La questione della nomina del Garante dei diritti degli animali della Campania arriverà sul tavolo del Consiglio di Stato. Lo annuncia a Kodami Stella Cervasio, giornalista e attivista, che contesta la «superficialità» del Consiglio regionale per le questioni che riguardano gli animali.
Recentemente il Tar della Campania ha rigettato il ricorso presentato da Cervasio contro il decreto con cui il Presidente del Consiglio regionale aveva nominato il veterinario Giovanni Ferrara. Secondo la giornalista e presidente dell'associazione APS Animal Day Napoli «sussistono delle inadeguatezze nella metodica delle nomine dei Garanti diritti animali a tutti i livelli e in tutti gli enti».
L'attivista, che fino al 2021 ha ricoperto la carica di Garante dei diritti degli animali per il Comune di Napoli, spiega: «Ho ritenuto di presentare un ricorso che non era diretto alla persona che ricopre la carica, che si è rivolta a me in più occasioni nella mia veste di Garante negli anni passati, trovando sempre comprensione e accoglienza. Piuttosto metto in discussione e lo farò sempre, fino a che le cose non cambieranno, innanzitutto lo scarso valore dato a chi ricopre tali cariche, motivato dal fatto che dalla politica gli animali sono equiparati alle cose, e non ad esseri viventi e senzienti».
Quella del Garante degli animali è una nomina attesa da lungo tempo in Campania. Il primo avviso era stato pubblicato nel 2019, nel 2022 c'era stata l'assegnazione dei termini per la presentazione di nuove candidature, ed è in questa seconda tornata che è rientrato Ferrara. Per la nomina però si è atteso fino a ottobre 2023 quando i consiglieri campani scelsero Ferrara con 30 voti su 45. Per numero di voti seguirono Vincenzo Desidery dell'Anpana Fmc, e la stessa Cervasio. La candidatura di quest'ultima fu sostenuta da alcune delle associazioni maggiormente attive sul territorio per la tutela di animali e ambiente tra cui: Horse Angels, Asoim, Ardea, Gea e Lipu.
Oltre ai tempi prolungati, Cervasio nel suo ricorso al Tar aveva sollevato anche la questione del conflitto d'interesse. Il Garante in carica è infatti un medico veterinario, responsabile del canile Dog's Town di Pignataro Maggiore, nel Casertano, e tra le varie attività effettua servizi pubblici di gestione del randagismo per conto di alcune amministrazioni comunali e delle Asl.
«Stigmatizzo e lo farò finché non verrò ascoltata, il latente conflitto di interessi tra chi dovrebbe tutelare i diritti degli animali come autorità terza e indipendente mentre svolge una attività lavorativa remunerata e controllata dallo stesso ente che, come Garante, dovrebbe controllare – sottolinea l'attivista – Ciò vale non solo per chi è iscritto all'albo dei medici veterinari, ma, a maggior ragione, per chi detiene cani come attività professionale remunerata dallo stesso ente che non solo lo nomina ma che, ribadisco il concetto, dovrebbe egli stesso controllare».
La giornalista non intende fermarsi alla sentenza del Tribunale amministrativo e intende presentare ricorso ad altre Corti: «La sentenza del Tar che ha bocciato il ricorso ha in sostanza sostenuto che la segretezza del voto rendeva l'ultima nomina di garante regionale "legittima". Come se fosse consentito ad un organo politico quale il Consiglio regionale, soggetto alle logiche delle contingenti maggioranze, nominare chiunque prescindendo da qualsiasi requisito. Nel merito, non una parola dal Tar Campania. Andremo oltre, alla ricerca, solo per gli animali e nient'altro, di un "giudice a Berlino"».