La coalizione di associazioni #EndTheCageAge chiederà oggi al Parlamento europeo di introdurre un divieto per l'uso delle gabbie negli allevamenti intensivi nel nostro continente. La presentazione della richiesta avverrà in un’audizione pubblica davanti al comitato AGRI (Agricoltura), competente in materia e al comitato PETI (Petizioni). La campagna, avviata nel 2018 da Animal Law e CIWF (Compassion in World Farming) è supportata da 170 associazioni, 21 delle quali facenti parte della coalizione Italiana.
Nell'ambito dell'iniziativa, sono 1.397.113 cittadini europei che hanno firmato per mettere la parola fine all'utilizzo delle gabbie per gli animali allevati in maniera intensiva, dimostrando una sempre maggiore sensibilità, da parte della popolazione riguardo il benessere psico – fisico degli animali. Solo in Italia abbiamo raggiunto le 96.000 sottoscrizioni, secondo quanto riportato dal Ministero dell'Interno nel febbraio 2020 a seguito delle verifiche effettuate per accertare la validità delle dichiarazioni.
Gli allevamenti intensivi in Europa
Nel 2008 l’Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE) ha fornito una nuova definizione di benessere animale, secondo la quale: «Un animale presenta uno stato di benessere soddisfacente se è sano, comodo, ben nutrito, sicuro, in grado di tenere il comportamento innato e se non patisce disagi riconducibili ad esempio a dolore, paura, sofferenza». Questa definizione viene riportata all'interno della relazione Europea del 2018 riguardo il benessere degli animali nell’UE eppure non viene rispettata in tutti i territori in ugual misura.
La situazione degli allevamenti intensivi in Europa dimostra infatti una disparità evidente tra il Nord, dove la sensibilità è aumentata sensibilmente nell'ultimo periodo e il Sud, dove la presenza di gabbie è ancora molto diffusa. Diverse inchieste hanno denunciato negli ultimi anni le condizioni di vita disastrose in cui vivono gli animali all'interno degli allevamenti, sollevando l'attenzione pubblica e spingendo governi e istituzioni a cambiare rotta. Secondo quanto riportato da Legambiente sono oltre 300 milioni gli animali allevati in gabbia ogni anno in UE, di cui circa 45 milioni sono in Italia. CIWF invece, come associazione promotrice della richiesta, ha analizzato la situazione nel dettaglio all'interno dei diversi paesi membri evidenziando l'enorme disparità tra il 97% degli animali liberi dalle gabbie degli allevamenti in Austria, rispetto all'1% di Malta, ultima nella classifica della libertà all'interno degli allevamenti intensivi.
La strada per Bruxelles di #EndTheCageAge
I cittadini europei hanno a disposizione uno strumento democratico chiamato diritto di iniziativa: l'art. 11, comma 4 del Trattato sull'Unione Europea stabilisce infatti che: «Cittadini dell'Unione, in numero di almeno un milione, che abbiano la cittadinanza di un numero significativo di Stati membri, possono prendere l'iniziativa d'invitare la Commissione europea, nell'ambito delle sue attribuzioni, a presentare una proposta appropriata su materie in merito alle quali tali cittadini ritengono necessario un atto giuridico dell'Unione ai fini dell'attuazione dei trattati». Ed é grazie a questo strumento democratico che nel 2018 è stata presentata alla Commissione europea l'iniziativa che, dopo aver ricevuto il via libera, ha cominciato a riscuotere successo in tutto il continente, raggiungendo addirittura le 474.000 firme in Germania, il paese in cui la richiesta è stata accolta dal più alto numero di cittadini.
Dopo il 15 aprile: «Se la risposta sarà positiva, l'Unione Europea vieterà le gabbie».
Per dare visibilità all'evento in programma oggi a Bruxelles e richiamare l'attenzione su #EndTheCageAge, CIWF ha mobilitato i social con una campagna di Tweetstorm (un'ondata di tweet concentrata in un determinato orario del giorno, in questo caso tra le 12 e le 14 del 13 aprile), rivolta a diversi parlamentari europei: «Da oggi comincia il momento più importante dell'iniziativa – spiega a Kodami Annamaria Pisapia, Direttrice di CIWF Italia Onlus – A seguito dell'audizione e del dibattito avverrà un voto in parlamento. Entro qualche mese si pronuncerà la Commissione europea». Non è ancora stata fissata una data e quindi bisognerà attendere: «Se la risposta sarà positiva, partirà il processo legislativo che porterà finalmente l'Unione Europea ad attrezzarsi per revisionare le leggi – conclude Pisapia – e finalmente l'utilizzo delle gabbie negli allevamenti europei verrà vietato».