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29 Marzo 2023
15:05

Esche avvelenate a Grugliasco. Il Sindaco: «Facciamo di tutto ma è difficile individuare i colpevoli»

Da Moncalieri a Nichelino gli allarmi sulle polpette e le esche avvelenate purtroppo si sprecano, con gli ultimi, appunto, che arrivano dal Parco Paradiso di Grugliasco, dove sono diversi i cani vittime di questo gesto così crudele.

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«Lui è Habibi, è il nostro cane e al parco ha ingerito un wurstel con all'interno 6 chiodi che gli hanno perforato l'intestino in 3 punti… se si salverà la sua vita sarà comunque compromessa, ha solo un anno…».

L’allarme lo lancia un’utente Facebook a fianco di una foto di un bellissimo Dalmata. La community social si chiama “Segnalazioni avvelenamento Torino” e purtroppo, scorrendo la pagina, gli avvisi con le testimonianze di storie drammatiche sono davvero tantissimi, troppi.

Nel caso di Habibi l’area in questione è quella del Parco Paradiso, a Grugliasco, Comune del capoluogo piemontese, una grande area verde dove ogni giorno si recano animali ma anche bambini di ogni età per giocare.

«Sono 8 anni che questo succede, 8 anni di pericoli e morte», conclude la pet mate del Dalmata chiedendo di condividere il più possibile il post per salvaguardare chi ancora non si è trovato in questa orribile e crudele situazione.

Da Moncalieri a Nichelino gli allarmi in questo senso purtroppo si sprecano, con gli ultimi, appunto, che arrivano dal Parco Paradiso di Grugliasco, dove sono diversi i cani vittime di bocconi avvelenati e di esche chiodate.

I cittadini delle aree colpite si sentono soli, si muovono in prima persona per cercare di limitare i danni, organizzando anche giornate di raccolta di rifiuti ed esche nelle aree canine. Ma non è sufficiente.

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E proprio per questo, quelli di Grugliasco esasperati da questa situazione che si protrae da troppo tempo,  hanno chiesto un incontro con l’amministrazione comunale. L’appuntamento è per oggi mercoledì 29 marzo alle 18.

«È un problema che va avanti da anni, purtroppo, ne siamo consapevoli. Ma abbiamo anche cercato di porre rimedio con tutti i mezzi che avevano a disposizione». Emanuele Gaito, sindaco di Grugliasco, commenta così a Kodami la situazione.

«Abbiamo aumentato i controlli, abbiamo predisposto appostamenti da parte della polizia locale e messo le telecamere, tutte cose che però non hanno portato a nessuna risoluzione, ovvero a un nome e cognome, o più nomi e cognomi. Ma la questione è molto complessa perché si tratta di un gesto talmente rapido che accorgersene è quasi impossibile. Una persona con i bocconi chiodati in tasca, passa, lancia l’esca e continua a camminare, ma il gesto può essere anche impercettibile. Cioè non è nemmeno una cosa da trenta secondi, è questione di frazioni di secondi».

Per il Sindaco questa è la cosa sostanzialmente più problematica. «È chiaro qualcosa bisogna fare per tutelare maggiormente questi poveri animali. Sicuramente intensificheremo i controlli con le forze dell’ordine, perché è chiaro che qui abbiamo a che fare con un mitomane o più mitomani, uno che fa una cosa del genere, normale non lo è. Non ho idea, peraltro se ciò che succede qui, possa essere legato a ciò che succede a Torino e in altri Comuni, se ci possa essere, come dire un fil rouge, mi sembrerebbe piuttosto strano comunque».

I cittadini però chiedono di salvaguardare i loro animali. «E hanno tutte le ragioni, per questo all’incontro di questa sera chiederò loro di fare comunità e di valutare insieme le cose che sono state fatte e che cosa possiamo fare di più. Le chiacchiere qui servono a poco. Una cosa però è certa, come sindaco e come Amministrazione, ovviamente, ci mettiamo in prima linea in questa battaglia di una crudeltà senza limiti».

Sta di fatto che il problema sta diventando davvero urgente. Nei mesi scorsi, in altre zone della città, nei parchi comunali in zona Madonna di Campagna nella periferia a nord-ovest di Torino sono morti cinque cani per aver ingerito bocconi velenosi durante le loro passeggiate. E a gennaio altri tre cani sono morti nello stesso terribile modo ai Giardini Sanctus di corso Svizzera.

Un allarme che ha interessato in prima persona l’istruttore direttivo di vigilanza e vice commissario Carlo Geymonat dell’unità cinofila antiveleno della Polizia locale torinese che, in uno dei reportage video realizzati dalla Direzione Comunicazione del capoluogo e poi pubblicati nel canale Youtube dell’Ente ha spiegato il lavoro della sua squadra.

«Il pericolo per i nostri amici a quattro zampe è costante – spiega Geymonat – Occorre fare molta attenzione quando si portano fuori i cani, anche perché con le nostre ispezioni svolgiamo una funzione di prevenzione e deterrenza, per far capire chi si macchia di questo odioso reato che non sempre può farla franca. Ma noi non possiamo essere ovunque e interveniamo sovente su segnalazione».

Per questo, spiega «è molto importante che i pet mate evitino di lasciare liberi i propri cani nei parchi, che controllino molto attentamente cosa annusano i propri animali, per evitare che durante le passeggiate anche al guinzaglio possano trovare e ingoiare cibo non sicuro».

In caso di emergenza poi «chi trova bocconi avvelenati deve segnalarlo alle forze dell’ordine o agli uffici sanitari competenti: Vigili Urbani, Carabinieri Forestali, Polizia Metropolitana, Asl, ecc. consentendo alla rete di attivarsi per  bonificare rapidamente i luoghi in cui sono stati segnalati bocconi avvelenati».

Le esche avvelenate non sono solo un problema di Torino, comunque, ma si tratta di un pericolo frequente in parchi e giardini di tante città.

Con il loro profumo e gusto irresistibili causano ogni anno la morte di migliaia di animali selvatici e domestici e sono usate da gente senza scrupoli spesso a causa di dissidi tra vicini, per ridurre le colonie feline che disturbano o liberarsi di animali vaganti.

Il Ministero della salute fin da quando ha emanato la prima ordinanza nel 2008, ha indicato un percorso preciso per contrastare il fenomeno. Purtroppo però negli anni, pur se prorogata e ampliata, si è riscontrata una difformità di applicazione e in alcuni casi proprio la totale disapplicazione della norma.

Un motivo in più per sperare che della proposta di legge depositata qualche settimana dalla Lega fa per inasprire le pene per chi abbandona, maltratta o uccide gli animali e dove è stato introdotto anche il reato di strage per chi dissemina bocconi avvelenati ed esche killer, il Governo ne faccia qualcosa di più che lasciarla in un cassetto.

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Simona Sirianni
Giornalista
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