Mila ha provato a farsi sentire miagolando: era rimasta a terra. Così il portellone del traghetto si è chiuso e la nave è partita, lasciandola a terra, chiusa nel suo trasportino, nel porto di Genova. Quando il suo pet mate se ne è accorto ormai era troppo tardi.
Invece, grazie al microchip e ad una indagine dell'Als3 veterinaria e della polizia locale di Livorno "si è compiuto un piccolo miracolo". Ma andiamo con ordine, sabato 8 ottobre la Croce Gialla Soccorso animali di Genova viene chiamata per una gatta abbandonata al Terminal Traghetti, il milite la recupera e trasposta al canile municipale Monte Contessa dove chiede al veterinario di verificare se avesse il microchip. La capsula elettronica sotto pelle c'è e rivela i dati della micia: si chiama Mila, ha otto anni e la sua persona di riferimento risiede a Livorno.
Da qui partono le ricerche del dottor Paolo Allasio e dei suoi colleghi per rintracciarlo: «C'è voluto un po' a capire da dove arrivasse, se si fosse davvero imbarcato oppure magari si era sentito male – racconta a Kodami – Non si sapeva nulla ma il microchip ci ha fatto sperare bene, non ad un abbandono. Doveva essersi trattato di un inconveniente».
I veterinari, non essendoci una banca dati nazionale, hanno cercato il pet mate regione per regione e alla fine è saltato fuori che era residente in Toscana. «I colleghi ci hanno aiutato – racconta Paolo Allasio – C'era un numero di telefono nella scheda anagrafica ma questa persona risiede all'estero e non riceveva le chiamate. Allora ci siamo rivolti alla polizia locale di Livorno».
I vigili toscani non si tirano indietro: «Gli agenti sono stati molto collaborativi prendendosi a cuore questo caso non umano ma felino – commenta il veterinario – Sono andati presso il suo domicilio in Toscana appunto e, chiedendo ai vicini di casa, hanno raccolto un po' di informazioni e sono riusciti a contattarlo». Il pet mate non poteva credere alla sue orecchie e nei prossimi giorni verrà a riprendere Mila a Genova.
La storia di Mila dimostra quanto si utile l'utilizzo del microchip anche per i gatti ma al momento non c'è ancora obbligo a livello nazionale di metterlo ai gatti come invece è per i cani, soltanto alcune regioni lo hanno introdotto. «In Liguria è obbligatorio mettere il microchip solo quando il gatto viene ceduto – spiega il dottor Allasio – invece se una persona prende un gatto da quando è nato e se lo tiene in casa per tutta la vita non deve essere registrato per legge». Ma il gatto può anche allontanarsi o essere rapito: tutte situazioni in cui il sistema di registrazione dati su scala nazionale risulta utilissimo.
Un altro problema è poi rappresentato dal fatto che le anagrafi regionali, anche quelle canine, non sono ancora messe a sistema. Le informazioni regionali non confluiscono in una banca dati nazionale, anche se il Ministero della Salute nella precedente legislatura aveva promesso entro un anno la realizzazione del portale, in modo che tutte le anagrafi regionali "parlassero" tra loro.
Per ora, quindi, la buona notizia è che una gatta persa in porto, grazie al microchip e alla volontà di professionisti sensibili alla causa, potrà presto tornare in braccio al suo pet mate.