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10 Novembre 2022
9:00

Farfalle e falene: che differenza c’è e come distinguerle

Che differenza c'è tra farfalla e falena? Entrambe sono insetti dell’ordine dei lepidotteri, ma hanno caratteristiche e abitudini diverse che ci permettono di distinguerle.

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Membro del comitato scientifico di Kodami
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Le farfalle e le falene sono insetti membri del phylum Arthropoda. Insieme agli esperidi, appartengono all’ordine dei lepidotteri. Come gli altri insetti, presentano precise caratteristiche fisiche: possiedono, ad esempio, tre paia di zampe, un paio di antenne, una proboscide, un bel paio di mascelle con funzioni sensoriali, un paio di mandibole, e due paia di ali ricoperte di squame variamente dipinte. La principale differenza tra farfalle e falene è che la maggior parte delle farfalle ha abitudini diurne, ali dai colori vivaci che, a riposo, chiudono come due pagine di libro, e antenne a forma di clava.

Le falene sono quasi tutte notturne, hanno il corpo rivestito da una folta peluria, antenne sottili, simili a piume, e ali tenute insieme da un “gancetto”, chiamato “frenulo”, e che, posandosi, vengono stese lateralmente. Tanto sono amate le farfalle, tanto poco lo sono le falene, verso le quali si tende a nutrire un certo, ingiustificato, pregiudizio, alimentato dallo stereotipo che le vuole insetti fastidiosi, scialbi, poco affascinanti.

Le farfalle sono il gruppo più famoso dell’ordine dei lepidotteri, forse proprio il più popolare tra tutti i gruppi di insetti. In realtà, però, esse rappresentano solo una piccola parte di questo ordine. In tutto, le specie descritte sono su per giù 20.000, un numero nettamente inferiore rispetto a quello delle falene, di cui si contano all’incirca 350.000 specie.

Le fasi dello sviluppo e i diversi stili di vita

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Calephelis borealis.

Farfalle e falene sono comparse sulla Terra nel periodo Cretaceo, e si sono poi sviluppate e diffuse parallelamente alle piante fiorite. In pratica, parliamo approssimativamente “solo” di 100 milioni di anni, un’epoca quantomai recente se si pensa che le documentazioni fossili dei primi Coleotteri, ad esempio, risalgono a circa 250 milioni di anni fa.

Il ciclo vitale delle farfalle e delle falene include quattro fasi: uovo, larva (o bruco), pupa e adulto, e il processo mediante il quale l’insetto passa da uno stadio a quello successivo si definisce “metamorfosi”. Le diverse entità differiscono molto nell’aspetto, ma anche nelle abitudini: occupano habitat diversi, spesso in periodi dell'anno differenti, e sfruttano risorse diverse. Tra le diverse specie di lepidotteri, e persino tra le diverse forme vitali di una stessa specie, si osservano svariati stili di vita e comportamenti, ciascuno dei quali rappresenta un compromesso tra le diverse pressioni ecologiche a cui sono sottoposte.

Molti lepidotteri adulti si nutrono del nettare dei fiori, da cui traggono quasi tutta l’energia necessaria, e si rivelano impollinatori molto efficaci. Aspirano il nettare, ma anche altri liquidi zuccherini, utilizzando la proboscide, la cui lunghezza ci dice molto sulle abitudini alimentari della specie.

Per esempio, quelle che si nutrono di nettare hanno una proboscide lunga, mentre i lepidotteri che preferiscono la linfa o le “succosità” della frutta hanno una proboscide relativamente più corta. Le larve e i bruchi sono di frequente erbivori masticatori. La maggior parte si nutre soprattutto delle foglie e delle parti verdi delle piante, e infatti i lepidotteri sono considerati il ​​più importante gruppo di insetti defogliatori.

Le diverse strategie di difesa

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Larve di falena del genere Malacosoma.

Anche i meccanismi di difesa possono variare in base allo stadio di maturazione delle farfalle e delle falene. Le piccole uova vengono solitamente deposte sul lato inferiore delle foglie, e quindi sono poco visibili. Il rischio di essere notate è molto più alto per le larve, molli e lente a spostarsi, e per le pupe: di conseguenza, esse hanno sviluppato svariate strategie per tentare di proteggersi. Le larve delle falene del genere Malacosoma tessono ragnatele di seta all’interno delle quali si stabiliscono a vivere in gruppo; quelle della farfalla Limenitis camilla, che gli inglesi chiamano “l’ammiraglio bianco”, si camuffano con la pianta che le ospita, utilizzando le proprie escrezioni o, le forme più mature, colorazioni particolari.

Gli stadi giovani delle farfalle “coda di rondine” (Papilio machaon) si confondono con gli escrementi di uccelli, e alcuni presentano un paio di occhi falsi, ma quantomai minacciosi, e possono persino emettere odori sgradevoli da una ghiandola posta dietro la testa. Le pupe di aurora (Anthocharis cardamines) assomigliano molto a un baccello ricco di semi. Gli adulti di lepidottero sono ancora più vulnerabili, specialmente appena emergono dalle pupe e non sono ancora in grado di volare. Non appena le loro ali si espandono, e si asciugano ben bene, prendono il volo per evitare i predatori. Talvolta, migrano stagionalmente anche a grandi distanze, come l’incantevole farfalla monarca.

Certo, poi, il pericolo è sempre in agguato, e talvolta è proprio lì ad attendere la farfalle adulta su quegli stessi fiori su cui è solita posarsi. Può capitarle, infatti, la sventura di imbattersi in un ragno granchio (Misumena vatia), un aracnide dalle note abilità mimetiche, che non tesse la ragnatela, come ci si potrebbe aspettare, ma si apposta in gran segreto sui fiori dei prati e dei giardini di tutto il mondo. Lì, attende con pazienza. Non appena una farfalla, distrattamente, vi si posa lui – zac! – fulmineo si lancia nell'agguato mortale.

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Un ragno grachio (Misumena vatia) attende paziente la sua presa, in un petalo di rosa.

Bibiografia

Walter, M.A. (1997). The Life cycle of moths and butterflies. Thesis. Rochester Institute of Technology.

New, T. R. (2013). Lepidoptera and Conservation. John Wiley & Sons, pp. 280.

Nel 2003 mi laureo in Medicina Veterinaria. Dal 2008 sono ricercatrice presso l’Università degli Studi di Milano, dove insegno Etologia Veterinaria e Benessere Animale. Studio il comportamento degli animali e la relazione uomo-animale.
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