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10 Novembre 2022
11:27

Fra i due maiali litiganti il terzo fa la pace, così i suini risolvono i conflitti

Uno studio dell'Università di Torino ha approfondito la fitta dinamica sociale fra maiali domestici: dopo un conflitto fra due maiali un terzo esemplare si avvicina a uno dei due per abbassare il numero di attacchi o alleviare lo stress e lo fanno principalmente nei confronti degli estranei.

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Il vecchio detto "fra i due litiganti il terzo gode" non è sempre vero, soprattutto fra i maiali. Un nuovo studio suggerisce che quando due maiali stanno combattendo, un terzo può intervenire frapponendosi per ridurre il numero di attacchi da parte dell'aggressore o lo stress della vittima.

Nonostante a noi sembrino animali tranquilli il cui pendolo della vita oscilla fra dormire e mangiare, in realtà i maiali possiedono una sfera emotiva piuttosto complessa. Infatti, le cose che accadono in una fattoria sono molte e coinvolgono numerosi aspetti della vita sociale di un animale. Possiamo immaginare che ogni esemplare sia legato con un filo invisibile a ogni compagno con cui condivide lo spazio vitale e che tutti insieme formino una matassa di relazioni complesse.

Questi fili possono essere tesi, rilassati e attorcigliati nelle diverse attività quotidiane: affrontare la calca durante l'ora dei pasti, l'aggressività degli esemplari più grandi che vogliono accedere al cibo per primi o le tensioni sessuali fra maschi e femmine che si complicano ancor di più nel caso queste abbiano dei piccoli. A volte è possibile che un filo venga teso più del necessario e la sua rottura porti a una escalation di aggressività. È normale, dunque, pensare che i maiali abbiano sviluppato un modo per poter mitigare eventuali aggressività sociali e, come bravi sarti, ricucire quei fili spezzati.

Un recente studio di un team di ricercatori dell'Università di Torino, pubblicato sulla rivista Animal Cognition, ha rivelato proprio un metodo con cui i maiali riescono a risolvere i conflitti fra due individui: un terzo esemplare funge da pacificatore, evitando che l'esemplare più aggressivo continui ad attaccare l'altro o garantendo un maggior tranquillità per l'individui più stressato.

Come fanno la pace gli animali?

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Pacificare gli animi ed evitare che nel proprio gruppo sociale avvengano scontri violenti è fondamentale non solo per gli animali coinvolti ma per tutti gli individui che hanno legami con loro. Questo avviene principalmente negli animali sociali in cui la risoluzione dei conflitti e una riconciliazione comportano un abbassamento della tensione in tutti i membri del gruppo. L'inserimento di un terzo animale che fa da mediatore non è un fenomeno diffuso in molti gruppi animali ed è chiamato "contatto triadico".

Contatti simili sono stati osservati, ad esempio, fra i gorilla. Uno studio del 2008 pubblicato sulla rivista American Journal of Primatology, in particolare conferma i gorilla che osservano una scena di lotta fra due individui tendono a intromettersi avvicinandosi in egual misura sia alla vittima che al soggetto aggressivo. Così facendo entro pochi minuti dal contatto i due esemplari si calmano e poco dopo avvengono già i primi comportamenti pacificatori tra cui il grooming, la pulizia del mantello effettuata su di se o su un altro individuo.

Un altro gruppo di mammiferi altamente sociali che mette in pratica la stessa tecnica di pacificazione triadica sono i canidi. Una ricerca del 2008 pubblicata su Ethology mostra come i conflitti fra i lupi a volte vengano appianati tramite l'intrusione di un terzo esemplare pacificatore nel conflitto. L'esempio più evidente di cui almeno una volta nella vita abbiamo avuto esperienza, però, è proprio nell'uomo. I famosi etologi Verbeek e de Waal nel 2001 hanno pubblicato uno studio su come anche i bambini in età prescolare mostrano lo stesso contatto triadico. Nel momento in cui si presenta un bisticcio fra due compagni, infatti, i bambini tendono a intromettersi per pacificare gli animi e l'intromissione cambia di intensità a seconda se si tratta di un bambino sconosciuto o no.

Apparentemente in questi gruppi di mammiferi i suini non sembrano centrare granché, ma il motivo per cui non esistono studi su questo aspetto nei maiali è perché sono animali estremamente sottovalutati. In letteratura sono presenti moltissimi studi riguardo i metodi per allevarli, il loro caratteristico fiuto, la possibile trasmissione di malattie e molto altro, ma poco è noto riguardo i loro comportamenti nei gruppi sociali.

Come fanno la pace i suini?

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Il team di ricercatori italiano ha osservato come un gruppo di 104 maiali risolve i conflitti tenendo conto non solo delle loro caratteristiche fisiche, ma anche genetiche. Gli autori, infatti, hanno testato il DNA di 31 suini di diverse generazioni per determinare il grado di parentela di tutto il gruppo. Hanno quindi osservato e registrato le interazioni tra i suini da giugno a novembre 2018, prendendo nota di tutti i comportamenti aggressivi come testate, spinte, morsi e il sollevare di peso un altro maiale per scansarlo. In fine hanno osservato il comportamento dei maiali nei tre minuti successivi al conflitto per scoprire in che modo il grado di parentela, l'età e il genere influissero sulla riappacificazione.

I comportamenti legati alla pace fra suini sono sicuramente diversi da quelli di tanti altri mammiferi. Ad esempio è possibile che sia l'aggressore che la vittima cerchino il contatto naso-naso oppure possono sdraiarsi fianco a fianco con uno dei due che può addirittura poggiare la testa sull'altro. Questi comportamenti riguardano tutti i suini che entrano in conflitto, ma una cosa in particolare ha sorpreso di più i ricercatori: se i due animali si conoscevano poco o niente, la riconciliazione avveniva più spesso rispetto a quando i due suini erano in qualche modo imparentati.

Per comprendere meglio la situazione possiamo immaginare una situazione del genere: passeggiamo con nostro fratello per strada e per sbaglio un passante che va di fretta ci urta. Dopo qualche sguardo tagliente fra nostro fratello e l'estraneo i due iniziano una lite furibonda su chi abbia urtato per primo l'altro. Immaginiamo, dunque, che invece di accostarci a nostro fratello per cercare di calmarlo, ci avviciniamo all'estraneo per rassicurarlo e tranquillizzarlo.

Questo è proprio quello che fanno i maiali e gli autori hanno dato una possibile spiegazione. I suini possono valutare attentamente le relazioni con gli altri individui in base alla stabilità sociale che possono fornire. Tranquillizzare un animale imparentato con noi è meno efficiente poiché verosimilmente quella è una relazione più sicura. Per questo motivo i maiali si pongono "dalla parte" dell'individuo estraneo, ovvero per poter rinsaldare un legame che altrimenti sarebbe molto debole. 

Dunque, i maiali sono possiedono meccanismi di regolazione socio-emozionali più fini di quanto pensiamo. La prossima volta che vediamo tre maiali uno accanto all'altro dovremmo riflettere che non stanno semplicemente dormendo o mangiando insieme, ma stanno rinsaldano i loro legami sociali e chissà che un giorno ricerche simili possano cambiare il nostro immaginario collettivo, tanto da riuscire a modificare persino racconti popolari come la favola dei tre porcellini.

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