Galleggiare a pelo d’acqua immersi in un mare cristallino in cui nuotano decine di squali. Il video è stato condiviso su Instagram a inizio aprile da un tour operator specializzato in viaggi alle Maldive, e nel giro di poche settimane è diventato virale per le immagini.
Gli squali immortalati nel video, girato con un drone da Saaidh Abdul Wahid, fotografo e videomaker, sono squali nutrice, una specie notturna che trascorre gran parte del giorno in grandi gruppi che restano di fatto inattivi (come quelli del filmato), riposando, e che si nutre principalmente di crostacei, molluschi, piccoli pesci e altri invertebrati come i polpi, i granchi, le aragoste, i gamberetti, i ricci di mare e le lumache di mare, oltre che di alghe e coralli. Il cibo viene risucchiano all’interno della piccola bocca grazie alla profonda e potente laringe mentre lo squalo nuota velocemente.
Gli squali nutrice sono considerati generalmente innocui per l’uomo (anche se sono stati riportati alcuni sporadici morsi) a patto chiaramente di adottare nei loro confronti un atteggiamento sempre rispettoso della loro natura e del loro habitat e mai minaccioso.
Il nuoto con gli squali, d’altronde, è diventata un’esperienza molto ricercata da tantissime persone desiderose di trascorrere una vacanza immersi, letteralmente, nella natura e vivere l’emozione che questo genere di esperienze regala, osservando da vicino alcuni tra i più rari e affascinanti animali nel loro habitat. Numerosi Paesi e strutture offrono la possibilità di nuotare con gli squali in mare aperto, e a seconda della tipologia di squalo e delle capacità della persona (sub professionisti, amatoriali o con minima esperienza) con o senza gabbia di protezione. Nel caso degli squali nutrice è possibile nuotare con loro senza gabbia, tenendo anche conto che di giorno sono, come detto, inattivi e che l’istinto da predatore si risveglia di notte, quando vanno a caccia per nutrirsi. Nel caso del tour operator delle Maldive, oltre al video del nuoto con gli squali ne sono stati condivisi altri in cui si vedono decine di razze sfiorare i piedi di una turista sdraiata a riva, o un’altra turista nuotare a poca distanza da un gigantesco squalo balena.
Resta comunque il fatto che per gli squali carnivori l'uomo può diventare una preda, anche se gli incontri ravvicinati sono rari e gli attacchi mortali ancora di più. Stando allo Yearly Worldwide Shark Attack Summary del 2021, la ricerca annuale firmata dal Florida Museum of Natural History riguardante gli attacchi di squali a esseri umani, lo scorso anno sono stati 73 i casi confermati non provocati (quelli cioè in cui gli uomini non avevano cercato il contatto con lo squalo provocandone la reazione), in linea con la media quinquennale più recente (2016-2020) di 72 incidenti all’anno. Le vittime sono state 11 vittime, 9 delle quali sono state assegnate come non provocate, un numero invece superiore alla media di 5. Stati Uniti e Australia sono i Paesi in cui si registrano la maggior parte degli attacchi, rispettivamente con 47 e 12 casi confermati. Qualche settimana fa si è invece registrato un attacco mortale in Colombia da parte di uno squalo tigre, a farne le spese un italiano che si era immerso in un'area marina protetta dove la presenza degli squali tigre (specie protetta e in via di estinzione) era già stata segnalata con la raccomandazione a non entrare in acqua.