Ogni giorno vengono denunciate 13 persone per reati contro gli animali e aperti 25 nuovi fascicoli. È il bilancio del Rapporto Zoomafia 2023 della Lav che ha segnalato come le principali emergenze zoomafiose siano le corse clandestine di cavalli e il traffico di cuccioli.
Il Rapporto Zoomafia 2023, redatto dal criminologo Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della Lav, alla sua ventiquattresima edizione e redatto con il patrocinio della Fondazione Antonino Caponnetto, analizza infatti lo sfruttamento criminale di animali avvenuto nel 2022.
Come ogni anno, l’Osservatorio Nazionale Zoomafia della Lav ha chiesto a tutte le 140 Procure Ordinarie e alle 29 presso i Tribunali per i Minorenni i dati relativi al numero totale dei procedimenti penali del 2022 per reati contro gli animali, sia noti che a carico di ignoti. Quest'anno hanno risposto 109 Procure Ordinarie, su un totale di 140, pari al 78% del totale, e 25 Procure presso i Tribunali per i Minorenni, su un totale di 29, pari all’ 86% del totale. Sommando le risposte delle Procure Ordinarie e delle Procure presso i Tribunali per i Minorenni si arriva a poco meno dell’80% di tutte le Procure del Paese», si legge nel Rapporto.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica, hanno risposto per il Nord Italia 45 Procure Ordinarie, pari al 90% delle Procure ordinarie del Nord; 16 per il Centro, pari al 57% delle Procure ordinarie del Centro Italia; e 48 per il Meridione, pari al 77% delle Procure ordinarie del Sud e Isole. «Proiettando, quindi, su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, possiamo stabilire che, nel 2022, sono stati aperti circa 25 fascicoli al giorno, uno ogni 58 minuti; con circa 13 indagati al giorno, uno ogni 110 minuti, per reati a danno di animali. Si registra a livello nazionale un tasso di 14,9 procedimenti e di 7,7 indagati ogni 100.000 abitanti», è l'analisi complessiva realizzata dalla Lav.
I crimini contro gli animali sono per loro stessa natura sommersi: quelli che vengono denunciati e finiscono sulle scrivanie delle Procure sono una piccola parte dei reati effettivamente commessi, la punta di un iceberg per la gran parte celato sotto la superficie. Ciò è dovuto a una serie di ragioni, la prima è che le vittime di questi crimini per definizione non hanno voce e non possono denunciare, la seconda è la sottovalutazione da parte delle Forze dell'Ordine quando si trovano davanti a un reato che talvolta non reputano tale perché commesso contro un animale.
Il reato più perseguito dalle Procure, secondo il Rapporto Zoomafia, non è quindi il maltrattamento che nella percezione comune è il più diffuso, ma quello ben più grave di uccisione di animali. Ci sono 2.676 procedimenti aperti (394 noti e 2282 ignoti) nei confronti di persone che hanno tolto la vita a un animale, pari al 35,63% del totale. «Per il terzo anno consecutivo, da quando seguiamo l’andamento criminale dei reati a danno di animali, il reato di uccisione di animali si posiziona al primo posto superando quello di maltrattamento di animali – spiegano dalla Lav – Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle 7 denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2022 hanno rappresentato ben l’85,28%».
Dopo l'uccisione seguono:
- Maltrattamento di animali, con 2.259 procedimenti, pari circa al 30,08% dei procedimenti registrati, e 1.409 indagati.
- Abbandono o detenzione di animali in condizioni incompatibili con la loro natura, con 1238 procedimenti (757 noti e 481 a carico di ignoti), pari al 16,48%, con 880 indagati.
- Reati venatori, con 1014 procedimenti (noti 748 e 266 a carico di ignoti), pari al 13,50% dei procedimenti presi in esame, con 894 indagati.
- Uccisione di animali altrui, con 258 procedimenti (71 noti e 187 a carico di ignoti), pari al 3,43%, 86 con indagati.
- Traffico di cuccioli, con 32 procedimenti (28 noti e 4 a carico di ignoti), pari allo 0,43% del totale dei procedimenti per reati a danno di animali, con 42 indagati.
- Combattimenti tra animali e competizioni non autorizzate, con 23 procedimenti (18 noti e 5 ignoti), pari allo 0,31%, e 68 indagati. La maggioranza degli indagati riguarda l’organizzazione di corse clandestine di cavalli.
- Spettacoli e manifestazioni vietati, con 10 procedimenti (6 noti e 4 ignoti), pari allo 0,13% di tutti i reati contro gli animali registrati, con 40 indagati.
Brescia si conferma capitale del bracconaggio
Analizzando i dati inviati dalle Procure di tutta Italia, quella di Brescia mantiene anche quest'anno il suo primato e si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 439 con 304 indagati.
