Venti pollai e una ventina di galline in mostra ad Artissima, la fiera dell’arte contemporanea in questi giorni a Torino. Pollai artistici, ovviamente, immaginati dal duo Vedovamazzei e allestiti da Giannoni & Santoni all’interno di un percorso espositivo studiato appositamente per le sale liberty di Villa Sanquirico con la direzione artistica di Nicolas Ballario. NEW EGG è un progetto artistico concettualmente supportato da Paolo Parisi, il più famoso produttore italiano di uova di altissima qualità, che gioca sul doppio binario della provocazione artistica e delle tematiche ambientaliste e che ha come obiettivo ripensare un nuovo rapporto con la natura. Dove però la presenza di galline vive, pur protette e rispettate tanto da aver reso obbligatoria la contingentazione dei visitatori per non disturbarle, lascia sempre aperta la strada al dubbio sulla legittimità etica della loro presenza, esseri senzienti in mostra per intrattenimento umano.
Sensibilizzazione o sfruttamento, dunque? NEW EGG sarà a Torino da giovedì 2 a domenica 5 novembre. «La sezione OFF della nostra azienda è nata con l’intento di far incontrare arte e natura – spiega Antonio Giannoni, AD del brand – Il rispetto per il mondo animale passa anche da lì: dal volerli accudire. Non c’è modo migliore di sottolineare la bellezza e l’importanza delle galline che attraverso l’arte contemporanea». L’idea è quella di «concepire degli spazi in cui estetica e funzionalità si fondano, capaci di rispondere al meglio alle esigenze e al benessere dell’animale, studiati affinché la gallina si senta comoda, libera e, soprattutto, al sicuro».
Con quest’ottica i pollai in esposizione sono stati realizzati a mano secondo la visione artistica di Vedovamzzei che, coadiuvato da un gruppo di architetti, ha ideato dei contenitori di legno i cui esterni presentano messaggi dallo spirito ironico secondo lo stile dei due artisti. L’emigrazione, la casa, la gestione delle risorse naturali sono i temi centrali della riflessione artistica che si esprimono attraverso gli ironici messaggi che contraddistinguono ogni pollaio. «Ogni pollaio lancia infatti grandi messaggi – spiega il curatore Nicolas Ballario – Dal ‘ci costerà carissimo’ che ci ricorda tutti gli atteggiamenti autodistruttivi degli esseri umani, fino al diritto alla casa con una scritta spray (realizzata dalle galline stesse?) che dice ‘casa occupata’ con un aspetto un po’ anarchico. C’è poi un pollaio tutto in oro, un altro dove Eraclito, Platone e Aristotele ci dicono la loro sul consumo di uova e molto, molto altro».
Tutto però pensato dall’ottica del benessere animale: gli ambienti creati ad hoc secondo le esigenze delle galline, la presenza limitata dei visitatori, i materiali usati, la libertà di movimento. «La prerogativa di un ottimo pollaio è quella di far sentire le galline al sicuro, per questo i pollai NEW EGG sono pensati per essere facilmente apribili e chiudibili – spiegano gli organizzatori – Le galline – proprio come gli esseri umani – la notte si sentono a proprio agio solo se in un ambiente buio e chiuso (gli interni sono in acciaio inox), mentre al mattino sarà sufficiente “aprire” il pollaio realizzato su più livelli e lasciare la gallina libera di decidere quando – e soprattutto se – uscire da una porta laterale facilmente individuabile. Tutte le superfici sono facilmente estraibili e lavabili. Lo sportello superiore è quello che custodisce il nido, progettato da un team di esperti secondo gli ultimi parametri nello studio del deposito dell’uovo».
L’immediato riferimento che fa scattare la visione dei pollai di Vedovamazzei è quindi – per contrasto – la situazione di sofferenza profonda in cui vivono le galline negli allevamenti intensivi: le immagini a cui ci hanno abituato le indagini sotto copertura che più volte hanno testimoniato l’assenza di spazio e di luce, la mancanza di igiene, le malattie, il cannibalismo, la crescita forzata, la crudeltà della riproduzione forzata. Le opere di Vedovamazzei parlano invece della possibilità di concepire, almeno nell’immaginario artistico, spazi in cui estetica e funzionalità riescano a fondersi, capaci di interpretare le esigenze del benessere dell’animale.
Rimane il dubbio sulla presenza delle galline vive in un’esposizione. Non è la prima volta che gli animali vengono utilizzati in performance artistiche e sono molti i precedenti anche molto prestigiosi, a cominciare dall’artista inglese, vera e propria superstar del contemporaneo, Damien Hirst e del belga Jan Fabre che in una performance del 2012 an Anversa arrivò persino a lanciare gatti in aria. In questa occasione invece sembra che l’obiettivo sia proprio quello di far riflettere sul benessere in cui dovrebbe vivere l’animale. Per farlo, però, l’animale stesso diventa protagonista, senza volerlo, di una performance. E, suo malgrado, utilizzato per l’intrattenimento. Una spettacolarizzazione di esseri senzienti che poco possono fare per scegliere se apparire o meno in un contesto a loro completamente estraneo.
Tanto da far pensare, malgrado la premessa di Bellario che sottolinea come «la cifra del nostro pollaio è la stessa di Vedovamazzei: l’ironia. Ma è un’ironia colta, sofisticata, non fine a sé stessa» ad un cortocircuito intellettuale: da un lato la riflessione sul benessere animale e sulle potenzialità che l’intelletto umano avrebbe nell’architettare la sua realizzazione e dall’altro lo sfruttamento di animali vivi che, proprio per le regole base del benessere animale, andrebbe evitato in ogni forma e circostanza, anche per il supremo bene dell’arte comune.