«Promuovere gli appelli e incentivare le adozioni consapevoli attraverso un sito facile da usare che abbia un elevato impatto sociale». E' così che Lorenza Silvestri, 27enne napoletana, descrive la mission di Empethy, il primo motore di ricerca dedicato alle adozioni consapevoli di cani e gatti di cui è cofondatrice.
Empethy è una startup al femminile e "made in Sud" fondata da Silvestri e dalla coetanea Annamaria Barbaro: dalla sua nascita, nell'agosto del 2021, Empethy conta 150 adozioni andate a buon fine e l'adesione di oltre 300 associazioni su tutto il territorio nazionale.
Il sito mette in contatto le associazioni con le famiglie che vogliono accogliere un animale tra le mura domestiche. Gli oltre mille annunci presenti su Empethy non sono inseriti da privati ma da associazioni e volontari autonomi "certificati" dalla piattaforma stessa: «Ogni associazione che desidera entrare nella nostra rete si iscrive mandando una richiesta all'interno di un'apposita sezione del sito – spiega Silvestri – Io faccio in prima persona un controllo delle informazioni fornite e solo quando accetto loro possono caricare gli appelli».
Le associazioni così non caricano i loro appelli su "fogli bianchi" ma compilano campi precisi creati dalle fondatrici di Empethy allo scopo di facilitare l'incontro tra animali e famiglie. Le persone che desiderano accogliere un cane o un gatto in casa possono identificare un percorso che li porti alla possibilità dell'incontro con un soggetto attraverso l'apposita sezione di ricerca tra gli annunci. «Sono presenti una serie di filtri basati sulle caratteristiche ideali dell'animale ma anche sulle abitudini della famiglia – chiarisce Silvestri – Inoltre è sempre attiva la geolocalizzazione, così da incentivare le adozioni sul territorio. Tutto questo processo, che per l'utente si risolve in pochi clic, fa sì che le richieste che arrivano alle associazioni siano sempre le più idonee per l’animale, semplificando di molto il momento del primo approccio».
Come nasce il progetto, la necessità di far incontrare in maniera funzionale la domanda e l'offerta
L'avventura di Silvestri e Barbato è iniziata a gennaio del 2021 con una pagina Instagram. È qui che sono stati testati per la prima volta il linguaggio e il format standardizzato degli appelli, in anticipo rispetto al sito, inaugurato ad agosto dello stesso anno. Il tutto è partito però da molto più lontano: «È un progetto che coniuga i miei studi in psicologia del marketing compiuti a Milano con la volontà di sostenere le realtà del Terzo settore. La scelta di rivolgermi agli animali è nata alcuni anni fa quando mi occupavo di pubblicizzare richieste di adozione da parte di un'associazione di Napoli. In quell'occasione mi sono resa conto, concretamente, di quanto sia difficile per le associazioni dare visibilità ai loro appelli, ma anche di quanto sia complicato per le persone usare questi canali in maniera funzionale. Esiste un forte gap tra domanda ed offerta perché gli strumenti usati non sono efficaci».
Silvestri ha quindi scelto di dare il via al progetto utilizzando un approccio scientifico: «Avevo testato il problema sulla mia pelle, ma avevo bisogno di dati per capire quanto fosse diffuso e generalizzato. Con la mia socia abbiamo iniziato a intervistare le persone che avevano adottato per conoscere i canali utilizzati e gli scogli incontrati durante l’iter adottivo. Poi ci siamo rivolti alle associazioni. Unendo lo studio di questi gruppi abbiamo capito come comunicavano le due parti e di conseguenza dove intervenire».
Sul sito, al momento della registrazione è possibile per le famiglie effettuare un questionario pre-affido nel quale inserire le caratteristiche dell'animale cercato, l'età, la compatibilità dell'eventuale cane o gatto già presente in casa: «Questa scheda è stata costruita intervistando esperti come educatori cinofili, veterinari e volontari, per raccogliere tutte le informazione che potessero incentivare le adozioni consapevoli», chiarisce Silvestri. Ma non è tutto: chi decide di adottare tramite Empethy sceglie anche di accettare i controlli e le visite delle volontarie di riferimento, prassi che accomuna molti iter adottivi davvero consapevoli.
Un metodo che Kodami da sempre porta avanti per creare la cultura di un'adozione consapevole, non ultimo con il questionario MiFido, un test preliminare ma imprescindibile per chi ha in programma di accogliere in casa un cane o un gatto. Uno strumento che anche Ciro Priello dei The Jackal ha provato in prima persona:
Internet, causa e soluzione
Le adozioni inconsapevoli e gli acquisti impulsivi sono tra i fenomeni principali che vanno a ingrossare le fila degli animali abbandonati e a incrementare la domanda di cuccioli dall'est Europa, spessissimo venduti proprio nell'anonimato del web.
Se Internet è parte del problema, può un motore di ricerca concorrente ai siti più noti rappresentare la soluzione? Il progetto Empethy mette in luce che il problema in realtà non è il mezzo, uno strumento di per sé neutro, ma il suo utilizzo.
«Nonostante l'online sia il canale principale usato per cercare animali d’affezione, prima di noi non esisteva un portale trasparente: tutti sono privi di controllo rispetto alla fonte che inserisce l'appello – sottolinea Silvestri – Nel corso della nostra esperienza siamo venuti a conoscenza di moltissime storie di cani e gatti restituiti ai rifugi perché con caratteristiche diverse rispetto a quelle reclamizzate. Questi grandi market, usati male, incentivano quindi gli abbandoni e non le adozioni».
La startup partenopea è un'iniziativa indipendente: «Io e la mia migliore amica, che adesso è la mia socia in questa impresa, abbiamo sempre desiderato realizzare un progetto insieme, dopo aver valutato la reale fattibilità di un portale di questo tipo ci siamo messe in gioco autofinanziandoci completamente». Presto però è arrivato il patrocinio di Almo Nature e Fondazione Cappellino e delle fondazioni Squadra 4 zampe Onlus ed Elisabetta Franchi Onlus, le quali fanno da ponte tra Empethy e le associazioni aderenti al loro network.
«Empethy è qualcosa di totalmente nuovo e ci vorrà del tempo sia per farlo conoscere al pubblico sia per abituare le volontarie a usare questa nuova tecnologia – conclude Silvestri – ma crediamo nell'efficacia di questo tipo di approccio per promuovere le adozioni consapevoli».