Si sono finalmente schiuse le uova delle folaghe che avevano scelto un'imbarcazione nel porticciolo di Ranco per costruire il loro nido. Il proprietario della barca attraccata sulle sponde del Lago Maggiore, anche grazie ai preziosi consigli della sezione LIPU di Gallarate, aveva infatti deciso di attendere la schiusa con pazienza, senza disturbare gli uccelli e il loro nido insolito.
La sua sensibilità è stata quindi premiata ed ora, dopo circa 20 giorni dalla deposizione, i pulcini nuotano e seguono già senza tregua i loro genitori, in attesa che si schiudano anche le ultime due uova rimaste sull'imbarcazione: «Sono felice di aver aspettato a usare la barca e di aver seguito da lontano la covata e la schiusa – ha commentato l'uomo – sono nati quattro bellissimi pulcini e ci sono ancora due uova pronte per la schiusa».
Sebbene sia certamente un episodio curioso, non è affatto strano che le folaghe abbiano scelto un luogo tanto atipico per allestire il loro nido. Questi uccelli acquatici sono infatti estremamente adattabili e poco schizzinosi, proprio queste e altre caratteristiche li hanno perciò resi tra le specie più comuni lungo canali, stagni, fiumi e laghi, anche in città.
Le folaghe hanno infatti imparato a trarre vantaggio dalla vicinanza con l'uomo e la coppia del porticciolo di Ronco ne è l'ennesima dimostrazione. I piccoli – che in gergo tecnico sono chiamati nidifughi – a differenza di altri uccelli che continuano a crescere all'interno del nido, sono in grado di camminare e nuotare già dopo pochi minuti dalla nascita ma impiegheranno circa un mese per imparare a mangiare da soli.
Ci metteranno inoltre circa 60 giorni per imparare a volare e nel frattempo saranno sempre accanto ai loro genitori, che li separeranno in due gruppi per poterli seguire singolarmente e con maggiore attenzione: un gruppetto con papà e un altro con la mamma. Se riusciranno a sopravvivere, tra uno o due anni, toccherà a loro raccogliere il testimone dei genitori e costruire il primo nido, magari in luogo un po' più appartato.
Il proprietario dell'imbarcazione potrà ora riprendere la sua barca e continuare a seguire la famiglia pennuta mentre cresce lungo le sponde del Lago Maggiore. Una bellissima storia di convivenza e rispetto con le altre specie che – il più delle volte a fatica – cercano solamente di ritagliarsi il loro piccolo spazio nel mondo.