Un piccolo gesto di attenzione e cura che ha salvato una vita: è quello compiuto da Massimiliano quando ha visto nel suo giardino un riccio con una fascetta di plastica intorno al collo e ha deciso di chiedere aiuto all’Enpa. Una decisione che ha permesso ai veterinari di liberare l’animale e restituirlo sano e salvo al suo ambiente naturale.
La storia arriva da Milano, e a raccontarla è proprio l’Enpa: Massimiliano ha visto il riccio nel suo giardino lo scorso martedì, e ha subito notato quel pezzo di plastica rossa che gli cingeva il collo. Si è avvicinato con l’interno di tagliarlo, convinto che si fosse semplicemente impigliato negli aculei, ma ha realizzato che quel “collarino” si era infilato sotto la pelle. A quel punto ha capito che era meglio far intervenire persone esperte, in grado di rimuoverlo senza fare del male al riccio.
«Suppongo che quando era più piccolo il riccio debba essersi infilato sfortunatamente in quella fascetta di plastica – ha spiegato Massimiliano agli operatori portando l’animale nella sede di via Gassendi – e che poi con il passare del tempo, crescendo di dimensioni, il piccolo collarino gli si sia conficcato nella cute. Avevo paura di fargli male e per questo motivo ho preferito portarlo da voi».
I veterinari dell’Enpa hanno subito preso in consegna il riccio e lo hanno sottoposto a un piccolo intervento per rimuovere la fascetta di plastica. Dopo un paio di giorni di cure con antibiotici, l’animale ha dato segni immediati di miglioramento ed è stato trasferito al Cras di Vanzago dove, dopo qualche altro giorno di convalescenza, verrà liberato: «Un grazie particolare a Massimiliano per la sua sensibilità e attenzione», è stato il commento degli operatori dell’Enpa. Un gesto, quello di Massimiliano, che conferma l’importanza di non voltarsi dall’altra parte nel vedere un animale selvatico in difficoltà, ma anche di affidarsi a professionisti per intervenire in caso di situazioni così particolari.
I ricci, sentinelle degli ecosistemi a rischio sopravvivenza
I ricci, inoltre, sono una specie fondamentale per la salute degli ecosistemi, vere e proprie “sentinelle” perché a stretto contatto con il suolo, territoriali e insettivori. Animali che a causa del cambiamento climatico stanno diminuendo con un ritmo estremamente preoccupante. Intervenire è dunque fondamentale nel caso in cui se ne veda uno in difficoltà, come ha spiegato a Kodami Massimo Vacchetta, fondatore del Centro Ricci “La Ninna”, l’unico centro italiano interamente dedicato alla salvaguardia di questo piccolissimo mammiferi.
«Un riccio che pesa indicativamente sotto i 300 grammi a ottobre, 400 grammi a novembre e 500 grammi a dicembre deve essere raccolto e portato a un centro di recupero – ha detto Vacchetta – inoltre, un riccio trovato a vagare di giorno è sempre da recuperare e soccorrere. È un animale notturno e se si trova in giro nelle ore diurne è perché non sta bene. Infine i ricci trovati a bordo strada, se feriti – bisogna controllare se si appallottola, se perde sangue dal naso o ha perdite ematiche sul corpo – sono da portare immediatamente a un centro di recupero: hanno bisogno di un soccorso immediato».