In linea teorica, i gatti sono animali estremamente adattabili che possono instaurare delle relazioni di convivenza con una gran varietà di altre specie, purché le abbiano incontrate in una fase molto precoce della loro crescita. Questo vale trasversalmente per tutti i gatti e per tutte le razze: non esistono, infatti, razze più o meno predisposte alla convivenza con altri animali ma esistono solo gatti più o meno socievoli individualmente e più o meno socializzati ad altre specie.
Se si pensa alla convivenza tra un gatto ed una specie che appartiene al range di sue prede sul piano biologico – ad esempio, un ratto – il fattore predazione ha un’importanza relativa se il gatto ha avuto modo di familiarizzare nelle prime settimane di vita: il micio, infatti, includerà il ratto tra i suoi partner sociali e imparerà a discriminare il suo affiliato da tutti gli altri membri di quella specie. Questo, naturalmente, non garantisce che il gatto non prederà mai alcun ratto ma che non prederà quel ratto.
Inoltre, non va mai trascurato il rovescio della medaglia: indipendentemente dalla razza o dal gatto che stiamo prendendo in considerazione, la possibilità che possa stabilire buone relazioni con altri animali dipenderà sempre da chi sono questi altri animali, non solo in termini di specie ma anche come individui.
Il successo del connubio, inoltre, dipenderà dalle condizioni di vita degli animali, dal loro senso di appagamento individuale il quale, a sua volta, dipenderà dalle più ampie dinamiche relazionali che si instaureranno all’interno della famiglia. In altre parole, più gli animali conducono vite stressanti, limitanti e frustranti, più sarà facile che facciano ricorso in modo imprevedibile a moduli innati che andranno a sovrascrivere eventuali gli apprendimenti sociali.
Decretato, quindi, che non è la razza ad essere più o meno adatta alla convivenza con altri animali ma che è la storia del gatto, le sue caratteristiche, quelle dell’altro animale e la rete di relazioni in cui sono immersi a fare la differenza, proviamo, come puro esercizio concettuale, a prendere in esempio una razza per ognuno dei quattro gruppi dello standard FIFé e capire quali sono le condizioni che possono permettere ai loro membri di familiarizzare con altri animali.
Persiani ed Esotici
Si tratta di gatti docili e miti con un certo bisogno di essere seguiti da un essere umano per quanto riguarda la cura del mantello. Descritti come tendenzialmente poco aggressivi, i Persiani possono convivere con animali non particolarmente competitivi che rischierebbero di stressarli e rendere complicata la convivenza.
Angora Turco
L’Angora Turco è un animale atletico, giocoso, dinamico e con un certo grado di indipendenza. Può stabilire relazioni intime anche molto strette con gli umani di casa ma non per questo disdegnerà la presenza di altre specie purché socializzato precocemente e purché possa godere di uno stile di vita appagante, sia sul piano fisico che su quello mentale.
Abissini
Agili e attivi come piccoli folletti, gli Abissini sono gatti vivaci, curiosi, che dall’interazione con altre specie potrebbero sicuramente ricavare degli stimoli interessanti, sia dal punto di vista motorio che sociale. Possono essere però anche piuttosto reattivi quindi gli animali ideali saranno quelli in grado di non iperstimolarli troppo; data la loro vivacità, inoltre, potrebbero non essere i compagni ideali di specie che amano interazioni più pacate e rassicuranti.
Orientali e Siamesi
Gatti Orientali e Siamesi sono spesso molto dinamici, propensi a vocalizzare spesso e in maniera intensa, stabiliscono relazioni molto strette con i membri della famiglia e a volte possono apparire persino possessivi o, comunque, estremamente caparbi nel ribadire ciò che considerano di loro pertinenza. Possono convivere con animali che non sfidino troppo questa loro caratteristica, onde evitare conflitti e tensioni quotidiane.