settembre alle ore 19 che partirà da Piazza IV Novembre. Non saranno usate fiaccole classiche, bensì le torce dei telefoni o delle luci a led.
Nel frattempo continuano le attività delle forze dell'ordine e dei soggetti coinvolti: Carabinieri della Tenenza di Terlizzi, Polizia Locale e Guardia Zoofila della città metropolitana di Bari, ognuno in base alle proprie competenze, stanno cercando di risalire ad ogni indizio che possa servire a individuare il o i responsabili dell'uccisione dei poveri gatti. L’Asl veterinaria territoriale ha già inviato i resti all'Istituto Zooprofilattico sperimentale per gli esami autoptici, che potranno fornire ulteriori dettagli alla ricostruzione, già di per sé cruenta, dell’efferato crimine.
L’associazione ANPANA, attraverso la referente locale Filomena Urbano, ha fatto sapere che proseguirà con l'attività di sensibilizzazione sul tema con un programma rivolto a tutte le istituzioni, affinché si possa stipulare un programma per la tutela dell'ambiente e di tutti gli animali presenti sul territorio: «La nostra speranza è che, nella nostra Terlizzi, ci sia una task force impegnata con varie tipologie di intervento per il monitoraggio, il soccorso e la messa in sicurezza di creature indifese – ha spiegato a Kodami – rispettando e rendendo note le normative vigenti sulla tutela e il benessere degli animali».
Abbiamo scelto di non pubblicare immagini delle violenze compiute nei confronti di questi tre animali. Lo abbiamo fatto nel rispetto del dolore che hanno dovuto patire come esseri viventi, oltre che della sensibilità dei nostri lettori. Le foto non avrebbero aggiunto niente in più rispetto a quanto è stato già raccontato.