Epulide è un termine aspecifico che sta a indicare una lesione di tipo proliferativo, un tumore della gengiva del cane. Può apparire con un aspetto a cavolfiore o di proliferazione della mucosa. È più comune nei cani di razze brachicefale. Esistono vari tipi di epulide. La presenza di un’epulide può dar luogo a difficoltà ad alimentarsi, salivazione eccessiva e alitosi. La terapia è generalmente chirurgica.
Tipi di epulide
Epulide è un termine generico che sta ad indicare un tumore della gengiva. È frequente nei cani e si riscontra più frequentemente nelle razze brachicefale. Le epulidi possono essere di vario tipo e la classificazione varia in base all’aspetto istologico. L’epulide che si forma dallo strato più superficiale della mucosa della gengiva è detta acantomatosa, mentre le epulidi che originano dalla porzione più profonda sono fibromatose o ossificanti. Queste ultime due tipologie sono raggruppate con la dizione di fibroma odontogenico.
Cause delle epulidi
Non si conoscono le cause delle epulidi. Si tratta di lesioni che probabilmente si sviluppano ad esito di fenomeni infiammatori ed irritativi prolungati nel tempo che agiscono sui tessuti della gengiva, inducendo la proliferazione.
Sintomi dell'epulide nel cane
Le epulidi sono generalmente visibili ad occhio nudo o comunque a seguito di ispezione del cavo orale. L’epulide che origina dallo strato più esterno della gengiva spesso si presenta con un aspetto a cavolfiore, può essere ulcerata ed interessa soprattutto i canini. Questa lesione non metastatizza ma può invadere l’osso sottostante. L’epulide fibromatosa o ossificante appare come un piccolo peduncolo sulla superficie della mucosa gengivale. Il cane colpito da epulide ha difficoltà a masticare, spesso manifesta alitosi per il ristagno di alimenti, ha una salivazione eccessiva e, se la neoformazione è di grosse dimensioni, si verifica un’asimmetria delle ossa mascellari.
Trattamento
La terapia delle epulidi è prevalentemente chirurgica. La forma di epulide cosiddetta acantomatosa non metastatizza, ma può recidivare se l’asportazione non è radicale. È possibile anche il trattamento con radioterapia nei casi che non possono essere trattati chirurgicamente.