Che cosa ci fa una gallina nel fossato del Castello Normanno Svevo di Bari? Se lo saranno chiesto probabilmente anche i turisti che in questi giorni arrivano numerosi in città. La domanda, però, è più che lecita perché, sebbene possa sembrare uno scherzo, riguarda un episodio realmente accaduto nel capoluogo pugliese. La storia di questo uccello, del resto, poteva finire davvero male. La sua presenza era stata segnalata nella mattinata ad alcuni volontari.
Qualcuno si era accorto di un insolito visitatore ai piedi delle torri della struttura fortificata, in un punto in cui normalmente non è consentito l’accesso alle persone. Una presenza che poteva risultare anche curiosa, in quello spazio verde che i passanti sono abituati a guardare dall’alto. Si sa, però, che la minaccia rappresentata da potenziali predatori, anche se apparentemente dolci come i gatti che si aggirano nella zona, rischiava di trasformare la gallina in un inaspettato fuori menù.
Così, in poco tempo, la macchina organizzativa dei volontari si è messa in movimento. Patrizia Giaquinto, Presidente dell’Associazione Nati per Amarti ODV e responsabile del Canile Sanitario di Bari, ha lanciato un appello prima per il recupero e poi per l’adozione: «Qualcuno ha abbandonato una gallina buttandola nel fossato del Castello Svevo, dove i gatti non vedono l’ora di sbranarla – ha scritto sui suoi canali social – qualcuno può offrirle ospitalità? Accogliendola senza farla finire in padella? Serve qualcuno per il recupero e poi soprattutto qualcuno per l’adozione».
Una richiesta che in poco tempo ha trovato risposta, con tanti amanti degli animali che hanno fornito la propria disponibilità. In questi casi, infatti, la difficoltà sta proprio nella ricerca di un adottante affidabile, disposto ad accogliere l’uccello in condizioni adeguate e soprattutto senza che gli faccia del male. Al contempo bisogna valutare anche le dinamiche sociali della specie. In un primo momento, infatti, si credeva fosse un galletto. Come insegna il proverbio, infatti, non ci possono essere troppi galli nel pollaio. Nel caso specifico, in realtà, il galletto si è rivelato una gallina.
«La buona notizia è che non finirà in padella – ha scherzato raccontando l’accaduto a Kodami una delle volontarie che si sono occupate delle operazioni – la gallina è stata recuperata e l’ho portata personalmente a Mariotto, in provincia di Taranto, da una signora con una masseria che tiene altre galline libere. Appena siamo arrivati abbiamo messo una ciotola con dell’acqua ed era assetatissima. Bisogna ringraziare Nicola Monno del Nucleo Operativo Recupero e Tutela della Fauna Selvatica che con un retino è riuscito a prenderla e a metterla in un trasportino per gatti che ho sempre con me. Tutti dicevano che era un galletto, per via della cresta, ma la signora che l'ha accolta ha detto che si tratta di una femmina. Col tam tam creato grazie al post di Patrizia è stato più facile valutare tra le tante proposte».
Alla fine la vicenda, si è conclusa, con un po’ di fortuna e con lo spirito di abnegazione dei volontari, più che bene. Resta però il mistero su come una gallina si sia trovata da sola, in pieno centro, in una città grande come Bari. In passato ad essere gettato nel fossato era stato un cane. L’animale era stato salvato e, ribattezzato Svevo come il castello, aveva trovato per fortuna adozione. L’abbandono, a prescindere da quale sia la vittima del gesto, resta un comportamento da condannare fermamente e per il quale, lo ricordiamo, anche la legge non fa differenza: che si tratti di animale domestico o di altro animale che abbia acquisito le abitudini della cattività, il codice penale lo classifica come reato.