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14 Luglio 2022
12:51

Fossili di radiodonti svelano che il superpredatore del Cambriano aveva tre occhi

Uno studio su fossili ben conservati rivela che i radiodonti, antichi precursori di insetti, ragni e crostacei, avevano tre occhi e una netta separazione fra testa e il resto del corpo.

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Stanleycaris hirpex, da Moysiuk et al. 2022

Un'attenta ricostruzione con fossili perfettamente conservati di radiodonte del genere Stanleycaris ha rivelato che questo antico animale marino aveva tre occhi. I ricercatori hanno scoperto che mostravano anche una differenziazione del cervello in due segmenti, un ulteriore tassello che completa il quadro di questi precursori degli artropodi moderni e immette nuovo entusiasmo nella ricerca.

Esaminare reperti fossili in ottimo stato, infatti, è sempre emozionante per i paleontologi: ogni fossile è una fotografia e migliore è lo stato di conservazione e più l'immagine sarà ricca di dettagli. In questo caso i paleontologi dell'Università di Toronto e del Royal Ontario Museum hanno esaminato 268 fossili di Stanleycaris hirpex, un radiodonte vissuto nel cambriano, circa da 541 a 485,4 milioni di anni fa, ricostruendo una "foto" di questo animale che getta una nuova luce sull'evoluzione del cervello degli artropodi moderni, quali ragni, insetti e crostacei, e pubblicando i risultati su Current Biology.

Radiodonta è un ordine di bizzarri artropodi che ha dominato gli oceani nel cambriano, come il famoso Anomalocaris che raggiungeva almeno 1 metro di lunghezza. Immaginare delle creature così strane richiede una notevole fantasia: l'Anomalocaris, ad esempio, aveva una testa dotata di due occhi bulbosi posti su peduncoli, probabilmente rivolti in avanti con un complesso apparato boccale, formato da due differenti strutture, una sorta di bocca circolare e due appendici allungate e articolate, fornite di spine, poste proprio di fronte alla bocca.

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Ricostruzione dell’Anomalocaris di Yinan Chen, tramite Wikimedia Commons

Stanleycaris hirpex, invece, era poco più piccolo rispetto agli altri animali del suo gruppo, anche se il cambriano non spiccava certo per animali di grandi dimensioni. In generale infatti, gli organismi che fluttuavano e si muovevano nelle acque di quel periodo non crescevano più di un dito umano, motivo per cui, in ogni caso, sarebbe stato un superpredatore impressionante.

Questo strano animale, proprio come Anomalocaris, aveva grandi occhi composti, una bocca circolare minacciosa foderata di denti, appendici frontali con un'impressionante serie di spine e un corpo flessibile e segmentato con una serie di lembi galleggianti lungo i lati. I rilievi sui fossili hanno permesso ai ricercatori addirittura di definire che, grazie ai suoi sofisticati sistemi sensoriali e nervosi, era in grado di individuare efficacemente piccole prede nel buio.

A proposito del uso particolare sistema nervoso, è questo ciò che ha reso gli studiosi particolarmente entusiasti: il cervello di Stanleycaris hirpex era composto da due segmenti, il "protocerebro" e il "deutocerebrum", collegati rispettivamente con gli occhi e le appendici frontali. Alcuni fossili sono talmente ben conservati che è possibile anche distinguere dettagli come i centri di elaborazione visiva che servivano ai grandi occhi per elaborare le immagini, e tracce di nervi che entrano nelle diverse appendici.

Fra le sorprese che questa "perfetta fotografia fossile" è riuscita a catturare sicuramente il terzo occhio è quella più inaspettata. Dal cervello, infatti, alcuni nervi si diramano verso quella che potremmo definire "fronte" dell'animale. Questo sottolinea che questi animali erano ancora più bizzarri di quanto pensassimo, ma ci mostra anche che i primi artropodi avevano già evoluto una varietà di sistemi visivi complessi come molti dei loro parenti moderni.

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