Ancora una vittima del bracconaggio. Stavolta a essere colpito è stato un falco pellegrino, impallinato da un bracconiere e portato al Parco faunistico Piano dell’Abatino, centro di recupero e rifugio permanente per animali in difficoltà a Poggio San Lorenzo, in provincia di Rieti.
Il falco pellegrino ha riportato una frattura all’ala, che i veterinari hanno ricomposto, applicando anche un tutore esterno. «Incrociamo le dita perché questa meravigliosa creatura possa recuperare completamente l'uso dell’ala. Perché il cielo appartiene agli uccelli e agli insetti, e noi aborriamo ogni forma di violenza contro tutti gli esseri viventi» spiegano gli operatori del centro.
La speranza, dunque, è che una volta guarito, il falco possa tornare a volare, in caso contrario sarà ospitato nella grande voliera del Parco faunistico Piano dell’Abatino insieme ad altri uccelli che, purtroppo, dopo le ferite riportate non sono più stati in grado di spiccare il volo.
Il falco pellegrino (Falco peregrinus) è l'animale più veloce del pianeta e in picchiata può superare persino i 300 km/h. Si nutre soprattutto di piccioni e altri piccoli uccelli. Il percorso che sta seguendo è lo stesso dell’aquila minore che era arrivata al centro di recupero in provincia di Rieti a inizio dicembre, dopo essere stata impallinata da un bracconiere.
Il trauma aveva provocato una frattura complicata perché l’omero era stato rotto in due parti. Dopo l’operazione, all’aquila minore sono stati applicati dei fissatori esterni. Solo dopo la loro rimozione sarà possibile capire se il rapace potrà tornare a volare.
Un destino diverso, purtroppo, aveva avuto un giovane astore, molto probabilmente una femmina, colpita da un bracconiere a Poggio Cesi (comune di Sant’Angelo Romano), nel territorio del Parco Regionale Naturale dei Monti Lucretili. Il rapace era ferito gravemente e, purtroppo, è deceduto durante l’intervento per l’amputazione dell’ala.
I pallini da caccia rimangono, purtroppo, i primi responsabili delle ferite sui corpi degli animali che arrivano al Parco faunistico Piano dell’Abatino, come spiega aveva spiegato a Kodami il biologo Antonio De Marco, uno dei fondatori del centro: «Accogliamo tantissimi rapaci e altri animali selvatici in difficoltà e, nella maggior parte dei casi si tratta di lesione provocate da armi da fuoco. Tra le altre cause, in ordine di frequenza, ci sono le ferite provocate da contatto con le linee elettriche, le collisioni e, più raramente, gli avvelenamenti».