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12 Dicembre 2023
12:53

Emergenza ricci in difficoltà al Centro “La Ninna”, Vacchetta: «Mai così tanti in 10 anni»

Al Centro recupero "La Ninna" sono ricoverati 200 ricci, tra cui tanti cuccioli, un numero mai così alto da 10 anni. Il veterinario Vacchetta: «È allarme».

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Intervista a Massimo Vacchetta
Veterinario del Centro recupero ricci "La Ninna"
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Sono oltre duecento i ricci in cura al Centro recupero “La Ninna” a Novello, in provincia di Cuneo, specializzato nella cura di questi animali. Numeri mai così alti da dieci anni, secondo il veterinario Massimo Vacchetta: «Siamo stremati, ma dobbiamo resistere per queste creature, ci prendiamo cura di loro 24 ore su 24».

Come si spiega questo grande numero di ricci ricoverati, non solo al Centro recupero “La Ninna”, ma anche in molti altre strutture di recupero di animali selvatici in Italia? Lo chiarisce lo stesso Vacchetta a Kodami: «La crisi climatica, la mancanza di cibo e la distruzione del loro habitat per mano dell’uomo stanno mettendo a dura prova la sopravvivenza di questi animali, arrivano da noi sottopeso, malati e fortemente debilitati. Se non li soccorressimo, nel 90% dei casi morirebbero».

Massimo Vacchetta
Massimo Vacchetta, veterinario del Centro recupero ricci "La Ninna"

Il problema della mancanza di cibo, in particolare, è preoccupante: «L’uso continuo dei pesticidi e il prolungarsi delle alte temperature hanno decimato gli insetti di cui i ricci si nutrono – spiega il veterinario – come scarafaggi, millepiedi e forbicine. Questo li ha spinti a cibarsi in maniera costante di lumache e lumaconi, che in natura dovrebbero rappresentare una minima parte della dieta dei ricci e che sono vettori di parassiti. La ricerca disperata di alimenti, purtroppo, porta i ricci a nutrirsi di qualsiasi cosa trovino, è un dramma».

Ed ecco che così tantissimi ricci arrivano al Centro “La ninna” con l’intestino carico di tre tipi di parassiti diversi: «E' molto complesso trattarli, perché i parassiti non possono essere eliminati tutti in una volta, altrimenti si rischia di scatenare un broncospasmo, la terapia deve essere graduale e molto attenta», sottolinea Vacchetta. Da uno studio che il centro sta svolgendo in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell'Università di Torino è emerso, infatti, che la presenza di parassiti nei ricci accuditi da “La ninna” è la seconda causa di morte dopo l’impatto con le auto lungo le strade.

Una mamma riccio con i cuccioli al centro "La Ninna"
Una mamma riccio con i cuccioli

E, all’interno dell’emergenza, ce n’è un’altra altrettanto grave: i cuccioli. «Il caldo eccessivo – spiega il veterinario – ha dilatato la stagione dei parti. Abbiamo soccorso piccoli nati a metà ottobre. È tardissimo, negli anni scorsi avevamo accolto cuccioli nati al massimo a fine settembre e già si trattava di parti avvenuti troppo tardi».

I piccoli nati in autunno inoltrato, infatti, sono accuditi da madri spesso debilitate. «il loro latte non contiene i nutrienti necessari. E così i neonati crescono poco, deboli e malnutriti – chiarisce Vacchetta – In queste settimane stiamo accudendo cuccioli che pesano appena 200 grammi. Un riccio per poter andare in letargo con le riserve di grassi necessarie deve pesare almeno 650 grammi».

Accudire così tanti animali, in condizioni critiche, richiede uno sforzo notevole, con turni di lavoro estenuanti: «Io sono l’unico veterinario, inizio a essere in difficoltà». Per questo il centro ha deciso di ampliare il proprio staff ed è in cerca di un veterinario (o un tecnico veterinario) e di personale con la passione per gli animali che possa contribuire alla cura dei ricci.

Un riccio

«Ci teniamo a seguire i ricci al meglio e per fare questo abbiamo bisogno di risorse umane». Per candidarsi è possibile inviare il proprio curriculum all’indirizzo maxvacchetta@live.it.

Chi vive in case con giardini o in campagna può fare un gesto concreto per aiutare i ricci in questo momento di emergenza:  «Basta lasciare sempre a disposizione due ciotole – conclude Vacchetta – una per l’acqua e l’altra con il cibo, vanno benissimo i croccantini per gatti di buona qualità. Se però si nota un riccio debilitato o molto piccolo, sotto i 500 grammi, è meglio portarlo subito in un centro di recupero o direttamente da noi se si è vicini. Ricordatevi che un riccio fermo all'aperto di giorno in questa stagione non è un riccio in letargo, ma è in difficoltà».

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Giulia Argenti
Giornalista
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