«Finiscila, un colpo secco», è solo una delle frasi utilizzate da uno dei giovani di Rodi Garganico, in provincia di Foggia, per incitare l’amico a infierire su una povera anatra trovata ferita sul ciglio della strada. Non è passato nemmeno un mese dalla terribile vicenda della capretta uccisa a calci e pugni, che ci ritroviamo a segnalare un altro episodio di violenza gratuita e incomprensibile da parte di ragazzi contro un animale.
Secondo quanto ricostruito nel video di una crudezza agghiacciante pubblicato dall'organizzazione animalista Lndc Animal Protection sulla propria pagina Facebook dopo esserne venuta in possesso e che Kodami non riprodurrà come sempre facciamo quando ci sono immagini violente e lesive della dignità e della vita di altri esseri viventi, «un gruppo di 4 ragazzi si avvicina a un'anatra in difficoltà accovacciata su un marciapiede. Uno di loro inizia a infierire con un bastone o una spranga sul volatile fino a ucciderlo, tra le risate dei presenti», scrivono sul social i volontari.
«Purtroppo non è facile risalire all’identità dei ragazzi, perché non si vedono chiaramente in volto e il profilo Instagram che ha ricondiviso il video è privato. In ogni caso, abbiamo subito denunciato sperando che la Polizia Postale riesca a scoprire almeno il nome di chi ha postato quelle immagini». Lndc, quindi, lancia un appello ai cittadini di Rodi Garganico e dintorni: «Se qualcosa sapete o se avete riconosciuto i soggetti coinvolti in questo gravissimo episodio, segnalatecelo, anche in forma anonima: avvocato@lndcanimalprotection.org».
A intervenire in prima persona la Presidente dell’associazione Piera Rosati che torna «ancora una volta a lanciare l’allarme sulle nuove generazioni perché i tanti fatti di cronaca di questo tipo registrati nell’ultimo periodo dimostrano che c’è una vera e propria emergenza». Pensare, infatti, che queste siano soltanto bravate o ragazzate, dice Rosati «è ingenuo e pericoloso, perché è ormai scientificamente provato che i soggetti che compiono questi atti in gioventù hanno grandi probabilità di replicarli in maniera sempre più violenta in età adulta anche nei confronti delle altre persone».
Per questo ribadisce la Presidente dell'organizzazione «le famiglie e le istituzioni devono capire che educare i ragazzi al rispetto della vita non è soltanto un modo per tutelare gli animali, che dovrebbe già essere un motivo sufficiente, in un Paese civile, ma è anche un modo per evitare che questi giovani crescano come individui pericolosi per tutta la collettività. Bisogna intervenire subito e non in modo soltanto punitivo, ma con percorsi di riabilitazione e di rieducazione».
Per quanto giovani o forse proprio per quello, non ci può non essere una condanna senza se e senza verso chi considera un divertimento questi atti di violenza inaudita contro gli animali. E ad allarmare non è solo la giovane età di chi si macchia di queste azioni raccapriccianti, ma anche la totale mancanza di consapevolezza di ciò che si sta facendo e la convinzione, al contrario, che quei gesti siano motivo di vanto pubblico.
Ciò che lascia inorriditi nel video, infatti, non solo solo le immagini, ma sono le risate soprattutto: quella allegria mette i brividi e quelle voci che urlano e incitano a colpire e colpire il povero uccello per ucciderlo, per “finirlo” dato il suo stato di agonia, forse l’unica affermazione a loro insaputa che potrebbe mostrare minimi cenni di compassione, sono la cosa più inquietante perché sono un perfetto esempio di quella banalità del male di cui sarebbe bello fare a meno.