Spostare le competenze sulla fauna selvatica dal Ministero dell'Ambiente al Ministero dell'Agricoltura. È questo il contenuto dell'ordine del giorno proposto mercoledì 14 dicembre da un gruppo di esponenti della Lega in Senato.
L'occasione è stata fornita dalla conversione in legge del decreto-legge 11 novembre 2022, n. 173, in materia di riordino delle competenze dei Ministeri. Nonostante il parere favorevole all'odg che stabilisce il passaggio di tutte le competenze in materia di fauna selvatica dal Ministero dell'Ambiente a quello dell'Agricoltura, tale trasferimento non è ancora effettivo.
Le associazioni di protezione animale Enpa, Lac, Lav e Lipu però si sono subito attivate per segnalare la portata di questa proposta: «Significherebbe dissociare la fauna dalle aree protette, gli habitat, la biodiversità che resterebbero al Ministero dell'Ambiente. Significherebbe subordinare la tutela della fauna all'attività venatoria, che è l'unico vero scopo di tale disegno».
Raggiunto da Kodami, Massimo Vitturi della Lav ribadisce le posizioni dell'associazione e aggiunge: «Dare seguito a questo odg sarebbe un disastro per i selvatici perché significherebbe assoggettare le esigenze della biodiversità a quelle degli agricoltori». Una prospettiva emersa anche quando un branco di lupi è entrato in un’azienda agricola causando la sollevazioni degli agricoltori locali e la risposta di una politica che si era già dimostrata favorevole alla gestione cruenta di questa specie.
Il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida fin dalle prime uscite pubbliche aveva parlato di una «eccessiva presenza» di orsi e lupi in Italia, capace di «creare squilibri alla salute pubblica e ai settori strategici». Un segnale molto forte all'interno del governo formato da Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia che, sommato all'odg dei legisti, assume un chiaro significato programmatico nell'agenda della premier Meloni.
«A prescindere dalla sua effettiva approvazione si tratta di un segnale molto negativo – sottolinea Vitturi – Non era mai successo in altre legislature che si cercasse di operare un tale stravolgimento di prospettiva nella gestione ambientale e degli ecosistemi, temi per cui il Ministero dell'Agricoltura non ha interesse. Un passo indietro gravissimo rispetto a una riforma che ha elevato a rango costituzionale la tutela della biodiversità».
Il dicastero dell'Ambiente, retto da Pichetto Fratin, si troverebbe privato di una delle sue prerogative. Ma per il momento tutto tace.