Una gatta di colonia è morta lunedì 5 febbraio a Roma dopo essere stata morsa da un cane portato a passeggio dalla sua pet mate senza guinzaglio. È successo in piazza Cardinali, tra i quartieri di Tor Pignattare e del Quadraro, e a denunciare sono stati i volontari dell’associazione I gatti di Tor Pignattara, che da tempo si occupano della gestione della colonia.
L’episodio ha suscitato indignazione non soltanto perché la morte della gatta si sarebbe potuta evitare se il cane fosse stato al guinzaglio, ma anche perché la pet mate si è allontanata senza soccorrere l’animale e senza allertare i volontari: «La signora, che portava a spasso altri due cani (potrebbe essere una dog sitter), si è allontanata velocemente, lasciando la gattina moribonda – spiegano dall’associazione I gatti di Tor Pignattara – purtroppo quando siamo più tardi intervenuti, chiamati da un passante, per la gattina non c'era più nulla da fare». Da qui l’appello a chiunque conosca la donna o il cane, identificato in un Alano dai testimoni.
Dell’accaduto si sta occupando anche l’associazione Earth Odv, che ha duramente condannato il comportamento della donna: «È inaccettabile e contravviene non solo alla normativa vigente che richiede il controllo adeguato degli animali domestici durante le passeggiate con l'uso del guinzaglio, ma anche ai principi fondamentali di rispetto e compassione verso gli esseri viventi – sottolinea Valentina Coppola, presidente di Earth – desidero esprimere il nostro sgomento per la tragica morte della gattina, condanniamo fermamente l'atteggiamento irresponsabile e disumano della persona coinvolta. Portare i cani a passeggio senza guinzaglio non solo è illegale, ma può anche portare a conseguenze gravi e irreparabili, come dimostra questo terribile incidente».
L’associazione ha quindi deciso di procedere sporgendo denuncia alle forze dell’ordine: «Chiediamo il massimo supporto da parte della comunità affinché coloro che hanno assistito alla scena o possiedono informazioni sulla persona che conduceva i cani possano fornire la propria testimonianza – conclude Coppola – anche in forma anonima, affinché l'atroce morte della gattina non rimanga impunita».