Ha visto un rapace sbattere più volte contro un edificio e poi crollare al suolo, esausto e dolorante, e non ha esitato: si è avvicinato, ignorando il rischio rappresentato da artigli e becco affilati, lo ha afferrato e lo ha messo in sicurezza, salvandogli la vita.
I protagonisti dalla storia sono Vincenzo Lorusso, barman di Ponza, e un giovane falco pecchiaiolo, e il loro incontro è avvenuto proprio a Ponza. È sull’isola, infatti, che il falco è andato a sbattere contro un palazzo, per ragioni ancora da accertare, ed è precipitato al suolo, impossibilitato a riprendere il volo. Lorusso ha visto la scena e ha deciso di intervenire, recuperandola e poi contattando le autorità, che si sono a loro volta mobilitate chiedendo l’intervento dei guardiaparco del Parco Riviera di Ulisse.
Il falco è stato preso in consegna e trasferito al Cras, dove rimarrà sino a quando non sarà abbastanza in forze da poter essere nuovamente liberato in natura. Attualmente è sotto osservazione nel tunnel riabilitativo del Cras, dove riceverà le cure necessarie per il completo recupero delle sue funzionalità predatorie: «Questo gesto, compiuto con grande sensibilità e compassione, è stato di fondamentale importanza per la vita di questa specie protetta – ha detto il Commissario Straordinario del Parco Riviera di Ulisse, l'avvocato Massimo Giovanchelli – Il Parco è profondamente grato a Vincenzo Lorusso per il suo eccezionale impegno civico nella protezione della fauna selvatica. Questo atto dimostra quanto sia importante la collaborazione tra la comunità locale e il Parco per preservare la bellezza naturale della nostra regione».
L’Ente Parco Riviera di Ulisse, area protetta che si estende lungo la costa del golfo di Gaeta e comprende i territori ricadenti nei comuni di Gaeta, Formia, Minturno, Itri e Sperlonga, ha quindi ricordato come in passato il falco pecchiaiolo fosse preso di mira per vecchie e crudeli tradizioni: «Durante il suo volo sopra lo stretto di Messina veniva abbattuto in centinaia durante un rituale machista che prevedeva l'uccisione di almeno un esemplare per preservare la virilità dell'uomo e la fedeltà delle mogli. Il gesto di Vincenzo è un segno di speranza e di cambiamento, mostrandoci come un singolo individuo possa sfidare la storia e contribuire alla conservazione dell'ambiente e alla protezione delle specie minacciate».
I falchi pecchiaioli sono in effetti i grandi protagonisti della migrazione primaverile sullo stretto. E proprio la concentrazione di migliaia di esemplari durante la migrazione primaverile ha portato in passato alla nascita di una caccia specifica che stava letteralmente annientando questa specie, rigidamente protetta anche dalla convenzione Cites. Non è un caso che proprio nei pressi dello stretto di Messina sia sorto il Campo Antibracconaggio, un esperimento tra i più longevi e di successo in Italia, che quest’anno ha compiuto 40 anni.