La maggioranza dei procedimenti però riguarda i reati venatori o contro la fauna selvatica: sono 217 pari al 49.43% del totale, con 217 indagati pari al 71,38% del totale degli indagati. «È noto che la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più 8 importante d’Italia quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati».
Sono sette i “black spot” dove, secondo il Piano d’azione nazionale per il contrasto degli illeciti contro uccelli selvatici realizzato per la prima volta nel 2017, i bracconieri sono più attivi. Sono il Delta del Po, le Prealpi Lombardo-Venete, le coste pontino-campane, le coste pugliesi, la Sardegna meridionale, la Sicilia occidentale e lo Stretto di Messina. In queste sette zone avviene, secondo la Lipu, il 50% degli atti di bracconaggio in Italia.
Secondo stime della Lipu ogni anno sono circa 5 milioni gli uccelli vittime del bracconaggio in Italia. Tra i Paesi dell’area del Mediterraneo l’Italia è al secondo posto, dopo l’Egitto, per numero di uccelli catturati e uccisi. Le vittime principali sono uccelli canori come allodole, merli, tordi sasselli, che vengono uccisi oppure catturati con le reti per essere venduti come richiami vivi nella caccia di appostamento.
Mentre la Procura con meno procedimenti per reati contro gli animali si conferma anche quest'anno Savona con 4 procedimenti e 3 indagati, insieme a quella di Fermo, sempre con 4 procedimenti e 3 indagati.
Emergenza corse clandestine di cavalli
Secondo il Rapporto Zoomafia, le corse clandestine di cavalli si attestano tra le prime emergenze dei crimini zoomafiosi. Non solo per le varie forme di maltrattamento che subiscono gli animali, ma anche perché è il settore più a rischio infiltrazioni da parte della criminalità organizzata.
Nel 2022 sono stati registrati 6 interventi delle forze dell’ordine, 6 corse clandestine denunciate, 54 persone denunciate, 5 cavalli sequestrati. «In 25 anni, da quando abbiamo iniziato a raccogliere i dati per il Rapporto Zoomafia, ovvero dal 1998 al 2022 compreso, sono state denunciate 4.223 persone, 1389 cavalli sequestrati e 155 corse e gare clandestine bloccate o denunciate».
Ma le illegalità non risparmiano le gare ippiche ufficiali. Come riporta la Lav, i dati ufficiali relativi all’elenco dei cavalli risultati positivi al controllo antidoping, ai sensi del regolamento delle sostanze proibite, nel 2022, 48 cavalli che hanno partecipato a gare ufficiali sono risultati positivi a qualche sostanza vietata.
Per quanto riguarda i combattimenti tra animali nel mese di marzo 2022, la Polizia di Stato ha portato a termine un’importante operazione a Canicattì (AG), località dove già in passato sono stati accertati casi simili, interrompendo un combattimento tra cani e cogliendo sul fatto decine di persone, tra cui due minorenni. Dal 1998 fino al 2022 compreso sono stati sequestrati circa 1348 cani e 120 galli da combattimento. 559 le persone denunciate, comprese 17 arrestate. Almeno 4 i combattimenti interrotti in flagranza.
In questo contesto cani e gatti rappresentano anche un grosso giro d’affari. Lo abbiamo visto con il processo di primo grado appena concluso a Napoli che ha svelato un business milionario dietro il traffico di cuccioli dall’Est Europa. La gravità del fenomeno secondo la Lav si comprende facilmente dai numeri: solo nel 2022 sono stati sequestrati almeno 215 cani; 30, invece, le persone denunciate. Dal 2010, anno in cui è entrata in vigore la legge contro la tratta dei cuccioli, fino al 2022 compreso, sono stati sequestrati 7230 cani e 92 gatti (dal valore complessivo di circa 5.857.000 euro). 430, invece, le persone denunciate.
Alla luce dei fenomeni criminali che coinvolgo gli animali, e che sono in grado di smuovere business estremamente redditizi, la Lav ha chiesto l'istituzione di una nuova commissione parlamentare d'inchiesta che si dedichi a un altro aspetto dello sfruttamento animale, cioè tutte quelle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri illeciti ambientali agroalimentari.
«Per la prima volta una Commissione parlamentare ha ricevuto l’incarico di "indagare sulle attività illecite legate al fenomeno delle cosiddette zoomafie" e questo è un fatto storico – ha afferma Ciro Troiano – Un importante risultato che finalmente annovera nella questione criminale anche condotte delinquenziali che vedono gli animali come un mero strumento per introiti e proventi illeciti. Del resto la criminalità organizzata è un fenomeno cangiante e totalitario e come tale tenta di monopolizzare e controllare qualsiasi condotta umana attraverso il controllo del territorio, dei traffici criminali, inclusi quelli legati all’ambiente e agli animali».