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19 Dicembre 2022
17:21

Firmato uno storico accordo per la conservazione del 30% di terra e oceani entro il 2030

La Cop15 di Montreal si è conclusa con uno storico accordo per la biodiversità. Tuttavia un gran numero di strumenti necessari per trasformare le intenzioni in azioni concrete sono stati lasciati alla discrezione dei singoli paesi.

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barriera corallina

Si è chiusa oggi la Cop15 di Montreal sulla Biodiversità. I lavori della Conferenza delle Nazioni Unite è terminata con l'approvazione dell’Accordo Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal, con il quale i paesi firmatari si sono impegnati ad arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030.

Il documento prevede l’obiettivo principale di conservare almeno il 30% di terra e oceani rispettando i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali, riconoscendo il loro contributo come custodi della natura.

«Il successo sarà misurato dalla rapidità e coerenza con cui attueremo ciò che abbiamo concordato – ha dichiarato Inger Andersen, direttrice esecutiva del Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, durante la plenaria conclusiva della Cop15 – L'intero Sistema delle Nazioni Unite è orientato a sostenerne l'attuazione, in modo che possiamo davvero fare pace con la natura. Per troppo tempo l'umanità ha calpestato, frammentato, estratto eccessivamente e distrutto il mondo naturale da cui tutti dipendiamo. Ora abbiamo la possibilità di puntellare e rafforzare la rete della vita, in modo che possa sostenere tutto il peso delle generazioni a venire».

La conferenza avrebbe dovuto tenersi nella città cinese di Kunming, ma a causa della pandemia da Covid-19 è stata posticipata e spostata in Canada, pur lasciando la presidenza nelle mani della Cina. Dopo due anni di attesa lavori si sono finalmente aperti mercoledì 7 dicembre 2022 per chiudersi la mattina di lunedì 19 dicembre.

Durante le due settimane di lavoro, la diplomazia della biodiversità ha portato le delegazioni di 195 paesi a discutere la strategia globale per affrontare lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, l'inquinamento, la frammentazione degli habitat e le pratiche agricole non sostenibili. Il risultato prefissato dall'Onu è stato raggiunto, ma solo parzialmente.

Tra gli obiettivi accolti nell'accordo figurano l'impegno a eliminare i sussidi dannosi per la natura del valore di ben 500 miliardi, la valorizzazione e ripristino degli ecosistemi, l'impegno ad arrestare l'estinzione delle specie. Per fare ciò, saranno mobilitati risorse pari a 200 miliardi di dollari all'anno entro il 2030. A lasciare perplessi gli osservatori internazionali, però, è proprio la dotazione finanziaria per il raggiungimento di questi goals cruciali per il Pianeta. Il finanziamento degli sforzi di conservazione infatti è stato lasciato alla discrezione dei singoli Paesi.

«Non abbiamo visto nell’esito dei negoziati la determinazione necessaria a dare una vera svolta nella crisi di natura per i prossimi sette anni come avrebbe richiesto la drammatica situazione che la biodiversità globale sta vivendo», ha fatto sapere il Wwf al termine degli accordi.

Il dibattito, come già osservato in occasione del flop della Cop27, non si è rivelato semplice, e nelle battute conclusive ha registrato la ferma opposizione della Repubblica Democratica del Congo. Il rappresentante della delegazione congolese ha chiesto ai paesi sviluppati di fornire le risorse anche per i Paesi in via di sviluppo. Una richiesta rimasta inascoltata dalla Cina che alle 9 di questa mattina ha approvato l'accordo pur registrando le obiezioni.

Come aveva spiegato a Kodami la rappresentante del Wf, Maria Grazia Midulla, la conservazione della biodiversità passa necessariamente attraverso il sostegno alle realtà del continente africano. Secondo uno dei più recenti Rapporti Onu si cambiamenti climatici, sono più di 3,3 miliardi di persone le persone esposte ad eventi metereologici estremi, e molte di queste si trovano in paesi del continente africani, responsabili del minor numero di emissioni. Sono proprio queste realtà ad essere maggiormente esposte alla perdita di biodiversità.

Alle perplessità avanzate dalla Repubblica Democratica del Congo si sono aggiunte anche quelle di Camerun, Uganda e di altri paesi africani. L'accordo ha invece incassato il plauso della Cina – il ministro dell'Ambiente Huang Runqiu ha detto di essere «orgoglioso» del pacchetto – e dei governi occidentali. Il ministro per l'Ambiente canadese, Steven Guilbeult, si è detto soddisfatto: «Ce l'abbiamo fatta. Il mondo si è unito per raggiungere un accordo storico per proteggere la natura e la biodiversità. L'accordo globale per la biodiversità di Kunming-Montreal è una vittoria importante per il nostro pianeta e per l'intera umanità».

Anche la Commissione europea si è dimostrate del medesimo avviso: «Questo accordo contiene obiettivi e traguardi globali volti a proteggere e ripristinare la natura per le generazioni attuali e future, a garantirne l'uso sostenibile e a stimolare gli investimenti per un'economia globale verde – si legge in una nota – Insieme all'Accordo di Parigi sul clima, apre la strada verso un mondo neutrale dal punto di vista climatico, positivo per la natura e resiliente entro il 2050».

L'obiettivo siglato dalla Cop15 è prò ancora più ambizioso, e sposta il termine al 2030. Al momento, però, solo il 17% delle terre e l'8% dei mari sono protette, e il numero di specie animali sulla Terra complessivamente è diminuito del 69% in soli 50 anni. Resterà da vedere se l'accordo di Kunming-Montreal saprà proteggere realmente gli interessi degli animali e delle persone minacciati dal declino di biodiversità, anche nei paesi in via di sviluppo.

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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