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22 Aprile 2021
16:30

Era il primo alle feste di paese: se ne va Tigro, il cane “sindaco” di Piazza Armerina

Non mancava mai alle feste, alle processioni di paese, agli aperitivi in piazza e agli incontri dei giovani. In pratica, era un po’ come un sindaco. Forse, con una profonda voglia di stare lì a fare il portabandiera dell’intera città. Tigro, il cane meticcio adottato dall’intera Piazza Armerina, in Provincia di Enna, è morto. A trovarlo è stata Patrizia Spagnolo, rappresentante locale dell’Enpa, che otto anni fa lo trovò e che iniziò a prendersi cura di lui.

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Non mancava mai alle feste, alle processioni di paese, agli aperitivi in piazza e agli incontri dei giovani. In pratica, era il cane sindaco del paese, con una profonda voglia di stare lì a fare il portabandiera dell’intera città. Tigro, il cane meticcio adottato dall’intera Piazza Armerina, in Provincia di Enna, è morto. A trovarlo è stata lei, Patrizia Spagnolo, rappresentante locale dell’Enpa, che otto anni fa lo incontrò per la prima volta e iniziò a prendersi cura di lui. «Aveva delle bruciature sulle zampette – racconta a Kodami – Lo ricoverammo per tre giorni e lui, finito questo periodo, decise di uscire. Non amava stare al chiuso: da quel momento è iniziata la sua vita mondana in giro per il Paese».

A Piazza Armerina lo conoscevano praticamente tutti. «Non so come facesse ad avere un intuito su tutti gli eventi che avvenivano – prosegue Spagnolo – Era presente durante i mercati, ai raduni dei ragazzi e se la banda suonava era sempre in prima fila. Forse con la pandemia si è rattristito. Lo abbiamo perso di vista per quasi 20 giorni e ci siamo allarmati. Abbiamo lanciato un appello online e poi lo abbiamo trovato morto in un casolare abbandonato».

Tigro aveva questa dote tutta particolare: riusciva ad essere al posto giusto nel momento giusto. Non ne mancava una. Come quella volta che partecipò in prima fila a una manifestazione e poi, al termine, se ne andò, racconta la delegata di Enpa «a partecipare a un aperitivo in piazza». Era lì, si fermava, guardava i suoi concittadini mentre chiacchieravano del più e del meno. E aveva i suoi negozianti di fiducia che gli regalavano sempre qualcosa, come il bar o la macelleria. Di notte, in inverno, persino il direttore di banca si fidava di lui: si metteva a dormire nello spazio del bancomat e non dava fastidio a nessuno. I clienti entravano, facevano le operazioni automatiche e poi uscivano. Lui poi, al mattino, sapeva che doveva andar via e si allontanava da quella che era la sua camera da letto.

I cittadini vogliono ora realizzare una statua tutta per lui. «L’amministrazione ha dato il consenso – continua Spagnolo – Abbiamo messo diversi punti di raccolta fondi sul territorio con alcuni salvadanai». E poi conclude, emozionandosi: «Tigro l’ho trovato io da vivo e l’ho poi rivisto da morto. Mi ha toccato molto».

«Tigro sei diventato il nostro idolo, hai dato esempio di vita a tutti con la tua presenza in ogni ricorrenza. Tu eri un angelo mandato da Dio, avevi qualcosa di sovrannaturale e lo hai dimostrato sempre – scrive su Facebook una cittadina di Piazza Armerina, Rita Olivieri – Amavi la gente, i bambini, meriti un posto in paradiso perché tu sei stato un angelo per tutti noi. Ci porteremo il tuo ricordo sempre, ringrazio chi ti ha dato l’onore di essere seppellito nella Villa Garibaldi perché ci da la possibilità di venire a trovarti e portarti un fiore. Ciao cucciolone, riposa in pace».

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