Mamma cinghiale e i suoi cinque cuccioli sono stati narcotizzati, catturati e uccisi nel bosco dalla vigilanza faunistitica regionale della Liguria. L'episodio è accaduto a Genova nel parco dell'Acquasola, nel centro cittadino, la mattina del 10 settembre. E se la situazione ricorda quella della Maggiolina alla Spezia, l'epilogo genovese è tristemente diverso.
Nel Comune levantino il sindaco ha emesso un'ordinanza anti abbattimento e dopo 16 giorni, dopo trattative con la Regione, il commissario straordinario per la peste suina Angelo Ferrari e la Lav, si è giunti alla soluzione: animali prelevati e spostati in un terreno recintato al di fuori della zona rossa per la peste suina.
A Genova, invece, la polizia locale ha chiuso il parco e poi le guardie regionali hanno sedato in telenarcosi i cinghiali che sono sbattuti a terra di fronte allo sguardo terrorizzato dei bambini presenti che hanno pianto e urlato.
Kodami ha il video della scena ma, ritenendo che non aggiunga elementi alla cronaca dei fatti, risparmia la diffusione della violenza nel rispetto degli animali e dei lettori.
L‘operazione è stata molto complessa: quattro cinghiali sono stati subito addormentati, mentre altri due hanno cercato in più occasioni di scappare dall'area cani, dove si trovavano rinchiusi per questioni di sicurezza.
Mentre gli agenti cercavano di catturare i cinghiali si sono presentati gli animalisti che hanno iniziato a protestare ma senza ottenere ascolto. Caricati su un mezzo della Regione, gli ungulati sono stati trasportati in un bosco e lì abbattuti. Inutile anche l'inseguimento del furgone in motorino da parte di alcuni cittadini per cercare di bloccare il trasferimento: le carabine hanno avuto la meglio. Ma gli animalisti non si sono arresi e questa mattina hanno condiviso sui social e nelle chat l'iniziativa di creare una mail bombing rivolta alle istituzioni per recapitare una lettera in cui si toccano diversi e importanti temi per la comprensione dell'emergenza cinghiali per chi non vuole usare la violenza per risolverla.
«Il fenomeno dei cinghiali che scendono nei centri urbani è sicuramente da affrontare e da risolvere per la nostra e la loro incolumità», è la premessa dei volontari. «Ma siamo indignati da queste uccisioni (perché alla fine, gli animali vengono abbattuti e non liberati nei boschi), mentre si potrebbero mettere in atto strategie più etiche, più efficaci e più economiche».
Sì, perchè catturare, sedare, uccidere e smaltire i corpi dei cinghiali abbattuti in città, secondo gli animalisti, costa caro alla collettività: «Cinquecento euro per ogni esemplare e ci sono anche le tasse che paghiamo in questi denari spesi così malamente – si legge nella mail – vorremmo dunque chiederne conto. Pertanto, auspichiamo che vengano individuate strategie anche più economiche, oltre che più efficaci nel tempo».
Infine ancora le proposte da parte del mondo animalista, mai ascoltate dai palazzi del potere: «Opportune recinzioni nei punti cruciali e migliore gestione dei rifiuti, ad esempio, e poi provare a valutare la sterilizzazione. Il Governo aveva stanziato 500mila euro a questo scopo e il Ministero della Salute aveva emesso un bando per progettare e sperimentare un antifecondativo – spiegano – Ma Regione Liguria non ha partecipato. Perché? Moltissimi cittadini, che sono anche contribuenti ed elettori, oltre che espressione di sensibilità verso gli animali, attendono una risposta dall'ente regionale».