Le strade della Sicilia riportano alla cronaca un problema che purtroppo si verifica spesso: gli animali vittime di incidenti stradali, specie su vie a scorrimento veloce o per colpa di automobilisti che pigiano un po’ troppo sull’acceleratore. Uno degli ultimi episodi, fortunatamente a lieto fine, è avvenuto qualche settimana fa a Catenanuova, al confine tra le Province di Enna e Catania.
Gli agenti della polizia stradale sono infatti intervenuti all’altezza dello svincolo dell’A19 Palermo-Catania, per salvare un meticcio che, impaurito, stava zigzagando. I poliziotti hanno prima messo in sicurezza la strada e poi l’hanno recuperato. Il cagnolino, di pochi mesi, non aveva microchip. E’ stato portato nel Distaccamento della stradale di Catenanuova dove è stato rifocillato e poi è stato affidato all’associazione animalista “Arca di Noè” di Racalbuto. «Capita spesso che ci si imbatta in animali lungo la strada – spiegano dalla stradale – succede anche per ricci e rapaci. In questo caso si tratta di un cane verosimilmente figlio di randagi».
I numeri degli incidenti stradali in cui sono coinvolti animali
Secondo lo studio “Incidenti stradali provocati da animali: profili normativi, responsabilità e linee guida gestionali”, che vede le firme di alcuni ricercatori dell’Università degli Studi di Milano, in Italia gli incidenti tra autovetture e fauna selvatica rappresentano il 3% del totale dei sinistri automobilistici.
Per quanto riguarda gli animali selvatici, il fenomeno riguarda principalmente cervi, daini, caprioli, camosci, stambecchi, mufloni, capre inselvatichite e cinghiali. In particolare, tra gli ungulati ad avere la peggio sono i giovani caprioli maschi. A seguire ci sono i cinghiali (durante la fase della dispersione giovanile), e i cervi maschi (durante la stagione dei bramiti).
Molto frequenti, secondo lo studio, i casi di incidenti provocati per la presenza di cani randagi. Più sporadici, invece, quelli con lupi, volpi e sciacalli dorati. Rari, quelli con tassi, puzzole, lepri, conigli selvatici, istrici. «Un caso particolare, ed in genere sottovalutato», precisano i ricercatori, è quello legato agli incidenti «in occasione delle migrazioni di alcuni anfibi (rane, rospi, raganelle, tritoni e salamandre), in cui talvolta si assiste alla perdita di intere popolazioni schiacciate dagli automezzi».
Il maggior numero di incidenti stradali in cui viene coinvolta la fauna selvatica avviene ad aprile e maggio e poi da agosto a ottobre. Le collisioni con i cinghiali aumentano «gradualmente» tra agosto e ottobre «probabilmente a causa della ricerca delle coltivazioni mature di pianura e della dispersione giovanile». Gli incidenti con i cervi, invece, hanno due picchi: tra aprile e giugno e tra ottobre e novembre, legate al raggiungimento dei pascoli di fondovalle.
Gli orari più a rischio incidente
Gli orari più a rischio per un incidente stradale con un mammifero avvengono tra le 5 e le 8 del mattino e tra le 19 e le 22. Ma per quale motivo avvengono questi incidenti? Secondo gli studiosi nelle grandi città carnivori come lupi, volpi e tassi vengono attratti per la più facile possibilità di poter avere cibo, oltre che per l’assenza della caccia. A metterci lo zampino, però, è anche l’espansione delle periferie urbane e la diminuzione degli spazi per loro vitali. Per evitarli la regola sarebbe una, sempre la stessa: andare piano. Rallentare può salvare le loro vite e quelle di chi è a bordo delle auto.