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20 Febbraio 2023
17:17

Era intrappolato in un “collare” di plastica, riccio salvato in un giardino

L'animale è stato notato da un cittadino nel suo giardino: quel pezzetto di plastica rossa gli cingeva il collo, rischiando di soffocarlo, e si era infilato nella pelle.

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Un piccolo gesto di attenzione e cura che ha salvato una vita: è quello compiuto da Massimiliano quando ha visto nel suo giardino un riccio con una fascetta di plastica intorno al collo e ha deciso di chiedere aiuto all’Enpa. Una decisione che ha permesso ai veterinari di liberare l’animale e restituirlo sano e salvo al suo ambiente naturale.

La storia arriva da Milano, e a raccontarla è proprio l’Enpa: Massimiliano ha visto il riccio nel suo giardino lo scorso martedì, e ha subito notato quel pezzo di plastica rossa che gli cingeva il collo. Si è avvicinato con l’interno di tagliarlo, convinto che si fosse semplicemente impigliato negli aculei, ma ha realizzato che quel “collarino” si era infilato sotto la pelle. A quel punto ha capito che era meglio far intervenire persone esperte, in grado di rimuoverlo senza fare del male al riccio.

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«Suppongo che quando era più piccolo il riccio debba essersi infilato sfortunatamente in quella fascetta di plastica – ha spiegato Massimiliano agli operatori portando l’animale nella sede di via Gassendi – e che poi con il passare del tempo, crescendo di dimensioni, il piccolo collarino gli si sia conficcato nella cute. Avevo paura di fargli male e per questo motivo ho preferito portarlo da voi».

I veterinari dell’Enpa hanno subito preso in consegna il riccio e lo hanno sottoposto a un piccolo intervento per rimuovere la fascetta di plastica. Dopo un paio di giorni di cure con antibiotici, l’animale ha dato segni immediati di miglioramento ed è stato trasferito al Cras di Vanzago dove, dopo qualche altro giorno di convalescenza, verrà liberato: «Un grazie particolare a Massimiliano per la sua sensibilità e attenzione», è stato il commento degli operatori dell’Enpa. Un gesto, quello di Massimiliano, che conferma l’importanza di non voltarsi dall’altra parte nel vedere un animale selvatico in difficoltà, ma anche di affidarsi a professionisti per intervenire in caso di situazioni così particolari.

I ricci, sentinelle degli ecosistemi a rischio sopravvivenza

I ricci, inoltre, sono una specie fondamentale per la salute degli ecosistemi, vere e proprie “sentinelle” perché a stretto contatto con il suolo, territoriali e insettivori. Animali che a causa del cambiamento climatico stanno diminuendo con un ritmo estremamente preoccupante. Intervenire è dunque fondamentale nel caso in cui se ne veda uno in difficoltà, come ha spiegato a Kodami Massimo Vacchetta, fondatore del Centro Ricci “La Ninna”, l’unico centro italiano interamente dedicato alla salvaguardia di questo piccolissimo mammiferi.

«Un riccio che pesa indicativamente sotto i 300 grammi a ottobre, 400 grammi a novembre e 500 grammi a dicembre deve essere raccolto e portato a un centro di recupero – ha detto Vacchetta – inoltre, un riccio trovato a vagare di giorno è sempre da recuperare e soccorrere. È un animale notturno e se si trova in giro nelle ore diurne è perché non sta bene. Infine i ricci trovati a bordo strada, se feriti – bisogna controllare se si appallottola, se perde sangue dal naso o ha perdite ematiche sul corpo – sono da portare immediatamente a un centro di recupero: hanno bisogno di un soccorso immediato».

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Andrea Barsanti
Giornalista
Sono nata in Liguria nel 1984, da qualche anno vivo a Roma. Giornalista dal 2012, grazie a Kodami l'amore per gli animali è diventato un lavoro attraverso cui provo a fare la differenza. A ricordarmelo anche Supplì, il gatto con cui condivido la vita. Nel tempo libero tanti libri, qualche viaggio e una continua scoperta di ciò che mi circonda.
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