Repellenti per cani e gatti e dichiarate esche killer per cinghiali, piccioni e volpi: sono i prodotti che compaiono sullo shop online di un’azienda statunitense che spedisce anche in Italia, e che nelle ultime ore è finita nel mirino delle associazioni animaliste proprio per la promozione di merce che promette di uccidere animali (tra cui anche specie protette) o di fungere da “repellente”, appunto, per cani e gatti.
Le "esche killer" sono offerte sotto forma di croccantini e pubblicizzati come altamente efficaci: «Allontana il cane in 5 minuti dopo l’ingestione e non è rilevabile dagli animali: 500 esche possono respingere sino a 500 cani randagi», si legge nella descrizione del prodotto per cani, appunto, sulla cui confezione campeggia un cane con i denti in bella mostra.
Nel caso di cani e gatti non si parla esplicitamente di avvelenamento quanto di allontanamento ma i consigli di utilizzo ("mettere i guanti quando si utilizza il prodotto, spargere le esche in tutti gli angoli e utilizzare un’esca per “respingere un cane di 50 kg”) lasciano facilmente intuire che si tratti di veleno.
Della questione si sono interessate sia Leal (la Lega Antivivisezionista) che la Lega Nazionale per la Difesa del Cane che ha presentato denuncia: «È inammissibile che certe cose vengano anche solo pubblicizzate online, figuriamoci vendute – è stato il duro commento di Piera Rosati, presidente di Lndc Animal Protection – A seguito delle proteste di tantissime persone scandalizzate, l’azienda ha modificato sul sito la descrizione dei prodotti per cani e gatti da ‘veleno’ a ‘repellente’ ma per tutte le altre specie sono ancora pubblicizzati come veleni che uccidono in breve tempo. Ci siamo rivolti alla magistratura per verificare la veridicità di queste proposte commerciali e, in caso affermativo, per far cessare la vendita di prodotti contrari alle vigenti normative».
Kodami ha fatto alcune verifiche sull’azienda. Si tratta di una ditta specializzata in vernici con sede a Lewes, nel Delaware, e oltre al sito online ha anche una pagina Facebook dove, il 21 novembre, è comparso un post in cui si spiega che «il nostro sito web e la nostra pagina Facebook sono stati hackerati durante il fine settimana. Il nostro team sta lavorando duramente per ripristinare tutti i nostri servizi. I messaggi che potresti aver ricevuto non provengono da noi, e alcune informazioni presenti sul nostro sito sono false e avevano lo scopo di screditare il nostro marchio. Se avete ricevuto e-mail da noi, non apritele, potrebbero contenere virus».
Dopo il polverone sollevato dalla vendita di esche killer l’azienda si è insomma premurata di avvisare i clienti di essere stata vittima di un attacco hacker. La parola adesso passa alla Polizia Postale, cui è affidato il compito di accertare se vi sia effettivamente stato un attacco hacker o se la ditta abbia effettivamente messo in vendita esche killer, commettendo un reato.
«L’uccisione di animali è vietata dall’art. 544-bis del Codice Penale e, nello specifico, lo spargimento di esche avvelenate è proibito da apposita ordinanza del Ministero della Salute del 13 giugno 2016, regolarmente prorogata di anno in anno e quindi tuttora in vigore – ricorda Michele Pezone, responsabile Diritti Animali LNDC Animal Protection – Abbiamo quindi sporto denuncia per istigazione a delinquere, in quanto, ammesso che questi prodotti esistano veramente, la loro vendita non sarebbe consentita dalla legge. L’offerta di questi prodotti può comunque spingere le persone a violare le suddette norme ritenendo lecite condotte di avvelenamento che invece sono vietate dalla legge».