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16 Ottobre 2022
15:00

Ex delfinario di Rimini: a luglio l’apertura del nuovo ospedale per tartarughe marine

Sauro Pari, presidente di Fondazione Cetacea che gestirà il nuovo ambulatorio, rassicura sulle sue finalità: "Dopo averle curate, le tartarughe riprenderanno il mare. Mai più esibizioni di delfini e otarie"

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Giornalista
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«Mai più un delfino in cattività nell’ex delfinario di Rimini». È chiarissimo su questo punto Sauro Pari, presidente dal 2009 di Fondazione Cetacea  che gestisce a Riccione il centro di recupero delle tartarughe marine di riferimento per Emilia Romagna e Marche di cui ha curato e restituito al mare oltre 700 esemplari.

Rimosse le opere abusive, ora si può procedere con la ristrutturazione dell'ex delfinario

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L’ex delfinario di Rimini ormai in disuso dal 2017 (@Fondazione Cetacea)

Mai più un delfino e neanche un’otaria, gli ultimi fra i tanti animali che sono stati costretti ad esibirsi in 50 anni di attività nella grande piscina circolare della struttura riminese ormai fatiscente e abbandonata alle intemperie e alla salsedine dal 2017, anno del fallimento e della chiusura definitiva (a cui è seguita la condanna del direttore e della veterinaria per maltrattamento animale). Quello che verrà recuperato, dell’edificio a due passi dal mare aperto nel 1968, saranno gli spazi che accoglieranno le 16 vasche del nuovo ospedale per tartarughe marine provenienti da tutto l’Adriatico e che all’Adriatico ritorneranno. «Su questo non c’è dubbio – spiega Sauro raccontando a Kodami progetti e speranze per la nuova struttura destinata a diventare la gemella di quella dove ora ha casa, a Riccione, la Fondazione Cetacea. – Ognuna delle nostre tartarughe dopo la cura è tornata in acqua. Anche la piccola Carolina, la tartarughina cieca che lo scorso anno abbiamo restituito all’Adriatico dopo averla curata nel centro di Riccione». Nei giorni scorsi si è finalmente sbloccata la situazione di stallo che si era creata a causa delle opere abusive riscontrate nella struttura e che avevano impedito al progetto di ristrutturazione di essere portato avanti. «Ora – spiega Sauro – manca solo l’ok scritto da parte della Sovrintendenza alle Belle Arti, che però ci ha già dato verbalmente una risposta positiva e poi possiamo presentare al Comune il progetto tecnico di ristrutturazione dell’edificio e cominciare i lavori che dovranno concludersi entro l’inizio dell’estate. Abbiamo già assunto due biologhe a tempo indeterminato per la gestione del centro di Rimini e i costi sono aumentati di almeno 70 mila euro l’anno. Quindi vogliamo e dobbiamo aprire a luglio».

Il nuovo ospedale: nella ex piscina dei delfini 16 vasche per le tartarughe da curare

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Una tartaruga in cura presso il centro di Riccione (@FondazioneCetacea)

Il 2023, quindi, dovrebbe essere l’anno giusto per veder definitivamente scomparire quello che rimane del delfinario dove per anni si sono esibiti delfini e otarie. Al suo posto un moderno centro di accoglienza e studio di tartarughe in difficoltà in arrivo dal Mar Adriatico. «La sede di Fondazione Cetacea di Riccione lavora ormai a tempo pieno ed è molto attiva. Questo ha fatto si che le richieste, anche da parte di molte amministrazioni, crescessero con gli anni. Ora siamo i referenti anche per Marche ed Emilia Romagna e il nuovo ospedale di Rimini lavorerà a pieno ritmo affiancando la struttura di Riccione. I cambiamenti climatici si sono fatti sentire anche qui e le mareggiate creano molte emergenze e richieste di aiuto per tartarughe spiaggiate». Sedici le vasche per tartarughe previste dal progetto.

«Vogliamo assolutamente che ogni tartaruga che verrà curata nel nostro ospedale abbia a disposizione una vasca. Per questo inizieremo con otto e poi contiamo di raddoppiarle». Costosi quindi i lavori di realizzazione del centro. «Ogni vasca completa di filtri e in acciaio inox costa circa 5 mila euro. Quindi solo le vasche, al completo. Poi ci sono i lavori di ristrutturazione di un edificio ormai davvero fatiscente». Non bastano quindi i 50 mila euro finora messi a disposizione dalla Regione. Per questo Fondazione Cetacea ha messo in campo anche un  crowdfunding.  Inoltre diverse iniziative si stanno organizzando per sostenere le spese, tutte pubblicizzate sulla pagina FB dell’istituzione. «Quello che ci preme è il benessere degli animali. Non a caso il nostro slogan è “da luogo di sfruttamento a luogo di cura". E consideri che avremmo voluto scrivere “da luogo di tortura”».

Ci sarà un ambulatorio veterinario, un museo multimediale e la scuola di vela del Circolo Nautico cittadino

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una tartaruga in cura presso il centro di Riccione (@FondazioneCetacea)

Secondo i dati raccolti dalla Fondazione in Adriatico «la popolazione delle tartarughe marine è all’incirca di 50.000 esemplari, in maggior parte localizzati nell’alto Adriatico, dove vengono a nutrirsi attirati dalla grossa concentrazione di pesce. Le specie presenti in Adriatico sono tre: la specie residente è la Caretta caretta o Tartaruga Comune, mentre saltuariamente vengono ritrovate o avvistate la Chelonia mydas (Tartaruga Verde) e la Dermochelys coriacea (Tartaruga Liuto)». L’attività della Fondazione è in primo luogo per la conservazione di queste specie «minacciate principalmente dall’attività dell’uomo quali l’interazione accidentale con la pesca professionale, l’inquinamento, i rifiuti, il traffico nautico, i cambiamenti climatici».

Il lavoro con le tartarughe riguarda principalmente il recupero la cura e il rilascio, il monitoraggio degli esemplari morti sulle coste, l’educazione ambientale del pubblico e nelle scuole, la sensibilizzazione delle categorie professionali e sportive legate al mare al fine di ridurre le catture accidentali e insegnare le manovre di primo intervento. Partner della gestione del nuovo centro di Rimini sarà il Club Nautico di Rimini. «All’interno della struttura prenderanno vita un ambulatorio veterinario all’avanguardia, un’area di stabulazione delle tartarughe ricoverate, una base nautica con scuola di vela in collaborazione con il Club Nautico Rimini e un museo multimediale con accesso al pubblico e con un’importante vocazione all’educazione ambientale di grandi e piccini» spiega ancora Sauro.

Prevista anche una forma di assistenza alla cittadinanza: «Vogliamo che i cittadini possano fare riferimento a noi per i loro animali marini in difficoltà – spiega – d’altronde siamo convinti che il modo migliore di far conoscere il lavoro che facciamo sia proprio quello di permettere ai cittadini di venire a vedere le nostre attività. Per questo sin dal 2009 abbiamo iniziato a rendere pubblici i rilasci in mare delle tartarughe curate. E tutto questo ha dato i suoi frutti: ora la maggior parte delle persone che viene ad assistere sa già che si tratta di tartarughe che provengono dall’Adriatico e ha capito che non si tratta di un problema esotico ma di un problema dei nostri mari»

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Maria Grazia Filippi
Giornalista
Scrivo da sempre, ma scrivere di animali e del loro mondo è la cosa più bella. Sono laureata in lettere, giornalista professionista e fondatrice del progetto La scimmia Viaggiante dedicato a tutti gli animali che vogliamo incontrare e conoscere nei luoghi dove vivono, liberi.
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