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17 Maggio 2021
10:14

Gatti al lavoro: Chicago libera 1000 felini in città per combattere i topi

La Tree House Humane Society, rifugio che si occupa di tutelare e salvare i gatti randagi, sostiene le istituzioni di Chicago con un programma per tenere sotto controllo i roditori che hanno invaso la città. Il progetto, denominato Cats at Work, partito nel 2012, ha liberato circa 1000 felini selvatici  “ben equipaggiati” per risolvere il problema in maniera “green” e sostenibile.

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La Tree House Humane Society, comunità e rifugio che si occupa di tutelare e salvare i gatti randagi e di farli vivere meglio, sostiene le istituzioni di Chicago con un programma che aiuta a tenere sotto controllo la popolazione di roditori che ha invaso la città.

Il progetto, denominato Cats at Work, partito nel 2012, ha liberato circa 1000 felini selvatici  “ben equipaggiati” per risolvere il problema in maniera “green” e sostenibile, evitando veleni, gas e trappole, soluzioni non solo inefficaci e a breve termine, ma soprattutto potenzialmente rischiose per bambini, animali domestici e per l’ambiente.

I gatti vengono scelti dal rifugio tra quelli più difficilmente addomesticabili, soggetti che avrebbero più problemi a essere adottati o reintrodotti nelle colonie a cui appartenevano dopo essere stati sterilizzati. Per difenderli e salvarli, tutti questi felini, che non avrebbero un luogo sicuro dove stare, entrano a far parte del programma Cats at Work.

Cats at work contro i topi, come funziona

Il metodo prevede la collocazione di due o tre mici alla volta davanti alle residenze o alle aziende. Cibo, acqua e riparo devono essere offerti dai proprietari delle case o delle imprese commerciali, in cambio del “lavoro” attento e preciso che i gatti fanno per loro. Il fatto di renderli sazi è per evitare ai roditori di essere cacciati e uccisi. L'idea è quella piuttosto di metterli in allerta con la presenza di nuovi inquilini "sgraditi" e quindi far loro abbandonare quella zona.

Ratti e topi, secondo i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, sono responsabili della diffusione di oltre 35 diverse malattie in tutto il mondo, tra cui peste, hantavirus e diversi tipi di febbri emorragiche. La lotta per eradicarli, però, è un problema per nulla risolto a Chicago, città che nel 2020 per il sesto anno consecutivo è stata inserita in cima alla Top 50 Rattiest Cities List dalla società statunitense di disinfestazione Orkin.

Il Covid ha peggiorato ancora la situazione

Nell’anno del Covid, la presenza dei roditori è aumentata esponenzialmente, creando forte preoccupazione sia per i proprietari di case che per i titolari delle aziende commerciali. La presenza di roditori è diventata così rilevante da mobilitare anche i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie attraverso la pubblicazione di materiale informativo sulle modalità per tenere i ratti lontani dalle proprie proprietà.

Il problema è peggiorato nella primavera scorsa, quando la chiusura dei ristoranti a causa della pandemia ha costretto i topi a trovare nuove fonti di cibo. Infatti, senza i rifiuti alimentari da consumare, i roditori hanno cercato risorse da altre parti. Tra queste, le proprietà commerciali hanno offerto un habitat ideale per i topi che così si sono riprodotti rapidamente e in grandi quantità.

Questo però ha causato gravi danni alle strutture perché  i topi, grazie a mascelle molto forti, hanno una capacità di scavare sorprendente e con i loro denti anteriori sovradimensionati rosicchiano e masticano un’ampia varietà di oggetti, inclusi cavi elettrici, tubi dell'acqua e linee del gas. Per non parlare poi dei problemi di salute: i roditori sono in grado di contaminare il cibo attraverso agenti patogeni che possono causare intossicazione alimentare o leptospirosi.

Chicago non è l'unico posto negli Stati Uniti che si è rivolto ai gatti per combattere il problema dei topi. Anche la Feral Cat Initiative di New York ha lanciato nel 2016 un programma pressoché identico presso il Jacob K. Javits Convention Center, un centro conferenze nel quartiere di Manhattan.

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Simona Sirianni
Giornalista
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