Ancora una tragedia sfiorata durante un palio, questa volta a Bomarzo, dove ogni 25 aprile va in scena quello di Sant’Anselmo. Nel corso dell’ultima edizione, un giovane fantino è caduto da cavallo ed è stato travolto da quello che lo precedeva, restando ferito alla testa.
L’incidente si è verificato martedì, nel corso di un appuntamento che da anni viene considerato tradizionale e che attira centinaia di persone nel piccolo bordo del Viterbese, in occasione dei festeggiamenti per il patrono. A restare ferito Rocco Betti, in gara per il rione Poggio con Trikke: cavallo e fantino si erano già aggiudicati la vittoria nella prova generale e avevano vinto proprio a Bomarzo il Palio Straordinario di settembre 2022, ed erano dati come favoriti. Stando alle ricostruzioni, Betti è caduto mentre stava percorrendo il secondo giro ed è stato colpito dal cavallo che lo precedeva. La corsa è stata fermata per consentire ai soccorritori di raggiungerlo e recuperarlo per accompagnarlo in ospedale: sottoposto a una tac, è emerso un trauma cranico, ma le sue condizioni non sono gravi.
Anche i due cavalli coinvolti – quello su cui gareggiava il fantino ferito, e quello che lo ha colpito – stanno bene, così come gli altri tre che hanno gareggiato nel palio, arrivato alla 38esima edizione, ma l’accaduto riporta nuovamente l’attenzione su questo genere di manifestazioni. Considerate baluardi della tradizione, rappresentano un rischio sia per i fantini sia per i cavalli, costretti a correre per l’intrattenimento umano, e quasi sempre tralasciano la questione del benessere animale in favore della competizione.
«Il cavallo non è un atleta e non ha il senso della competizione – ha ricordato a Kodami Sonny Richichi, fondatore e presidente di IHP Italian Horse Protection associazione che gestisce il primo Centro di recupero in Italia per equidi maltrattati – In quel contesto sono forzati ed è un’ipocrisia che lo facciano volentieri. Si tratta di una mistificazione pura e semplice perché le dinamiche del branco e di gerarchia non sono determinate dalla potenza e dalla velocità nella corsa. Infatti non è certo il cavallo più veloce ad essere il leader del branco. I cavalli sono animali pigri, corrono solo in momenti precisi, per esempio per la fuga oppure per gioco. La loro vita è camminare e brucare, nient’altro».
Alle manifestazioni di carattere tradizionale si aggiungono poi tutte le ombre che gravitano sul mondo dell’ippica. E sempre Richichi, nei giorni scorsi, si è scagliato contro la scelta del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di istituire una nuova Direzione generale dedicata al mondo ippico: «È inaccettabile che nel 2023 il Governo di un Paese civile addirittura gestisca direttamente l’ippica, cioè un mondo basato sullo sfruttamento dei cavalli e che si connota per la mancanza di trasparenza in ogni suo aspetto – ha tuonato il presidente di IHP – non c’è trasparenza sul movimento dei cavalli e sul loro destino finale, non c’è trasparenza sugli incidenti negli ippodromi, non c’è trasparenza su casi di doping, non c’è attenzione al benessere degli animali».
«Con questa scelta il Governo dimostra di essere molto lontano dall’attuale sensibilità dei cittadini che ormai non vedono più i cavalli come strumenti da sfruttare per le competizioni equestri o per le corse negli ippodromi – conclude Richichi – È per questo che l’ippica è in crisi e lo dichiara anche il ministero che, nelle motivazioni addotte per spiegare la nascita della nuova Direzione, dice che l’ippica ha un’importante rilevanza economica, dato che ci lavorano moltissime persone, ma ha bisogno di essere rilanciata. L’ippica è in crisi perché sempre più cittadini sono attenti al benessere degli animali e si rifiutano di pagare per vedere manifestazioni in cui gli animali soffrono».