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6 Giugno 2023
10:57

Foca monaca avvistata sulla costa tra Israele e Palestina: è la prima volta

Yulia, un raro esemplare di foca monaca, era stata avvistata sulla costa israeliana a metà maggio. Ora è riapparsa a Gaza, in pieno territorio palestinese. Accolta come una star da entrambe le parti, l'esemplare si sta spostando verso il confine con l'Egitto. Per Gaza si tratta del primo avvistamento documentato.

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Yulia sulla costa di Gaza (PalestineOnLIne)

Da Israele a Gaza, messaggera, forse, di pace. Yulia, un raro esemplare di foca monaca, era stata avvistata a largo della costa israeliana a metà maggio. Da allora, giorno per giorno, gli ispettori e i volontari dell'Ente Natura e Parchi israeliano l’hanno monitorata per evitare che i curiosi le si avvicinassero e nel frattempo hanno condiviso con altri studiosi le sue foto.

Proprio dalle sue foto i ricercatori turchi dell'International Union for Conservation of Nature  hanno riconosciuto Julia come una foca che avevano già visto in passato: era stata avvistata in Turchia e Grecia e chiamata Tugra. Intanto Yulia, ormai una piccola star in grado di portare un po’ di leggerezza e di bellezza nelle giornate degli scontri tra Gaza e Israele, continuava placidamente ad alternare lunghe dormite sotto il sole a nuotate lungo brevi tratti di costa. Alla fine è riapparsa a Gaza, pieno territorio palestinese, segno che per lei i confini hanno poco senso. E che un animale può trasformarsi anche in un innocente messaggero di pace.

La dottoressa Mia Elser, della Delphis Association, un'organizzazione con sede ad Ashdod che ricerca e protegge i mammiferi marini, ha detto che la foca monaca del Mediterraneo è uno dei 12 mammiferi più rari al mondo. Si pensa che ne rimangano circa 700, la maggior parte dei quali vive sulle coste di Grecia, Turchia e Cipro, mentre altre potrebbero vivere al largo della costa del Sahara occidentale e della Mauritania. «Il loro tasso di riproduzione — ha spiegato la dottoressa – prevede una nascita ogni due-tre anni. Il che vuol dire una probabilità di estinzione molto alta». Mia Elser sostiene anche che «negli ultimi anni ci sono stati centinaia di avvistamenti della rara foca nell'acqua» dando speranza che questi mammiferi possano un giorno tornare in Israele, anche se sulle sue coste non se ne vedono praticamene mai. Questa, in particolare, è stata chiamata Yulia da Muhammed, un ragazzino che era sulla spiaggia quando la foca è stata scoperta e ha aiutato i ricercatori di Delphis a impedire che altri bambini la infastidissero mentre riposava.

Anche l'autorità per la natura e i parchi israeliana è rimasta sulla spiaggia tutta la notte per sorvegliare Yulia, cominciando poi a fornire aggiornamenti sulle sue condizioni e su i suoi spostamenti.  Aggiungendo però una serie di regole per evitare di infastidirla e di costringerla ad allontanarsi. «Prima di tutto: mantieni le distanze! Questo è un animale selvatico e non dovrebbe essere disturbato. Segnalaci sul sito:  o direttamente per telefono (050-3225227 – Mia), in modo che i ricercatori dell'associazione possano raggiungere il posto. Fotografare (a distanza e senza flash!) la foca. Si consiglia di girare sia in foto che in video. Se l'animale è sulla spiaggia, tieni lontano i cani (al guinzaglio), stai zitto e non puntare le torce verso l'animale».

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Il post su Palestine on line, che annuncia la presenta di Yulia nel paese

Anche a Gaza il suo arrivo sulle coste è stato segnalato con grande rispetto e curiosità. L'associazione dei pescatori – secondo quando riferito dalla televisione israeliana Canale 13 – ha subito fatto appello alla popolazione di non molestarla in alcun modo, in quanto si tratta di una specie molto rara in questa zona. Dopo averle concesso alcune ore di riposo sulla sabbia della Striscia, i pescatori l’avrebbero poi riaccompagnata in mare.

Anche la Delphis Association conferma il suo arrivo a Gaza. «Secondo la pagina Facebook di Abdel Fatah Abd Rabo, professore di scienze ambientali e marine presso l'Università Islamica di Gaza, Julia gira sulle coste della Striscia da circa tre giorni. Un pescatore di Deir El Balah, al centro della striscia, lo aveva infatti contattato mercoledì scorso, sostenendo di aver visto la foca sulla spiaggia di sera, ma appena lei lo aveva notato, era tornata velocemente in mare e lui non aveva avuto modo di fotografarla».

Un’altra segnalazione sarebbe arrivata ad Abd Rabo un paio di giorni dal pescatore Joseph Ashur, che ha visto Julia sulla costa di Rafih, nel sud della Striscia, a circa un chilometro dal confine con l'Egitto. «Ashur ha detto che quando si è avvicinato a una delle rocce ha sentito improvvisamente un respiro pesante. Si è girato per capire da dove veniva il suono, e poi ha visto la foca che riposava accanto a una roccia». Il confronto tra fotografie dei diversi esperti, israeliani e palestinesi, avrebbe confermato che si trattava proprio di Yulia.

«Queste relazioni illustrano solo la necessità e l'importanza di creare uno spazio sicuro per le foche monache in Israele e dintorni – conclude Delphis Association che ha già individuato un contesto naturale locale l’area perfetta per l’accoglienza per le foche di passaggio – il primo obiettivo è ripristinare per Julia e i suoi amici le grotte naturali di Rosh Hanikra. Potremmo anche costruire – per la prima volta al mondo – una grotta artificiale che sarà utilizzata per le foche, permettendo loro di riposare nel lungo viaggio, e magari anche offrire loro un soggiorno permanente sulle spiagge di Israele».

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Yulia fotografata sulla costa israeliana (da facebook)

Gaza ha salutato l’arrivo di Yulia come un vero e proprio evento, segnalando che era la prima volta che una foca monaca veniva avvistata sulla sua costa. «Questo raro evento è la prima segnalazione del passaggio di una foca monaca mediterranea nelle acque marine palestinesi della Striscia di Gaza, ponendo fine a un dibattito decennale sulla presenza o meno di questo raro tipo di mammifero marino nel acque marine della Striscia di Gaza, come evidenziato da precedenti rapporti ambientali locali» spiega il professor Abd Rabo – Le foche monache mediterranee appartengono alla famiglia Phocidae e le stime attuali indicano che ce ne sono 700 o meno che vivono in tre o quattro sottopopolazioni isolate nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico nord-orientale. Possono raggiungere una lunghezza di oltre due metri e un peso medio di 300 chilogrammi. Di solito usano le grotte costiere per riprodursi e riposare, come quelle sulle spiagge di Grecia, Turchia, Cipro, Italia e alcuni altri paesi. La foca monaca mediterranea si nutre di una varietà di pesci e molluschi come polpi e calamari ed è minacciata dal degrado dell'habitat, dall'inquinamento, e dalla caccia».

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Un’altra immagine di Yulia in Israele rima di spostarsi a Gaza
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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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