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23 Febbraio 2022
12:00

Farmaci e pesticidi sulle piume degli uccelli marini della Laguna Veneta

Uno studio dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha evidenziato la presenza di farmaci e pesticidi sulle piume di due specie di uccelli della Laguna di Venezia: la sterna beccapesci e il gabbiano corallino.

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Ci sono talmente tanti farmaci e pesticidi in acqua che hanno persino inquinato le piume degli uccelli. A dirlo è uno studio di Marco Picone, ricercatore dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, su due specie che nidificano nella Laguna Veneta, la sterna ‘beccapesci’ (Thalasseus sandvicensis) e il gabbiano corallino (Ichthyaetus melanocephalus).

Secondo un’analisi sulle piume prelevate dai pulli l’87% dei 47 campioni analizzati conteneva il principio attivo diclofenac (un Fans, un antinfiammatorio non-steroideo). Ma sono stati rilevati anche ibuprofene, nimesulide, naprossene e gli antidepressivi citalopram, fluvoxamina e sertralina. Inoltre, il 91% dei campioni contenevano tracce quantificabili di neonicotinoidi, una classe di pesticidi chimicamente simili alla nicotina.

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Un gabbiano corallino con piumaggio riproduttivo

«Abbiamo studiato i pulli non volanti di beccapesci e gabbiani corallini perché dipendono totalmente dai genitori per l’alimentazione. Questi uccelli procurano il cibo per la prole in un’area di alcuni chilometri quadrati intorno alle colonie di nidificazione. Di conseguenza, i contaminanti presenti nei pulcini risultano totalmente attribuibili alla contaminazione locale dell’area di nidificazione», commenta Marco Picone, ecotossicologo dell’Università Ca’ Foscari.

Le piume di beccapesci sono state raccolte nel giugno 2019 da una colonia che si è insediata nella Barena Celestia, una struttura morfologica lagunare che viene periodicamente sommersa dalle maree. I campioni dei gabbiani arrivano invece dalla Laguna Nord e risalgono al giugno 2018. Nel 2018 l’Unione Europea aveva messo al bando l’utilizzo all’esterno di prodotti contenenti tre neonicotinoidi considerati dalla ricerca: imidacloprid, thiamethoxam e clothianidin. «Abbiamo trovato imidacloprid e clothianidin in tutti i gabbiani e nella maggior parte dei beccapesci – spiega Picone – e questo conferma che il bando del 2018, non totale (ha riguardato solo le colture all’aperto), non ha eliminato gli input di questi pesticidi, e che gli uccelli marini sono esposti a questi contaminanti a prescindere dalle loro abitudini alimentari».

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Il beccapesci caccia tuffandosi in acqua

Per Picone «i gabbiani corallini sono onnivori e nella loro dieta possono entrare tanto specie acquatiche quanto insetti irrorati dai pesticidi. I beccapesci, invece, si nutrono essenzialmente di piccoli pesci (sardine, spratti e acciughe). Quindi, questo conferma come i neonicotinoidi possano arrivare ovunque nell’ecosistema».

La ricerca scientifica, pubblicata sulla rivista Science of the Total Environment and Environmental Research, ha dimostrato che nella catena di contaminazione dei neonicotinoidi possono finire anche tutti quegli esemplari che sembrano lontani dai contesti agricoli. Ma quali effetti possano portare a a lungo termine sulla salute di beccapesci e gabbiani non sono ancora chiare e richiederanno ulteriori studi.

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