Come è ampiamente noto, il numero delle specie sconosciute supera di gran lunga quelle già scoperte. Tuttavia, questo dato non ci demoralizza affatto; ogni anno, infatti, riusciamo a espandere le nostre conoscenze sulla biodiversità attraverso nuove scoperte. In questo contesto si inserisce una nuova ricerca che vede come protagonista la tortora beccafrutta di Negros, uccello più unico che raro, del quale si hanno finalmente nuove informazioni dopo ben 70 anni. I risultati dello studio sono stati pubblicati su Ibis.
Nel lontano 1953, l'ornitologo filippino DS Rabor si trovava sui pendii boscosi di un vulcano attivo sull'isola di Negros, nelle Filippine. Fu in quel luogo che fece una scoperta straordinaria: l'incontro con l'unico esemplare mai avvistato e catturato della tortora beccafrutta di Negros (Ptilinopus arcanus). Questo uccello presentava un piumaggio di un verde mela vivace, con bordi gialli sulle ali, un'immagine completamente diversa da qualsiasi altra specie di tortora conosciuta fino ad allora. Lo scienziato si rese rapidamente conto di aver scoperto una nuova specie e l'anno successivo, insieme al collega Yale Dillon Ripley, ne descrissero l'aspetto e le attribuirono il nome scientifico Ptilinopus arcanus.
Ebbene si, quello fu l'unico incontro tra un individuo di questa specie e un essere umano. La tortora beccafrutta di Negros è rimasta invisibile all'occhio umano da allora, rendendola uno degli uccelli più enigmatici e poco conosciuti al mondo. Senza nuove informazioni, gli scienziati si sono limitati a formulare ipotesi, sospettando che potesse trattarsi anche di un ibrido tra due altre specie. Tuttavia, tutto ciò è cambiato recentemente: grazie all'uso di tecniche di sequenziamento del DNA, un team di biologi guidato da John Nash, uno studente senior dello Yale College, ha dimostrato che questa è una specie valida, non un ibrido o un individuo anomalo e che si è distinta all'interno della radiazione evolutiva delle colombe della frutta Ptilinopus.
Il tutto è stato reso possibile proprio grazie all'utilizzo di campioni di DNA ultra conservati proprio dell'individuo catturato 70 anni fa, i quali sono stati confrontati e studiati assieme ad altri altri campioni appartenenti a altre 27 specie di tortore della frutta. Dai risultati delle analisi è emerso che Ptilinopus arcanus si è differenziata dalle altre specie di questo gruppo quasi 12 milioni di anni fa, ben prima che l'isola di Negros emergesse dal fondo del mare. Questo suggerisce che P. arcanus avesse una distribuzione molto più ampia all'inizio della sua storia evolutiva, secondo quanto riportano i ricercatori.
Adesso, quindi, possiamo dire di sapere qualcosa in più sull'uccello più enigmatico e sfuggente del mondo. Tuttavia, i ricercatori hanno deciso di spingersi oltre per facilitare eventuali futuri studi volti volti a localizzare e preservare la specie, che potrebbe ancora esistere allo stato selvatico. Hanno ricostruito, quindi, la sua storia biogeografica, identificando diverse zone poco esplorate, in particolare le foreste montane nel Parco Nazionale del North Negros e nella vicina isola di Panay, come aree che dovrebbero essere urgentemente esaminate in quanto potrebbero ospitare eventuali membri sopravvissuti di questa specie.
Questo studio è a dir poco incredibile. Dimostra come l'avanzamento della scienze e delle tecniche di ricerca ci permettono di scoprire informazioni anche su animali così rari da essere avvistati una sola volta quasi un secolo fa. L'augurio adesso è quello di riuscire a scoprire sempre più cose sulla Tortora beccafrutta di Negros con la speranza di poterla osservare dal vivo un giorno, libera nel suo habitat naturale.