L’Assessorato della Sanità, Salute e Politiche sociali della Valle d’Aosta ha reso noto che sono stati diagnosticati nelle settimane scorse, da parte dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale Piemonte-Liguria e Valle d’Aosta, sezione di Aosta, diversi casi di cimurro o malattia di Carré, con isolamento del virus in alcune volpi. Proprio alla luce dei ritrovamenti, altre volpi in cui sono stati riscontrati i sintomi della malattia sono state abbattute.
La Regione ha comunicato anche che, sulla base degli esami effettuati, nessuno degli individui affetti da cimurro aveva contratto la rabbia silvestre: «La diagnosi dimostra che la malattia è presente sul territorio regionale sin dall’inizio dell’autunno, ma la sua estensione è ancora in via di definizione, in quanto sono ancora in corso degli esami così come l’indagine epidemiologica – fa sapere l’Assessorato – È importante ricordare che il cimurro è una malattia che non colpisce l’uomo, ma i carnivori selvatici e domestici, e in essi si diffonde per contatto diretto o attraverso le escrezioni urinarie e fecali o le ciotole e il cibo di cani infetti».
Il cimurro colpisce infatti prevalentemente i cani in giovane età, e si manifesta con problemi al sistema nervoso (con possibilità di paresi) oppure con complicazioni respiratorie. È anche possibile che il cane infettato dal virus non riesca più a fare rientro presso la propria abitazione: «È una malattia che non va sottovalutata e che può portare a conseguenze gravissime se contratta dall'animale domestico – sottolineano ancora dalla Regione – L'unico modo per evitare al cane questa dolorosa patologia è la vaccinazione preventiva. Per questa ragione, si consiglia a tutti i pet mate di controllare lo stato vaccinale del proprio animale e provvedere eventualmente alla vaccinazione, a discrezione del medico veterinario curante, in modo da escludere la possibilità di contagio».
Il cimurro è un virus la cui trasmissione avviene per contatto diretto. Gli esiti possono essere mortali (intorno all'80% dei casi) e i sintomi prevedono vomito, diarrea, dispnea, febbre, congiuntivite e tosse. La malattia infettiva colpisce, come detto, i cani domestici e altri canidi come le volpi, appunto, ma anche i lupi e altre specie di carnivori. Non si trasmette agli esseri umani, va ribadito, e il virus è da combattere con la prevenzione attraverso vaccinazione.
La richiesta della Regione in chiunque notasse i sintomi descritti nei carnivori selvatici, che si avvicinano alle case con perdita dell’abituale senso di diffidenza, è quella di segnalarlo alla stazione forestale più vicina, così come si invitano i medici veterinari che facessero diagnosi di tale patologia a darne comunicazione alla struttura di sanità animale del dipartimento di prevenzione dell’Azienda Usl.