Si è tenuto oggi l'incontro tra i rappresentanti del Ministero dell'Ambiente e alcune delle maggiori associazioni di tutela animale sul delicato tema della convivenza con gli orsi in Trentino. Il Ministero, la scorsa settimana, aveva infatti escluso le associazioni dal tavolo tecnico per la gestione degli orsi in Trentino, salvo poi convocare successivamente Lav, Oipa, Wwf, Legambiente, Heart, Leidaa ed Enpa.
Un incontro, bisogna dirlo subito, da cui non è uscito nulla di particolare dal punto di vista pratico ma che aveva la funzione di mettere in contatto diretto i tecnici del Ministero con gli esperti delle associazioni dopo, appunto, la prima esclusione di queste ultime che si era precedentemente verificata.
In vista della messa a punto di un nuovo Piano strategico per la gestione degli orsi che il Ministero ha intenzione di realizzare in tempi brevi, entrambe le associazioni hanno ribadito la proprie istanze in merito soprattutto alla gestione dei plantigradi attuata in questi anni, sottolineando la mancanza di azioni volte a incentivare convivenza e prevenzione, come ha spiegato a Kodami il presidente della LAV Gianluca Felicetti. «All'incontro abbiamo portato la voce degli orsi e diverse buone ragioni che dovrebbero unire il Trentino a tutta l'Italia e all'Europa nel realizzare assieme le attività finora mai attuate dalla Provincia Autonoma di Trento di comunicazione, informazione e prevenzione degli incontri, o peggio di possibili scontri, con gli orsi a livello locale. Il Ministero se ne farà portavoce nei confronti della Provincia affinché, al di là delle scadenze giudiziarie del TAR e del Tribunale di Trento, possano essere realizzate attività che mitighino questa "orsofobia" che è stata fomentata in queste ultime settimane e che non fa onore alla terra trentina. Una convivenza pacifica tra umani e orsi è possibile e doverosa e non è una questione di numero ma di qualità di questo rapporto che deve essere basato sull'informazione, la comunicazione e la prevenzione degli incontri, temi che il Ministero porterà molto presto sui tavoli della Provincia Autonoma di Trento».
La LAV, in giornata ha diramato anche un un comunicato in cui ha messo in luce quelle che ritiene essere le inadempienze della Provincia di Trento nel prevenire i possibili incidenti con gli orsi, criticando duramente le affermazioni del Dirigente della Protezione Civile provinciale, Raffaele De Col, che aveva promesso 600 volontari da impiegare per diffondere informazioni per favorire la convivenza con gli orsi. «Tutto quello che è possibile fare in Italia lo facciamo già», aveva affermato De Col. Tuttavia, secondo la LAV, che dal 2021 è impegnata ogni estate nel progetto "Bear Ambassador" nelle valli del Parco Adamello Brenta, nessuno ha mai incontrato questi volontari.
«Ora chiediamo che il Ministero dell’Ambiente dia seguito quanto prima alle nostre proposte facendosi carico delle aspettative che tutta Italia ripone per salvare gli animali e garantire la sicurezza di tutti, i cittadini e gli orsi trentini non possono più essere ostaggio di improvvisazioni o peggio di lassismo che riattizza posizioni estremiste e ideologiche anti-orsi», conclude Vitturi.
All'incontro al Ministero non si è parlato invece del destino di JJ4, l'orsa responsabile della morte di Andrea Papi, e dei suoi cuccioli, rimasti ora senza la guida della madre. «Questo argomento specifico esulava dall'oggetto dell'audizione che era invece dedicata più alla gestione generale degli orsi in Trentino. Abbiamo comunque ribadito la nostra posizione anche su questo, sottolineando alle autorità di seguire la vicenda, ma non siamo entrati nel merito – spiega a Kodami Claudia Taccani, avvocato responsabile dell'Ufficio legale OIPA – Dall'incontro è emerso soprattutto che il progetto Life Ursus, che comunque ha dato buonissimi risultati, non è stato gestito in maniera corretta. Ci sono stati errori e inadempienze evidenti che hanno portato alle attuali problematiche che non possono però certamente essere risolte con abbattimenti e deportazioni di orsi».
Sulla gestione degli orsi, OIPA nel comunicato stampa post incontro ha scritto che «l’associazione invierà a breve le proprie osservazioni e analisi in vista della messa punto del “Piano strategico per la gestione degli orsi e di tutti gli animali selvatici» ma Kodami ha chiesto a Taccani di spiegarci meglio cosa hanno già detto al tavolo del MISE. «Tra le azioni di prevenzione abbiamo proposto in particolare interventi volti a favorire la dispersione naturale degli orsi concentrati per ora in solo trentino, attraverso soprattutto la costituzione di corridoi ecologici, cosa ribadita anche dalle altre associazioni – sottolinea Taccani – Questo eviterebbe l'eventuale trasferimento degli animali, operazione molto complessa oltre che rischiosa. Inoltre, come OIPA, abbiamo anche sottolineato che, grazie ad approfondimenti che stiamo portando avanti, sta emergendo che a causa della crisi climatica diverse risorse alimentare usate dagli orsi in alta quota siano sempre più scarse. Ciò comporta che gli animali scendono sempre più spesso a valle, anche per via dei una scorretta gestione dei rifiuti, cosa che non dovrebbe invece avvenire. In questo senso, tra le nostre proposte e osservazioni inseriremo anche la possibilità di creare dei meleti ad hoc per gli orsi, da cui gli animali possono attingere cibo restando lontani dall'uomo».
Anche per l'Organizzazione Internazionale Protezione Animali occorre comunque puntare su convivenza, sensibilizzazione e prevenzione: «È ora di aprire un nuovo capitolo, etico e scientifico, a difesa anche della vita della fauna selvatica. Gli strumenti ci sono, basta applicarli. Tra questi, i corridoi ecologici che consentano una naturale dispersione degli esemplari, una capillare raccolta dei rifiuti tramite cassonetti anti-orso, una corretta informazione e comunicazione alla popolazione, residente e non, un serio monitoraggio in tempo reale tramite radiocollari», hanno aggiunto dall'associazione.
Per l'Enpa sono intervenute Annamaria Procacci e Giusy D’Angelo che hanno sottolineato come dall’insediamento della giunta Fugatti nel 2018 si sia persa ogni occasione di confronto con le Associazioni e gli stakeholder, arrivando alla sospensione dei Tavoli grandi carnivori.
Tra le proposte presentate dall'Enpa ci sono: la creazione di corridoi faunistici; l'identificazione degli orsi attraverso la piena attualizzazione della banca dati sull’identificazione degli orsi; metodi dissuasivi che comprendono squadre di cani anti-orso o di uomini specializzati. E infine, il punto più importante, la prevenzione: «Omissioni gravissime si sono succedute nel corso del tempo – ha affermato l'Enpa – con un sostanziale abbandono negli ultimi anni di ogni forma di prevenzione, informazione, formazione dei cittadini e dei turisti. Tutto ciò non è più rinunciabile. Continuiamo ad essere preoccupati e sbigottiti dalla mancanza di elementari misure, come quella del divieto di accesso alle zone in cui è noto da tempo il fenomeno della stanzialità delle femmine con i cuccioli, nonché di quelle che registrano una presenza elevata di esemplari».