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21 Marzo 2021
17:25

Fiammetta segue la lezione in DAD dai pascoli del Trentino

Fiammetta segue le lezioni in DAD dai pascoli trentini dove il papà alleva le capre. L'immagine della ragazzina davanti al computer con lo sfondo delle Alpi è diventata famosa sul web, ricordando le problematiche che affrontano i genitori lavoratori per permettere ai figli di frequentare la scuola da remoto. Studiare nella natura però secondo alcuni è un'idea innovativa che potrebbe aiutare a mantenere le scuole aperte almeno per i più piccoli.

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Fiammetta va in quarta elementare in provincia di Trento e, da quando le scuole sono chiuse a causa del ritorno in zona rossa del Trentino, ha iniziato a seguire le lezioni dai pascoli in cui lavora suo papà. Massimiliano Melis, papà della ragazzina, fa il pastore e gestisce 350 capre autoctone, passirie, mochene, e sarde sui pascoli nei pressi della Rocca medievale di Samoclevo, in Val di Sole, a circa 1000 metri di altitudine.

La foto di Fiammetta che frequenta le lezioni all'aperto, con le caprette sullo sfondo, è diventata rapidamente famosa in rete, portando nuovamente alla luce la problematica dei genitori lavoratori alle prese con la didattica a distanza e aprendo una riflessione sugli innovativi metodi formativi dell'Outdoor Learning, sempre più diffusi in alcune zone d'Europa.

La famiglia di Fiammetta e la DAD

Nonostante la pandemia in atto, entrambi i genitori  di Fiammetta continuano a portare avanti le proprie professioni, rendendo quindi complicata la gestione logistica della frequenza scolastica da remoto della figlia. Il papà, però, ex imprenditore edile in Sardegna che tre anni fa ha scelto di trasferire tutta la famiglia sulle Alpi per poter svolgere il mestiere del pastore, ha trovato una soluzione ideale per poter affrontare la situazione: portare la figlia con sé sui pascoli. Gestire un gregge infatti, è un'attività che non può essere interrotta. Le capre continuano a produrre il latte e hanno quindi la necessità di venire munte. Ma a Fiammetta è bastato un cellulare per fare da "hotspot" ed avere la rete internet, il computer con la batteria carica e un sasso per impedire che il vento voltasse le pagine del quaderno per continuare a frequentare le lezioni e la sua immagine è diventata un simbolo delle problematiche che i genitori affrontano in questo periodo per permettere ai figli di continuare la propria formazione nonostante la didattica a distanza.

La DAD all'aperto, una riflessione sulle scuole nella Natura

La triste situazione che stiamo vivendo sta condizionando profondamente le abitudini di milioni di famiglie nel mondo, ma sta anche stimolando alcune comunità a trovare soluzioni alternative alla chiusura. Si è parlato molto nei mesi passati delle scuole che continuano le attività nei vicoli a Napoli o della proposta di mandare avanti la didattica in presenza all'aperto, almeno per i più piccoli, fatta dal Garante per il Lazio dell’Infanzia e dell’Adolescenza Jacopo Marzetti. E a sostenere queste alternative sono anche le strutture che propongono l'Outdoor Learning e si moltiplicano con il passare del tempo, soprattutto nell'Europa settentrionale. Si tratta di una soluzione per la formazione primaria che ripensa agli spazi e trova proprio nella natura il luogo ideale per la concentrazione.

Selima Negro, educatrice ambientale e promotrice di questa idea di educazione sottolinea nel suo libro Pedagogia del bosco, edito da Terra Nuova Edizioni: «Nessuna progettazione umana può eguagliare la ricchezza, la varietà e l'armonia delle possibilità senso-motorie di un ambiente selvatico. Né può offrire la stessa varietà di situazioni che permettono di sperimentare diverse sfumature emotive e dinamiche sociali».

I pascoli della Val di Sole quindi possono rappresentare addirittura una ricchezza per Fiammetta che, con la sua immagine è diventata simbolo di un anno in cui la scuola si è dovuta più volte ripensare e in cui le famiglie sono spesso obbligate a gestire la situazione con creatività.

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Claudia Negrisolo
Educatrice cinofila
Il mio habitat è la montagna. Sono nata in Alto Adige e già da bambina andavo nel bosco con il binocolo al collo per osservare silenziosamente i comportamenti degli animali selvatici. Ho vissuto tra le montagne della Svizzera, in Spagna e sulle Alpi Bavaresi, poi ho studiato etologia, sono diventata educatrice cinofila e ho trovato il mio posto in Trentino, sulle Dolomiti di Brenta. Ora scrivo di animali selvatici e domestici che vivono più o meno vicini agli esseri umani, con la speranza di sensibilizzare alla tutela di ogni vita che abita questo Pianeta.
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