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5 Luglio 2023
17:23

Esercitazioni militari nel Parco Nazionale del Circeo: interrogazione per spostare il poligono dalla riserva naturale

Continua a far discutere la presenza del poligono a disposizione del Ministero della Difesa all'interno della riserva naturale Pantani dell'Inferno, nel Parco del Circeo. Ora è stata presentata un'interrogazione affinché la Regione Lazio lo dismetta definitivamente.

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Le esercitazioni militari a fuoco all’interno del Parco nazionale dei Circeo, a Sabaudia, e precisamente nella riserva Pantani dell'Inferno, una delle zone umide rappresentante il più importante ecosistema palustre d’Italia, sono diventate un caso e anche giustamente.

Per la tutela e la difesa di questo «patrimonio naturale di straordinario valore e ricchezza del Lazio sottoposto, peraltro, a vincoli e a protezione speciale, riserva della biosfera dell'Unesco nonché candidato a diventare Patrimonio Mondiale», sono intervenuti anche i consiglieri del Partito Democratico nel Consiglio regionale del Lazio, Salvatore La Penna e Mario Ciarla.

Insieme hanno presentato un'interrogazione affinché la Regione Lazio «consideri di intraprendere le necessarie interlocuzioni per giungere alla definitiva dismissione delle esercitazioni militari che periodicamente vengono svolte presso il poligono presente nella riserva Pantani dell'Inferno, un habitat delicato per diverse specie animali e vegetali e che per le sue caratteristiche non può essere messo a repentaglio dalla presenza di attività potenzialmente non compatibili con la tutela della sua integrità».

Tutto risale a qualche giorno fa quando l’Oipa, l’organizzazione protezione animali, aveva allertato la cittadinanza dell’esistenza di un’ordinanza che avrebbe permesso queste esercitazioni da settembre a dicembre periodo poi modificato nella sua programmazione dal sindaco Alberto Mosca, non tanto per il rispetto dell'ambiente, quanto per la stagione balneare che si concluderà il 30 settembre. Di qui lo spostamento a partire da ottobre.

Ma ancor prima dell’ordinanza, la vera motivazione per cui le esercitazioni continuano irragionevolmente ad essere possibili all'interno della riserva naturale, risale a molto prima, ovvero a un Decreto Ministeriale del 12 febbraio 1979 che ha permesso di realizzare in quell’area un poligono a disposizione del Ministero della Difesa. Ed è proprio dell’art. 3 di questo decreto che i due consiglieri chiedono la revoca definitiva.

Non sembra assurda come richiesta, ma piuttosto di assoluto buon senso, visto che comunque sono circa 40 anni che si spara tra le dune utilizzate per addestrare corpi militari e di polizia, e vista anche la stridente contraddizione, consentire esplosioni in un luogo di tale pregio ambientale che rendono totalmente vano l’obiettivo di aver realizzato l’area proprio per conservare e proteggere gli ecosistemi naturali, compresa la fauna selvatica che se viene disturbata durante il periodo di riproduzione (oltre che di migrazione o svernamento), può interrompere le attività di nidificazione, influenzando negativamente il successo riproduttivo.

Ma la delocalizzazione tanto annunciata dalla politica è rimasta sulla carta e ancora nessuno ha risposto a interrogativi davvero molto semplici e che nascono spontanei come, quanto sia opportuno che esista un poligono di tiro militare in pieno Parco Nazionale del Circeo, area a tutela integrale? O ancora, le attività che per decenni hanno interessato il sito hanno comportato un inquinamento da piombo? E se sì, si è pensato di cominciare subito le operazioni di bonifica?

L’Oipa ha chiesto al Ministro della Difesa, Guido Crosetto che il poligono venga spostato, ma sono diversi i soggetti, tra cui associazioni, rappresentanti di categoria e anche esponenti politici, che condividono la stessa posizione dell’organizzazione animalista che poi in buona sostanza sarebbe soltanto una: le esercitazioni militari all'interno del Parco Nazionale del Circeo sono un paradosso e la questione deve essere affrontata.

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Simona Sirianni
Giornalista
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